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Om System...una furbata

Per chi naviga da una vita, prima analogica e odierna vegetale e non è errore di battitura e finiamo qui, la furbata la si riconosce eccome.
Om erano cosi chiamate le icone fotocamere della Olympus Corporation. Arrivarono fecero terra bruciata e la Fotografia analogica non fu più la stessa. Memorabili le pagine dei “grandi” fotografi che se le portarono in giro per soldi di pubblicità, si capisce, altri come mezzi di “scrittura” incredibili soprattutto le lenti Zuiko che gareggiavano alla pari, roba da matti, con Zeiss e quei cornacopi di Leica all’epoca ancora a Solms poi scapparono, anzi, Settanta secolo scorso in Giappone in braccio a Minolta ma per una prossima volta.
Insomma dei giocattoli, ecco, e soprattutto mirini incredibili per l’epoca altro che solfa Nikon o ancora una quei cornacopi di Canon, che ancora stavano a rimorchio della richiamata rivale e si preparava al colpo di grazia: oggi se la contende con quei coglioncelli di Sony, il Nulla come la Munari ché pari sono.
Om-1 degli olimpionici che si erano incazzati i Crucchi germanici, sì, sta storia che si sarebbe dovute chiamare Olympus M-1 a loro prudeva il culo ché avevano la serie M, però a telemetro: quale concorrenza? Vinsero e Olympus glielo pose molto dolcemente come san fare gli orientali, a quei di Leica precedendovi la O che per certi font somiglia in tutto e per tutto ad un cerchio: vero grembiulini?
Ecco spiegato la furbata, seguito anche fallimento-chiusura catena fotocamere Olympus mentre restano in piedi e con pari marchio solo attrezzature medicali tipo endoscopi etc.
E veniamo a noi ché devo parlare non troppo bene della “nuova” Om-3 che fa il cattivo verso dell’analogica icona degli Anni Settanta: fatto di moda per i bambini mai cresciuti dell’Occidente alle battute finali. Dico questo per tacitare le mie Olympus: l’Ammiraglia di sempre E-1 in standard originale, la E-3 anch’essa e de facto Ammiraglia o se vogliamo co-ammiraglie entrambe e la piccoletta E-510 comunque micidiale anch’essa Old standard 4/3. E noi diranno le altre camere? E mica mi son scordato, dunque, siamo all’antefatto della E-1 vecchio stampo diciamo così, vale a dire la mitica E-20 (pisola nel cassetto sovrastante archivio negativi b&n sebbene in standard 2/3 by CCD Kodak d’una figata pazzesca (fu stampato un libro edito dalla Olympus chiamato “Un giorno nella vita dell’Africa” che mi sono ripromesso di compare ma un di sti giorni prima della fine, chissà, grazie all’apporto di un panel di fotografi international very nice che provarono la richiamata e altre Point & Shoot Camedia xxx, potenza dei soldi alias marketing senza meno eppure anch’esse pietre miliari). E ancora la mia Leica formato sensore “unghia” Olympus C 5050, l'incredibile C-5060 cui archivio Manunzio è fondamento, lo stratosferico CCD Kodak in formato 2/3 a nome C-8080, cui file a 50 Iso sono da leccarsi i baffi!
Naturalmente la E-P2 formato Micro 4/3 una figata al quadrato, la schifiltosetta (non mi ha mai preso realmente) E-P5 assolutamente perforante, sì ecco, e ultima non ultimo la Pen-F restyling riuscitissimo della equivalente analogica Anni Sessanta che si vede pure al collo di Eugene Smith, proprio lui. Pen che all’epoca fece altrettanta (mezza) terra bruciata per il fatto di essere una “mezzo” formato odierno Full-frame: settantadue fotogrammi su caricatore da trentasei pose, ma i pugnettari onanisti (michiapixellisti antelitteram!) storsero il naso per il metà formaggio, ecco, per loro che aveano bocca larga i richiamati onanisti: tenevano famiglia via. E Ilford per beve inscatolò settantadue pose (mezzo fotogramma) su poliestere mi pare così la cosami si incazzarono i tengo famiglia, non pigliavano, ecco, troppi dané dalla cosa o fatti numerologici-esoterici.
Così va la detta storia. Citato la Pen F, infine, non a caso a "confronto" retrò la bruttarella Om-3 con quel finto “box” sovrastante che una volta conteneva il pentaprisma in vero vetro, e ci fu un tempo, se non ricordo male la Ricoh Tls- 401 invece all’interno teneva specchi anche per problemi logistici che non è caso richiamare. E quindi? Restyling brutto che van bene per i ragazzini/e (Munari pure anche se tardona) e per i reparti marketing che pure tengono famiglia. Resta insoluta insolvibile l’eterna questione: vabbene che la fottografia (raddoppio più che pertinente per chi intende) ci guadagna così l’Arte a botta finale?


Ps. Mi corre l’obbligo ché è così e niente se vi pare di richiamare quello scatolotto, per adesso funziona ancora, a nome Epson Z 850 delle mirabilia cui abbrivo o porta digitale Manunzio che da lì è partito dopo l’ibrido passaggio per un giornale locale di news: analogica pellicola e passaggio Canon Scan 2700F in formato digitale finale per la redazione del richiamato giornale e non solo

Pss. Rullo di tamburi per il Micro Quattro Terzi che è anche dotazione di Manunzio con mitica GH4, l’incomparabile bridge Fz 300 in formato 2/3 che su Raw mena certe sciabolate di dettaglio e con il suo soft Silkypix roba da matti; infine, inteso come elenco, la gloriosa e malcapita G9 tutte di Panasonic che via adattatore si “innestano” ai vecchietti Zuiko lens: figata pure questa e soldi risparmiati che facciamo contenta (!?) la coniuge espertissima di Excel e contabilità "doppia" da ragioniere di Casoria...e ho detto tutto!





Tale & Quale



Vabbene stavo vagabondando (senza fissa dimora, ecco) sulla Rete delle mirabilia, poi certo il “caso” fa si che mi imbatta in Eugene Smith, un Grande della fotografia. E la sua camera, una Olympus Pen F ante litteram, analogica a pellicola e pure mezzo formato, che un arcano aveva messo in mano pure a me sul finire Anni Sessanta trascorso secolo, detto “breve”: mah!.
Il fatto è che la Pen era una settantadue pose su rullino da trentasei: miraculo (scritto così per chi intende)? No la mascherina interna per metà in verticale il 24x36 o formato Laica, ancora, in codice 135. Sembrava un giocattolo, eppure, la Pen era capostipite di un intero corredo fotografico e con tanto di ottiche e accessori da non dirsi. Ottiche mitiche: Zuiko le stesse, che “caso” stanno su la personale Pen F digitale: corsi e ricorsi storici? Quien sabe.
E dal “mezzo formato” sviluppata in Dektol Kodak di vasche verticali (lunghi e parallelepipedi, no tank tipo Paterson) da 35 litri, usati in tutti Lab bianconero dell'italico stivale, prestando attenzione alle già ridotte dimensioni si ricava un buon dicottoperventiquattro o un decente ventiquattrotrenta: primo su Ilfobrom Ilford mentre il secondo su foglio Vega della Ferrania.
di più non si poteva a meno di fare gli “artisti” grana (granuli d'argento stesi su materiale safety film, pellicola) come patate. Ma un'altra cosa è, diciamo, inquietante, l'immagine di Deep/Smith sembra lo specchio di Manunzio: basco (sessantottino e non celerino!) occhiali vintage e barba brizzolata: mah!

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