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Non troverai mai la verità se non sei disposto ad accettare anche ciò che non ti aspetti. Eraclito. L'immagine calcare al naturale color “cemento” è del tutto insignificante alla cosiddetta luce del giorno, un pezzo di “qualcosa”. Scontornata in bianconero e con luce led cinese puntati su gli occhi acquista, quantomeno, più pathos; luce-scrittura che non si trova su manuali friggi & mangi eterodiretti dalla Centrale del Pensiero Unico




Luce & Ombra
(Delenda Munari est, eziandio)

Il precedente post prendevamo distanza, motivandone, da certa manualistica d'accatto che pretende (Munari docet) di insegnare fotografia e con tanto di mantra, dice la maestrina richiamata, “trasmittente-ricevente-canale...di Sicilia per i naviganti” per darsi aria autoreferenziale d'altronde tanto di “passaporto” (Avatar?) su la Home page Munari/Myphotoportal by Nasa (Never Aereospatial Agency) anzi se fate a meno della finale, diventa Nas, ossia National Stars-Stripes Agency Spionage...e siamo in assonanza con il Poeta: leggi Ezechiel!
Sicché la “full immersion” altro dall'alchimia Dark-room per rinsaldare l'Origine della Luce.

Tutte le cose si dicono luce ed ombra, e poiché luce ed ombra sono presenti a questa e quella cosa, secondo le loro possibilità, il tutto è pieno di luce e invisibile ombra, e luce e ombra sono uguali perché nessuna prevale sull'altro. Parmenide
Sopratutto immersione con boccaglio e pinne equivalente, mezzi rudimentali(vedi immagine in piccolo) come una penna led ad “illuminare” tutt'intorno il Nero materico che potete sentire, anzi “toccare”. Questa è la Quintessenza della Fotografia. Infine padrone della Luce potete fare qual c...che vi pare, niente vi sarà precluso dal Micro al Macro, come in Alto così in Basso.
Sorta di Ps.
La Munari bontà sua nell'immediato ha partorito un nuovo libercolo “Troppa fotografia, poca fotografia. Riflessioni sui linguaggi contemporanei” Ahh la nostra ci tiene assai a fare l'Umberto Eco in gonnella, oscillando fra il Pendolo di Foucault & Nome della Rosa. Fate mente che ci sono “colonne d'Ercole” alias Jachin e Boaz, che non posso essere superati bellamente, giacché si finirebbe con fare i “teorici” amici degli amici, e, a sto punto addio Fotografia. E fateci caso la Munari per quel si vede non uno che sia uno scatto intrigante che la ricordi qui e in aeternum! Non una fotografia, di strada su la strada a cert'ora del calar sera si intravveda il “bello”. Non a caso, non certo un caso!
Insomma buttate i manuali e della Munari che non vale una pagina, sempre stampata da cani, non a caso! Prendete una lampada a led e capitene la malia, nel buio totale s'è accennato. Dedicate tempo assai a fare still life, disciplina del fotografo per chi vuol dirsi tale, più ancora, se in post evirate il colore per il B&W meglio ancora. Archiviate nella capa vostra le variabili luce-ombra. Senza fretta, poi uscite (!) dalla “Caverna di Platone” dove la eterodiretta Munari vi tiene incatenati a moduli fottografici, ecco, refuso di certo non è, che risalgono ai tempi di Babilonia/Babele per chi intende. Aria, aria via: lato traslato e fate come ve pare!


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Uno
Due
Tre
Quattro

Fine seconda e ultima parte

Teatro anatomico




Abstract
anatomy of a still life photo in available light or real window with a Camedia 8080 of brand Olympus



Vabbene è un titolo che si è presentato già alle cinque di mattina: giornalieri eh! Ma la cosa poi non dispiace poiché si tratta pur sempre di “sezionare” e qui un’immagine a spiegazione per chi ne intende e vuole, si capisce.
Mattina presto, ancora, il cielo è calmo sgombro di nubi e tra non molto comincia a sorgere il sole (Mussolini è già a cavallo?) sebbene la luce diffusa consente di avere un grezzo preview. Il cavalletto Manfrotto (una reliquia trentennale) pronto con la sua testa a sblocco rapido già sul fondello (culo no?) della Olympus C 8080 (anche questa usata da Majoli di Magnum Agency) a 50 Iso che manco più le blasonate CaNikon partono più da così bassi…Iso appunto Insomma sembra di lavorare con le famosissime Agfachrome 50 dal trattamento domestico, e niente stramaledetto E6 (brodo universale degno del pensiero Unico dominante) bensì come raccomandava nell’Ottocento Namias dalle pagine di Progresso Fotografico! Emulsione che si sparimento all’epoca e che forse ne scriviamo la prossima volta.Il tavolone, altrimenti perché chiamare tavolo anatomico in scena, ecco, è null’altro che il pianale di un lungo mobile di quei “very nice” per sceneggiate di certuni cosiddetti fotografi di food, all’americana piene di ogni schifezza dolciastra e le immancabili “steck”. E che li possono ammazzà alla De Luca/Crozza.
E niente di più, in scena, se non due ordinarissimi bicchieri di cucina “carini” al punto giusto. E mo’? E mo’ e mo’ Moplen alla Bramieri dal piccolo schermo in bianconero di reclame Anni Sessanta.
Ok scivoliamo de qua e de là, ma devo guadagnare tempo tanto quanto ci mette il sole/Mussolini a salire in alto, entrare nello studio: oddio il soggiorno che si è occupato manu militari mentre la truppa domestica sta ancora a fa li conti co’ Morfeo. Meglio così perché se entra il figliol “prodigo” di Sky (che già ti guarda dal basso verso l’altro e stiletta “che stai a fa? mentre chiede se ho preparato già il caffè!) daje. Ma la cosa strano a dirsi fila tranquilla mentre il sole “indora” eh che poesia…la stanza rifrange (minchia stamani poeta sugn’) sul mobile…e siccome tutto e pronto zacchete gli scatti. Fiuuu ho terminato pure questa stamani che m’aspetta 'na giornataccia: quelli de Getty Images (che ho cazziato da italiano in inglese slang and more profanity: parolacce via!) vonno le immagini “fresh & cool” che in italiano sona con certe basse anatomie, poi sistemare l’archivio e…nun a finimo più. Step by step paisà che ce vo tempo: Roma s’è fatta ‘na pietra a vorta, no? E che ne volemo portà due o tre per’ vorta: e chi semo Stacanove er russo?

Teatro anatomico

Man


Ps. Stacanove alias Aleksej Grigor'evič Stachanov

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tavolo_anatomico.jpg (2.61 MB)

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