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Stagione estiva, ieri oggi e domani

Tanti e troppi anni fa mentre preparavo i bagni (non acquatici!) per la stampa quotidiano della Foto-Lampo, già ricordato a josa, la radio in camera oscura a tot ora con refrein richiamava la cocente estate: non solo ora che Televisione & Regime angosciano di change climate antropico, quando finanche il premio Nobel Rubbia “dissente” (con buona pace di Mentina e suo eterodiretto Open pro Covid, da ultimo) dal mantra Pensiero Unico.
Sia come sia in camera oscura, ritorno ad incipit, quando nessuno era nei pressi ci stampavamo i nostri bianconero still-life, a volte di food altre volte “Natura morta” a loro e chi ha coniato il vocabolo!
Sicché a distanza di tempo con il digitale è tutt'altra faccenda accorciandosi la filiera pensiero-braccio. E qui la “dritta” su la messinscena della copertina.
Fondale copri tavolo che mal sistemato e spiegazzato, su le prime lì per lì durante lo scatto, mica sembra simil sabbia. Infatti si era interessati ai vetri, riflessi caldi attraverso solita window/finestra vera esposta a Sud. E vetreria di bicchierone, coppa e smilza bottiglietta. Ripiena di nettare vino bianco? Macché due gocce d'aceto diluite in acqua, proprio così. Altre volte drops di Amaro Montenegro e/o Amaro Lucano a “piacere”...
Nient'altro che luce della finestra richiamata, a cert'ora del giorno, prima che il tragitto solare (pure lui tiene famiglia!) declini a pomeriggio; pure buono ma l'atmosfera è per altre cose, degne di essere narrata, forse per una prossima.
La digicamera, dite? Point&Shoot Olympus C (amedia) 8080 a 50 Iso da sballo su CCD Kodak, tant'è che se la vede, e fa vedè sorci verdi gialli e altre cromie, finanche con doppio superfice “sensoriale” 2/3 vs. 4/3 della mitica E 1. Certo macchina sul Manfrotto 190 Old version. Tutto qua.
Sì è una stampa di prova su cartaccia di copisteria, così la copertina del post, utile tuttavia a farsi idea dal “vivo” non meno, correggere questa o quella cosa che troppo spesso a monitor si dà per scontato: come leggere a “pappagallo” uno scritto ed accorgersi che il “correttore” legge quello che c'è a monitor mica nella capa. Succede oh se succede.
Ancora (impaginato) troverà posto il complemento-integrazione, richiamo di Cesare Pavese. Pavese: di “Lavorare stanca” da Canelli fianco a fianco il vignaiolo zio delle Langhe? Proprio lui.
Finalino: scegliere fra un migliaio d'immagini, ne parleremo a suo tempo, impaginare...stanca, giacché le mani puoi fermarle a riposare la capa no, funziona sempre e non ha orario, almeno per Manunzio!

Ps. I soliti del Pensiero Unico ci avevano detto a fracasso dei c....ome si chiamano, e ci siamo capiti che l'Era computerese avrebbe abolito la carta: cazzate casomai raddoppio esponenziale senza se e senza ma. Tuttavia un file a video ci devi stare seduto davanti, un impaginato pure se abbozzo su carta non consuma corrente “ecologico” in nuce com'è. L'apri, nel caso dalla pila di fogli, sfogli e scarabocchi con note a margine

Pss. I richiami ipertestuale, diciamo esatti, al verso/paragrafo Manunzio l'ha chiesto invano all'amministratore Myphotoportal, senonché vi beccate l'intero post come pure si sorbe chi scrive che a volte farebbe comodo arrivare al “sodo”. Mi si dice che unico grafomane Myphotoportal scordi la “feature”. Sic transit gloria mundi, no? Amen

Manunzio fotografo sin dal 1969



Chiacchiere il tabaccaio vende
e il Banco di Napoli non s'impegna


Ciarle, parole vuote riempite di nulla. Omologazione, voglio ma non posso (devo?) e via contando. 'o Sistemma Kapitalista (sempre k as killer) vende fumogeni, slogan, ma guai a chi discosta dalla strada tracciata. Guai veri, ostracismo, espulsione morte sociale e fisica per chi si oppone al Pensiero Unico. Cose da ultimo visto sul Covid Fauci-Oms-BigPharma pensiero, prodromo del Fascismo planetario in progress. Inimmaginabile per chi non vuol vedere né sentire.
Sicché 'o Sistemma addà fa vedè che un “alternativa” c'è sebbene, s'è accennato, a salve naturalmente. Natura che c'entra come cavolo a merenda, anzi la dice lunga sul vocabolo sacrilego per i soliti grembiulini, non a caso l'Intelligenza Artificiale l'ultimo step: solitario triste e finale con tanto di depopolamento manu militari pendant.
E dunque un link ad un fotografo (incrociato in cerca di dark photography**) dal look per certi versi stile Elton John d'antan, che dice cose sensate. Anzi a seguirlo (sottostante link) è utile palestra nel momento in cui, siamo d'accordo, accenna allo still-life quale palestra base per il fotografo. Strano che in certa manualistica d'accatto non si fa cenno: e te credo. Quieta non movere e mota quietare sinnò si incazza la giostra degli acquisti. E per un'altra volta daremo prova “ulteriore” della cosa, ossia still-life insospettato. Stay tuned paisà!


**Fotografia dark in zenitale
https://www.youtube-nocookie.com/embed/6A8ovsRGUQI

Youtube
https://www.youtube.com/c/LuigiBoccia, segnatamente “Uscire dalla comfort zone”



Ho andato a squola

Si propto così. Mo' passato davante la libbreria ca sta' davanto la cucina (non di solo panino con hamburgher vive l'omo, accusì dice la Bibbia) l'uocchio ha veduto la scena. Mo' nun z' puote fitografare pecché è scura la scena. E accussì aggio ricostruito tutto tipo, cum dicene li mericani, still-life ca in degua (lingua) 'taliana significa Natura morta, a loro e quanta ne tenene... Po, ca nun è lu fiume, ma vuol dicere dopo, cu lu telefonine aggio fatto 'u scatt'. Anguora (ancora) in Photoscopa aggio truccat' nu poc' tutt' p' cos' e fa vedè ca so bbrav' pur' io. Ecco so cuntent' assai compà, chi piacere, eh!


Ps. I libri pila colonne ( Jakin e Boaz?) sono nell'ordine da sinistra a destra. Dante, Boccaccio, Petrarca i Padri del 'taliano dire. A seguire Vasari e sua Opera (sulfurea?) su gli Artisti (pruriti di Manunzio, no?) sempre 'taliani. L'immancabile Leopardi dalla copertina consumata, alla lettera. E 'ncoppa? Certo mica è fesso Manunzio: Guglielmo, oops, William Sir Shakespeare così ci diamo una patina international. Tutto qua. La mela-malum e sin troppo “emblematica” e non si dice oltre, anche perché, le Lor Signorie che ne sanno e di simboli ed altro più di Manunzio, compatiscano



Stillafadores

Come si faceva a diventare fotografi? Rubando, dice, e sai che novità: no che avete capito, con gli occhi. Ma anche con le mani, ah ecco ci sei cascato: l'occasione fa l'uomo ladro. None. Le mani andavano ad aprire l'armadietto delle Rollei trecinque e la mitica dueotto del boss. Si pigliava confidenza con il pozzetto da lati invertiti, certo montandoci il pentaprisma, sempre del boss, tutto tornava a suo posto. E le ghiere tempi e diaframmi.
Se non che venne il giorno della cerimonia, battesimo e le istruzioni: effe otto se stai intorno ai due metri cinquesei (f stop) per i gruppi fu detto, eppure tutti quei diaframmi a cosa sarebbero serviti? Vada per il tempo di otturazione di centoventicinquesimo, e gli altri tempi quando e per cosa? Silenzio. E andò come andò non alla grande ma senza infamia, ci pensò Luciano sotto ingranditore (si stampava ancora bianconero) a sistemare il tutto, e il cliente ritirando i trediciperdicotto cartonato ne convenne. Solo a pensarci e son passati cinquant'anni mi impappinerei (maldestramente) oggi come allora, più o meno. Certo con le Rollei non solo cerimonie ma anche cataloghi, primi e timidi di artigianato locale che l'allora Ente per il Turismo ci commissionò; i testi li scrisse Zappacosta che era giornalista, infatti lo studio del boss era AGL (Agenzia Giornalistica Lampo) un Carrese di provincia che produceva anche still life con padelle, non per friggere ma lampade opaline interne e si poteva controllare ad occhio le ombre cadenti. E di nascosto, come sempre, lì con Rollei a sperimentare quando tutti, per un motivo o altro erano fuori dai c...avalletti fondali lampade e oggetti vari. Vedete? Veniamo da lontano. E con poca spesa, in un modo di fotocopiatrice alla grande e i giovani cosiddetti fotografi pensa te a rifare paro paro la stessa fotocopia e si parla male di omologazione coronarica, e attrezzi di cinquantennio gli still life che più spesso prendono posto su Manunzio.it. Still life, certo, come modus pensandi, meditazione a poco prezzo e senza posizione di loto e cazzate varie orientali: buddismo ce l'abbiamo incorporato come la forza di Asterix innata e senza pozioni del Druido sacerdote dei galli che resistono...ballons (strips) dei revanscisti francesi René Goscinny e Albert Uderzo, che se non era proprio per Giulio Cesare stavano a dondolarsi da un ramo all'altro, si il naso francese vabbè ci siamo intesi.
E così il quadretto di famiglia, ci si augura torni utile: a sinistra un adattatore plasticoso del solito Store per montarlo su parabola dall'altra uno snoot una triglia, ecco, a nido d'ape che i pesticidi non uccidono come la réclame, un piccolo bandoor alettato e tutti fan bene la loro parte in scena a modica cifra (per certo tempo Orzo bimbo la scatola sagomata ad hoc ha funzionato egregiamente quale snoot). Il cavo, un jack da collegarsi alle torce flash e dall'altro alla fotocamera, adattato avrà cinquant'anni oggi sostituito non già da noi con emittenti radio frequenza a comando flash. E questo su stativo è un vetusto 45 CT4 di Metz, ottimo che oltre a funzionare in TTL con vari attacchi, sotto Contax 139 analogica d'antan, il M(anual) con possibilità di tutta mezza e quarto di potenza, eccezionale, e giù ancora W(inder) lampi strobo per motori/winder e su Contax 139 a meraviglia. La sempre verde Oly E- 510 con Live-view (inventato da Olympus) qui formato nativo 4/3 e varie ottiche: 14-54 o ventotto centocinque in formato Full-frame/Leica, e mastodontico ottanta trecento sempre equivalente. Altro non c'è che dire e le immagini per un fotografo poi “parlano” da sole, del potenziale bellico, ecco, che è possibile tirar fuori giusto i minchiapixel necessari. Dite? No quella non la potete acquistare, in parte perché innata (Platone) in parte per arte pratica (Aristotele) la creatività si capisce. Ai voglia a robot ed AI: non tutto e numero cari ino + cul + atori eterodiretti: vero sceriffo campano De Luca?

Ps. Si Ikea lo dimostra a dirne una come si costruiscono cataloghi ricorrendo a costruzioni di grafica 3D, ma siamo all'antica e poi come certi Sauri prima o poi...

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Set.jpg (4.11 MB) SetII.jpg (1.27 MB) Affioro.jpg (3.75 MB)



Le cose che non si vedono

E vorrei vedere, ecco, il contrario. Vale a dire che la “macchina” visiva che i minchiapixelisti scambiano, è una cosa e la Mente (che mentisce per statuto culturale) è altra senza scomodare Walter Benjamin**. A farla breve che in fondo siamo pur sempre fotografi, la bottiglia e quel bicchiere di vino (in copertina e per la verità liquore Montenegro annacquato) sono tutt’altro che due morte cose: in Italiano Natura morta per l’appunto, stupidità che solo l’italico pensiero può, per questo preferendovi l’inglese still life perché è tutto tranne che la Morte in campo.Tutt’altro che piaggeria esterofila. Still life che dovrebbe essere per Statuto ino + cul + ato a sedicenti fotografi come qualsiasi anti Covid per intenderci: mortale. Ma non nel senso di finale: vedete com’è difficile rendere anche con l’immagine scritta le cose che non si vedono? Bottiglia e bicchiere immersi nella luce mediterranea del mattino finale di Agosto incandescente, e giriamo per il set mezzo nudi...Si vabbene cosa ci sarà mai in quei due lì su fondale (che poi è il domestico soggiorno) e sottostante piano di marmo (in verità vile vinile) che non si vede? Vino che tale non è ma fa lo stesso per i boccaloni diuturni che tutto, ecco, bevono dal tubo delle meraviglie a reti omologate e mummificate! Tutt’altro tempo in cui si andava alla cantina a prendere vino, sfuso da grandi bottiglioni impagliati e rubinetto ottonato. Cantina immersa in perenne penombra piena di soffritto per avventori dalla gola mai sazia, di vino. Vino a spandersi sul grigio marmo (vero) del bancone mentre il mescitore (la moglie) urlava qualcosa a mezza via fra cucina e tavoli apparecchiati. Odori e miscugli da suk, e prima della ritirata per i trasportatori (in pantaloni corti) di vino, un bicchiere di inebriante Spuma simil Coca Cola che manco si sapeva se non nei fotogrammi dei televisori bianconero dei Sessanta passati a miglior gloria. Tutto questo invisibile sta dentro un “banale” still life

** “Si capisce così come la natura che parla alla camera sia diversa da quella che parla all’occhio. Diversa per il fatto che al posto di uno spazio elaborato dalla coscienza dell’uomo interviene uno spazio elaborato inconsciamente”. Walter Benjamin L’Opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, pg. 41 Einaudi

Ps. Ne l’immagine bianconero di H. C. Bresson (qui a corredo) un ragazzo per strada con fiaschi di vino, immagine proprio per gli imbecilli glorificati (entrati nella Gloria del Paradiso ad essi, imbecilli, dedicato) che pure sta dentro la “Natura morta” in apertura
Retropalco

“Natura morta” traduzione letterale dell’espressione still life. Siamo abituati a considerare la natura morta nei quadri intendendo con questo termine prevalentemente oggetti in contrapposizione alla “figura” (natura viva) o ai paesaggi naturali. È però riduttivo considerare questo genere fotografico come semplice fotografia di oggetti inanimati poiché realizzare un’immagine di still life richiede creatività, programmazione, organizzazione e molta pazienza. La creatività si esprime sia creando composizioni ben bilanciate, sia risolvendo problemi pratici e tecnici nel modo più semplice possibile”
Still life

Elogio della carta
Lunghezza d'onda
Terzo movimento e finale

Terzo movimento finale

Finale seguito del precedente still life nonché la cucina stellata di chef, trilogia del saper fare un'immagine con quattro (letterale) cose, sempreché si ha qualcosa da dire, prima a sé poi al terraqueo. Ora per riparasi dal sole cosa e meglio di un ombrellone? Viceversa in città dove l'appoggiate se non d'una base ad hoc: tanto ci vuole? Ci siamo quasi, mo' a mazza la mettete da parte, al suo posto un bel pal' e fierr', abbiate pazienza ma il calembour viene da sé...Voilà un perfetto stand salon, a buon mercato; se la “signora” vi regala (?!) uno dei suoi innumerevoli carrellini porta piante con ruote che non si capisce se è una casa o una serra tutto scorre!Ciò non di meno anche un robusto stativo per luci torna utile (vedi immagine) costo a parte, tutto per evitare manovre con cavalletto a riposizionare inquadratura!
Photographers Across the US Teamed Up to Shoot 10,000 Free Headshots for Unemployed Americanshttps://petapixel.com/2020/07/23/photographers-across-the-us-teamed-up-to-shoot-10000-free-headshots-for-unemployed-americans/[/right]


Oggetti messi insieme nell'arco di tempo, come la piccola testa a sfera della Rowi di cinquant'anni fa. Le tre “ruote” a sinistra cui due di grezzo materiale a contrappeso per standarda Manfrotto, l'altra prodotta da tornitore trent'anni fa quando era difficile averne ed Internet di là da venire, aggancio fra macchina fotografica analogica e cavalletto modificato. In basso la livella di quarantennale acquisto presso uno store, letterale, ma non in formato binario almeno non all'epoca. A fianco il disco per il culo della Contax 139, ed evitare contaminazioni indebita “distanza”. Mentre sinistra tre 'ngappette, molle da bucato insostituibile come lo scotch. E quasi fuori bordo, cartone utile come zeppa logica o prosaica per livellare o reggere “invisibile” oggetti che in immagine sfidano, sì, la gravita del massone Newton, però è abile espediente scenico o del trucco c'è ma non si vede. Il resto è sorta di Ircocervo alchemico di staffe Metz, flash teutonici usati per incatenarsi a porta ombrello, ed avere la diffusa a poco prezzo quando i bank erano cose impossibili da aversi a buon mercato (su generatori luce Elinchrom o popolare Bowens anche formato monotorcia) fra i Settanta e gli Ottanta del secolo “breve” alle spalle



Elogio della carta

Casomai di carrozziere. Scotch tale e tanta l'importanza capitale, più dell'ultima minchiapixel e ottiche e c...orpi vari per chi ha mai provato a scattare un qualche still life, in immagine con iPhone antidiluviano lascito dei figli per i loro nuovi e fiammanti. Ora nella richiamata, l'abbondanza di piccoli oggetti che facilita l'esistenza umana ivi creatività dell'artista sedicente tale, tuttavia niente a paragone con una bella strisciata di adesivo di carrozziere per l'appunto (angolo sinistro alto inquadratura, sornione).
Certo questo lo si deve immagina dietro un qualsiasi scatto di Manunzio, quando mo' na cosa mo' n'altra che sta lì lì per cadere, eccoti due tre giri da carrozziere, e come per incanto blocca tutto fino a quando di santa pazienza smontate il set: in quel momento e rivedendo le immagini a monitor v'accorgente che, sì, il primo attore scenico è importante ma senza scotch...che non si beve! Less is more, no? Stavolta niente da ridire con gli Yankee, go home e vabbè il riflesso sessantottino!

Ps. Non vi salti l'unico neurone di scatola cranica che lo still life sia, sic et simpliciter, accochiare, mettere insieme, oggetti e click il tutto. Senza una matita e carta, almeno per Manunzio, uno schizzo o finanche story-board, ci perdete tempo ed entusiasmo. Still life come meditazione Zen o circonvicino la misura tra una fotografia da marketting (marchetta in antico italico era la botta della passeggiatrice seriale di notte) e una che lascia intravvedere altro non necessariamente mercificato



C'è la pausa come nella musica

Il fotografo siciliano Giuseppe Leone dice una sacrosanta verità, che poi manco andrebbe ricordata: pausa. Come di normalissima partitura musicale, così anche in fotografia, altro che “negative space” dei senza iddio a nome Yankee. Naturalmente l’unica cosa negativa è la loro miserrima esistenza in vita, di un popolo una nazione senza storia né passato. Viventi e si fa per dire in loculi a cielo aperto. Yankee che per chissà mai quale “mission” devono insegnare manu militari, però, come fare o non disfare questo e quello, in delirio di onnipotenza che, guarda caso, li sta eliminando dalla faccia della Terra, insieme con tutto l'Occidente fuori di dubbio: ossia noi altri da quest'altra parte dell'Atlantico Oceano a nome europei.
E non paia un pistolotto, tutt’altro. E proprio grazie alla loro solitudine nei loculi a cielo aperto che si ostinano a chiamare Metropolis, invece che cimiteri, nasce la loro mania di “ordinare” in sorta di still life (forse meglio dire natura morta che è meglio) il Mondo. Certo in questo sono aiutati da nani e ballerini, radiofonisti e certe fotografe senz’arte né parte, solo perché intascano soldi da Cia & Mossad, credono essere portatrici di "progetti di libertà” sebbene congegnato nottetempo a tavolino con latomisti neofeudali. E meno male che un Leone c’è: lato traslato figurato e come ve pare!

Giuseppe Leone- Storia, cultura e pellicole

Man

NB. Al minuto 17.00 Leone parla di un “progetto che stiamo portando avanti”. Ora a parte il plurale majestatis, il contenitore grigiocartonato contiene molto di più che le misere quindici fotografie della Gradizzi. E poi tranne gli astanti, cui fa vedere le fotografie si lì prodotte, non ci pare di cogliere nelle parole dell'autore Leone una sorta di “rilascio stampa” di quanto in itinere sta fotografando: vedete? Ne consegue la giustezza di quanto venivamo dicendo circa il fatto che la Gradizzi ( istruita nottetempo?) serve all'operazione “Donne del Sufismo” per tutto tranne che per scopi “culturali”

Ps. Di Giuseppe Leone abbiamo apprezzato, e tentato di emulare il suo splendido libro "Noto città Barocco", quando proponemmo alla Electa oggi Mondadori editrice, in occasione del Bimillenario oraziano...in Kodachrome64 e Fp4 Ilford, non con Leica bensi Contax Rts e ottiche Zeiss: sic transit gloria mundi!

Era glaciale, forse




Abstract
post that say how to make a pictures with a simple point & shoot named Epson 850Z old camera equipped only two megapixel as prehistoric digital era


Andare a ripetizione era il cosiddetto “doposcuola” che non bastava la mattina, no, a farsi due maroni così. Scuola che abbiamo sempre odiato, in ogni e grado cui “summa” era la cosiddetta Matematica, come mamma oppressiva, e obbligo di maiuscolo per il Moloch, detta utile a ragionare (!). La matematica che fa ragionare? Bella questa da scompisciarsi dal ridere. E poi di quale Universo, di grazia: euclideo parabolico quantico…relativistico einsteniano: tic tac tic tac. Costringere la mente al pensiero unico, da bar sport per capirsi.
Tuttavia è innegabile che ripetere, oltre che intruppare, il tenere a mente sfascia il pensiero unico: fuor di metafora via. Poco tempo addietro si è ricordato, ecco, di come macchinette digitali in buonissime mani, senza dire di chi, fan miracoli. Qui uno di questi

Man

Ps. In breve ridotto all’osso tecnologico: Epson 850Z su cavalletto Manfrotto e oggetti domestici messi in bella posa con l’ausilio della luce finestra, nient’altro se non poi impaginato in A4 come pre-detto

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