Manunzio


18 Maggio maggio 2023 ore 7.11 Forlì a bordo gommone Vigili del Fuoco un momento di tregua del cielo. La strada che giorni prima si percorreva a piedi, ora è invasa dai detriti alluvionali. Proseguono le operazioni di soccorso dei Vigile del Fuoco per mettere in sicurezza gli abitanti rimasti intrappolati nelle abitazioni


Emilia-Romagna submerged
Un collega fotografo parte insieme con altri due alla volta dell'Emilia-Romagna, Manunzio li segue per vedere l'effetto che fa, trovarsi dinanzi immane distesa d'acque. Porto solo la Olympus C-5050 tanto per avere qualche appunto, ché i tempi del mitico reportage Sessantotto e d'intorni (quando fessi fessi immaginavamo di cambiare il mondo, pensa te, con le fotografie cosiddetta sociale) è remota reliquia.
Arriviamo alle prime luci dell'alba sotto un cielo di ferro e paesaggio spettrale: acque a perdita d'occhio inimmaginabile, come le immagini di Stampa & Regime catodica, con l'aggravante, se è possibile, che queste dall'alto in streaming dà alla tragedia estensione metafisica, d'Apocalisse, via Riscaldatori atmosferici a Stelle & Strisce; lo si intuisce. E' l'Agenda 2030 controllo anche del tempo a scopo bellico vs il popolo inerme (!?) a dispiegare sue di essi, come per il Covid, le ali luciferine.
Acqua dove lo sguardo si posa, a 365 gradi della scala Mercalli, sì, un terremoto di acqua fango smottamento lacrime e morti.
Sicché in un punto indeterminato perdo la cognizione del tempo, e i miei amici che vanno per la loro a fotografare. Sì, prima ci siamo dati appuntamento in un luogo di ritrovo: ma ognuno per sé e Iddio per tutti.
Ora da dove si comincia a “documentare”? Non c'è anima viva. Acque. Stupore pure sui volti dei soccorritori, intorpiditi dinanzi l'inenarrabile. Ecco un grido come la tela di Munch che squarcia l'aria, qualcuno chiede aiuto da una casa, dal tetto. Lì un casolare alla deriva nelle acque, che vien giù senza tregua e che Iddio la manda. Manunzio guarda, osserva e di tanto intanto quasi a ritrosia uno scatto tanto per...
Il cielo è appena schiarito quando i primi gommoni e pagaie valica acque di strade, che qualche ora prima si percorrevano a piedi. Rumori di pale e rotori ma chi le guarda? L'acqua immonda trascina e mescola tutto, i morti dai cimiteri: no, non si vedono bare uscite dalla terra solcare l'onda. Ma morti e vivi, sì. Le chiare acque domestiche frammiste a liquami di fogna, un bel mix per il prossimo colera e vaccinazione di massa, stile Covid. Infine acque zuppe di oli minerali di fabbriche divelte e spettrali. Una tragedia nella tragedia che Stampa & Regime si guarda bene dal mostrare, mettendo in onda, ora “angeli” giovani che...ma a Firenze dell'Arno 1966 lì c'era la meglio gioventù e da tutto il mondo, qui volti di ragazzini con occhio all'iPhone in scampagnata eppure immortalati dalle televisioni. E dove i giornalaisti, scritto così? Eccoli con i pedi in acqua e teletrasmettono: verrebbe voglia di affogarli, nelle acque.
A sera mezzo fradicio e 'mbriaco (instupidito dal tutto) finalmente con l'aiuto di “gommisti” salva gente arrivo al luogo convenuto con gli altri fotografi. E ci accoglie un bar non meno invaso del resto, ma il gestore di quei romagnoli sanguigno e volitivo ci invita a salire al piano nobile del locale e prendere qualcosa di caldo. Si chiacchiera, sì, ma le parole sono tese, anche per noi che veniamo da lontano. Si accendono i portatili e schede delle fotocamere dentro i soft d'elaborazione: PhaseOne Capture fianco a fianco Lightroom. Caricate le immagini il silenzio raddoppia.
Il cielo non smette un attimo di buttar bombe: così il neo linguaggio orwelliano. Bombe d'acqua. Guerra meteorologica in Emilia-Romagna fertile e sana. Che dà fastidio all'Agenda 2030.
Fa qualcuno...sì, ecco le mie immagini, dico. E appena compaiono a monitor, altro silenzio e c'è da capirli: questo è scemo, anche se non espresso a viva voce, viene fin qui per fotografare a spizzichi e bocconi, e non si vede un'immagine di reportage like Amerika style, americanate con grandangolo spinto su corpi inermi, vivi o morti che siano. Fuori l'aria è fredda, umida, e qui al computer i fotogrammi di Manunzio...arte mal posta. Niente, soprattutto, immagini strappa lacrime che tanto ma proprio tanto “commuovono” i tele-utenti eterodiretti dalle Televisioni: e uno pensa ma se dobbiamo ricalcare i fotogrammi via etere che ci siamo venuti a fare?


Ps. Scritto mica male è parto di pura fantasia, quanto a immagine della “tragedia” la fonte è l'archivio di Manunzio...ricordava lo scianco Ando Gilardi (pure altri detti teorici del linguaggio fotografico) dalle pagine di Progresso Fotografico che la "fottografia", ecco, è la didascalia. La fotografia, infatti, è altra cosa: lato traslato e fate come vi pare




Ieir oggi e...domani non v'è certezza


I borghesi son tutti dei porci. Più sono grassi più sono lerci. Più son lerci e più c'hanno i milioni. I borghesi son tutti c...


Compà clicca su l'immagine e se non han spostato il link ti puoi deliziare con Gaber, come ieri cinquant'anni fa


Ps. Quello che vedrai, paisà, è la piece teatrale ma del 1991 e che noi abbiamo visto a queste latitudini: libidine!



Eccoci qua frisch' e 'bbuon'


Beh certo dieci anni e sembra...un lampo, elettronico si capisce. Iddio santo quante cose nel frattempo accadute.
Cominciavamo, appunto dieci anni fa, con una Elegia in memoria di un amico che non c'è più: giovane poeta di quei che più disarmati manco Gesù Cristo vi riuscirebbe. Sit tibi terra levis Luciano, che rivedo sorridente ed ignaro in una fotografia d'archivio d'un sessantottino Manunzio, quando il Mondo sembrava a portata di mano Pace & Concordia: conto senza l'oste delle luciferine Ur-Lodge sovranazionali, stesse dell'invenzione del Corona-virus (strada facendo si è perso pure la vaccinazione contro il vaiolo delle scimmie, sembrava lì lì “nuova peste” incombere e ben promettente per BigPharma e loro prezzolato Speranza del caso, Ministro della Salute! Associato alla Fabian Society of London e per chi ne ha voglia vada a vedersi questa “luciferina” malthusiana associazione di “buoni fratelli”: vero D'Alema?) in attesa di ben altro. E c'è da capirli stan combattendo la loro ultima Stalibgrad War in quella stessa Ukraine d'antan e sappiamo benissimo come è andata a finire: vero Panzer Divison hitleriane e Armir italiano cui duecentocinquantamila soldati poche migliaia tornarono a baita? E non solo alpini ma la meglio gioventù dell'epoca mandati a morte certa nelle gelide steppe russe. Russi che attendono sornioni il loro impareggiabile Generale Inverno: vero drag queen contro-natura Zelensky? Vieni avanti cretino e non certo lo sketch Chiari-Campanini della televisione in bianconero di tanti e troppi anni fa, paragonati al corrente digitale, si capisce. Forse!

La meglio gioventù




Sessantotto e dintorni. Il cine teatro ha il suo proscenio dove si esibiscono di volta in volta artisti d’ogni repertorio, come quella volta che arrivò a queste lande la PFM, o premiata Forneria Marconi e fu ‘na bella “infornata” e di brani cui si conservano fotogrammi accidentati di sviluppo. Ma ci sono.
Proscenio e non si capisce perché non utilizzare lo Stabile cittadino, un San Carlo teatro in miniatura e suo loggiato, rimesso in auge (politica per voti che cosa non si fa) solo trent’anni fa.
Cine teatro, quindi, dove era di “moda” assistere anche a improvvisate Jam session, e di un casino infernale: ma a vent’anni…
Restano i fotogrammi di mezzo secolo fa; Gianni Anastasi che sta alla batteria pare lì ancora oggi. Gianni che una volta in Inghilterra poi pare in Spagna e non si sa dove tira la sua esistenza: olè

Man

Ps. Come ogni guerra che si rispetti, compreso il Sessantotto che questo fu, dopo c’è il ritorno a casa o come direbbero i nordici “a baita”, qui no: una generazione dispersa compreso un amico finito in Ucraina, e forse da lì ritornò il padre in Italiana reduce di Russia, ogni dove della Terra. Sfasciata genia come la cifra corrente del Nuovo (dis)Ordine Mondiale vuole, e pare riuscirvi bene

Pss. La luce in scena è sufficiente all’utilizzo della Ilford HP4, in seguito prenderà il cinque, forse alla sensibilità nominale di 400 Asa/Iso o tirata ad 800: e chi lo ricorda più (vero che si conserva da qualche parte il quaderno di camera oscura, però…) così lo sviluppo tra Rodinal Agfa, e più Microphen della stessa Ilford. Buio ancora su la macchina utilizzata, siamo in era analogica, verosimilmente la Yashica Electro X a telemetro che ancora funziona cinquant’anni dopo l’evento, quanto una odierna digitale…che tuttavia è impareggiabile nella riproduzione al posto del “classico” scanner da passarci le notti: Olympus E1 e ottica macro, il resto è di quei miracoli che solo il digitale consente oltre a regolazioni via Lightroom/Pshop impensabili su l’analogico
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