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C'è la pausa come nella musica

Il fotografo siciliano Giuseppe Leone dice una sacrosanta verità, che poi manco andrebbe ricordata: pausa. Come di normalissima partitura musicale, così anche in fotografia, altro che “negative space” dei senza iddio a nome Yankee. Naturalmente l’unica cosa negativa è la loro miserrima esistenza in vita, di un popolo una nazione senza storia né passato. Viventi e si fa per dire in loculi a cielo aperto. Yankee che per chissà mai quale “mission” devono insegnare manu militari, però, come fare o non disfare questo e quello, in delirio di onnipotenza che, guarda caso, li sta eliminando dalla faccia della Terra, insieme con tutto l'Occidente fuori di dubbio: ossia noi altri da quest'altra parte dell'Atlantico Oceano a nome europei.
E non paia un pistolotto, tutt’altro. E proprio grazie alla loro solitudine nei loculi a cielo aperto che si ostinano a chiamare Metropolis, invece che cimiteri, nasce la loro mania di “ordinare” in sorta di still life (forse meglio dire natura morta che è meglio) il Mondo. Certo in questo sono aiutati da nani e ballerini, radiofonisti e certe fotografe senz’arte né parte, solo perché intascano soldi da Cia & Mossad, credono essere portatrici di "progetti di libertà” sebbene congegnato nottetempo a tavolino con latomisti neofeudali. E meno male che un Leone c’è: lato traslato figurato e come ve pare!

Giuseppe Leone- Storia, cultura e pellicole

Man

NB. Al minuto 17.00 Leone parla di un “progetto che stiamo portando avanti”. Ora a parte il plurale majestatis, il contenitore grigiocartonato contiene molto di più che le misere quindici fotografie della Gradizzi. E poi tranne gli astanti, cui fa vedere le fotografie si lì prodotte, non ci pare di cogliere nelle parole dell'autore Leone una sorta di “rilascio stampa” di quanto in itinere sta fotografando: vedete? Ne consegue la giustezza di quanto venivamo dicendo circa il fatto che la Gradizzi ( istruita nottetempo?) serve all'operazione “Donne del Sufismo” per tutto tranne che per scopi “culturali”

Ps. Di Giuseppe Leone abbiamo apprezzato, e tentato di emulare il suo splendido libro "Noto città Barocco", quando proponemmo alla Electa oggi Mondadori editrice, in occasione del Bimillenario oraziano...in Kodachrome64 e Fp4 Ilford, non con Leica bensi Contax Rts e ottiche Zeiss: sic transit gloria mundi!
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