Oggetti messi insieme nell'arco di tempo, come la piccola testa a sfera della Rowi di cinquant'anni fa. Le tre “ruote” a sinistra cui due di grezzo materiale a contrappeso per standarda Manfrotto, l'altra prodotta da tornitore trent'anni fa quando era difficile averne ed Internet di là da venire, aggancio fra macchina fotografica analogica e cavalletto modificato. In basso la livella di quarantennale acquisto presso uno store, letterale, ma non in formato binario almeno non all'epoca. A fianco il disco per il culo della Contax 139, ed evitare contaminazioni indebita “distanza”. Mentre sinistra tre 'ngappette, molle da bucato insostituibile come lo scotch. E quasi fuori bordo, cartone utile come zeppa logica o prosaica per livellare o reggere “invisibile” oggetti che in immagine sfidano, sì, la gravita del massone Newton, però è abile espediente scenico o del trucco c'è ma non si vede. Il resto è sorta di Ircocervo alchemico di staffe Metz, flash teutonici usati per incatenarsi a porta ombrello, ed avere la diffusa a poco prezzo quando i bank erano cose impossibili da aversi a buon mercato (su generatori luce Elinchrom o popolare Bowens anche formato monotorcia) fra i Settanta e gli Ottanta del secolo “breve” alle spalle
Elogio della carta
Casomai di carrozziere. Scotch tale e tanta l'importanza capitale, più dell'ultima minchiapixel e ottiche e c...orpi vari per chi ha mai provato a scattare un qualche still life, in immagine con iPhone antidiluviano lascito dei figli per i loro nuovi e fiammanti. Ora nella richiamata, l'abbondanza di piccoli oggetti che facilita l'esistenza umana ivi creatività dell'artista sedicente tale, tuttavia niente a paragone con una bella strisciata di adesivo di carrozziere per l'appunto (angolo sinistro alto inquadratura, sornione).
Certo questo lo si deve immagina dietro un qualsiasi scatto di Manunzio, quando mo' na cosa mo' n'altra che sta lì lì per cadere, eccoti due tre giri da carrozziere, e come per incanto blocca tutto fino a quando di santa pazienza smontate il set: in quel momento e rivedendo le immagini a monitor v'accorgente che, sì, il primo attore scenico è importante ma senza scotch...che non si beve! Less is more, no? Stavolta niente da ridire con gli Yankee, go home e vabbè il riflesso sessantottino!
Ps. Non vi salti l'unico neurone di scatola cranica che lo still life sia, sic et simpliciter, accochiare, mettere insieme, oggetti e click il tutto. Senza una matita e carta, almeno per Manunzio, uno schizzo o finanche story-board, ci perdete tempo ed entusiasmo. Still life come meditazione Zen o circonvicino la misura tra una fotografia da marketting (marchetta in antico italico era la botta della passeggiatrice seriale di notte) e una che lascia intravvedere altro non necessariamente mercificato