Manunzio




Ragionier Salgado: fotografo per Grazia ricevuta

Amici, fotografi, non vengo a lodare lo smartphone. Salgado dice che quella che fai con lo smartphone non è fotografia. E Salgado è fotografo famoso...

Ora messa così è sublime ironia (W. Shakspeare, Giulio Cesare) che manco la vulcanica fantasia Manunzio vi riuscirebbe. Salgado appunto, sì, già di Kuwait fire on desert, Genesi e Mano dell'uomo e che presto dovrà provvedere per politically correct scattare Mano della donna. Certo sta poi a vedè dove mette la mano sta donna, e non indaghiamo divagando ché Salgado uomo d'onore, amico nostro è.
Infine come qualcuno avrà pur notato vi usiamo, invece di “scatto fotografico” il più consono e forse filologicamente (!?) Immagine: immagine fotografica che è una parte di, come scriverei immagine sonora se fossi musicista....Sinestesia a dirla tutta ché pure ci azzecca, ma qui è giusto e saggio fermarsi...iPhone o Android che sia

...ma se io fossi Salgado e Salgado me, ci sarebbe qualcuno che muoverebbe la gente d’immagine a ribellarsi e ad affermare che sì, con lo smartphone, si può fare fotografia...


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https://www.pmstudionews.com/la-colonna-infame/news-e-colonna-infame/la-colonna-infame/la-colonna-infame-salgado-e-lo-smartphone-si-e-fotografia



Ps. In gioventù (Salgado) percorreva a cavallo le piantagioni di caffè della famiglia. Fu a Londra, a rappresentare i coltivatori di caffè brasiliani che s’appassionò alla fotografia ed ebbe una corte ad aiutarlo.
Resta da capire se fu grazie al Gran Venerabile della Loggia Fabian Society, o di sua Maestà (God Save The Queen) la ”obbedienza” di York o altre Logge a far sì che il nostro diventasse, sì, infine fotografo ma con fazenda/piantagioni di banane che è meglio

Pss. Prima o poi dovrò decidermi a comprare l'Apologia fotografica del Salgado, mettere i fotolibri in libreria personale adorno di fiori e candela a memento





C'è chi dice ancora no

Quantomeno alle baggianate dice no, argomentando. E di sti tempi in-out acceso spento, mi piace o non mi piace può essere un pausa per riflettere: si vabbè con sti cadaveri che camminano!
Sia come sia la cosa è decisamente intrigante (veniamo pensando da tempo stessa cosa e per un sessantottino da ragionarci su mica difficile) lunghetta da riportarsi a “schermetto” iphonesco ché dopo due riga altro giro altra prova, non di meno diamo il link per chi ha tempo voglia. Amen. Ra



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Pericolo 5 Stelle: i Disattivatori del dissenso ritornano
La guerra in Ucraina per la pacificazione pentastellata italiana: come il carceriere degli italiani Giuseppe Conte e il suo partito cercano di rifarsi il look con l'aiuto di giornalisti e parte del dissenso.

https://comedonchisciotte.org/pericolo-5-stelle-i-disattivatori-del-dissenso-ritornano/

Ps. Sono gli stessi squallidi figuri che il giorno prima tutti a far distinguo (vedasi Dibba) eterodiretti su Covid e suo elisir by BigPharma & Co. Oggi questo liquame umanoide riciclati e travasati come un tempo lo “sconfitto” Fascismo iniettato nella Democrazia Cristiana, sono i sacerdoti prezzolati della “pace” da farsi con calma: Roma si è fatta una pietra alla volta, no? Libera muratoria luciferina, al solito, uber alles!

Last update: chiacchiere il tabaccaio vende, diversificazione del portfolio totalitario Nazifascista Ur-Lodges a base Adenocromo, ora infatti è il momento dei "buoni"...Ordinari del Tesoro, Tedeschi, Americani...

La Carta della Nuova Umanità: “La Pace è Rivoluzione”
https://comedonchisciotte.org/la-carta-della-nuova-umanita-di-marco-guzzi-la-pace-e-rivoluzione/

“Rivoluzione civile” si chiamò anche il primo movimento fondato da Ingroia
https://www.lastampa.it/cronaca/2020/11/11/news/ingroia-e-la-parabola-dell-ex-pm-antimafia-condannato-a-un-anno-e-10-mesi-1.39528543

Addio Coalizione sociale, il sogno di Maurizio Landini ora è la cooptazione nella Cgil
https://formiche.net/2016/09/rivoluzione-addio-il-sogno-di-landini-ora-e-la-cooptazione/

Manunzio fotografo sin dal 1969



Regno delle Due Sicilie, ora è sempre. Mah

No niente colpi di sole, o nostalghia scritto così che è invenzione svizzera** di tre secoli fa, giorno più giorno meno. Anzi, è altro modo per rispondere a tale Veneziani da Palazzo Venezia d'antan.
Capisco abituati come siete a compulsioni su tastiere griffate o meno (vi apparteniamo ai primi con uno scasso, ma va bene così, usato solo in ambito domestico in sorta di enciclopedia/etimology al volo e del caso; sì, iPhone regalo del secondogenito) che parlare di un “fascio” il Veneziani nostalgico è tempo perso. E poi, sì, siamo tutti ex qualcosa figurasi chi scrive.
E dunque gira che ti rigira per il mare web, ci si imbatte in una cosa datata ma apprezzabile: vabbene è na fimmina ca stai a parlari. Ora e chiudiamo quando a Manunzio gli si fa un ragionamento tout court “razionale” e condivisibile lui non si attacca al tristo uomo-donna che l'ha detto, tutt'altro

**"...era il 1688, infatti, quando lo studente svizzero Johannes Hofer, nella sua tesi di laurea in medicina, inventò il termine “nostalgia” con il preciso intento di definire una condizione clinica riscontrabile empiricamente, ma che ancora non aveva dignità scientifica...”
e benzodiazepine et simila di BigPharma, aggiungiamo noi

Letizia Battaglia fotografa, Centro Pecci Web Tv


Marcello Veneziani “Non sparate sull’Inno a Roma” che pure noi quando siamo incazzati neri (sempre con certe Vestali in circolazione, vietata!) canticchiamo, e poi è Puccini che volemo fa?

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https://www.marcelloveneziani.com/articoli/non-sparate-sullinno-a-roma/

Ps. Nomen omen a volte oltre ogni immaginazione, Letizia: nome affettivo e augurale, che continua il latino Laetitia, letteralmente "gioia", "felicità", "allegria" e Battaglia il family name. Che dire di più?

Manunzio fotografo sin dal 1969


Trascurata non a caso nei “manuali” di certuni sedicenti fotografi à la page ben pasciuti di trite ideologie a senso unico omologante, l'essenza luce-anima (statuto) stessa della fotografia è lasciata a semplici espressioni soprattutto tecniche; si lamenta, dicono i sedicenti fotografi-scritturali eterodiretti un tot a telecomando, del pattume fotografico non solo imperante dal web ma anche ai seipertre stradali e rare copie in offset digitale. E d'altronde chi semina liquame, liquame poi raccoglie su l'altare del Moloch transumanista funzionale alla giostra degli acquisti


Munari delenda est...


Chi ben comincia a metà dell'opera è, o il mattino ha l'oro in bocca (solo lì?). Dunque qualche giorno di Full imersion: un momento che avete capito? No, niente acqua mare pubblicitario di uomini e donne (difficile distinguere l'un l'altro ma tant'è) con paletta e secchiello su la spiaggia possibilmente tropicale con anche qualcosa in mano e bocca gocciolante di...panna. E meno male che vuole il film “La vita non è un gioco da ragazzi”. No, ancora imersion in “buia & onirica” dimensione che prova fare il verso, ma è altra cosa dalla dark room dove avveniva e tutt'ora il processo alchemico, trasmutazione della “pietra” filosofale...per i grembiulini.
Ancora presa pure la scatola di impalpabili fogliettini avvolgente Baci Perugina, di quelle frasette (dotte citazioni?), dolci appunto, che leggi mentre le ganasce mascellari triturano i pezzettini di nocciolato inside il cioccolatino.
Più ancora a dir vero il fogliettino, che qui si richiama, è un po' lunghetto e leggerlo su lillipuziani monitor iPhone & Android, na tragedia ammesso che qualcuno riesca a “capire” la lingua in cui è scritto: ci siamo intesi.
Allora mettiamola così: giusto l'abbrivo poi chi vuole arrivare sino al fondo, a proprio rischio e pericolo because time is money, right, all'allegato sottostante di scrittura molto più che condivisibile. Fine prima parte

...la fotografia è un'altra cosa che ha avuto un più reale e più profondo magistero sulle anime...

Link Guido Piovene


Ps. Niente di personale, anzi, l'uso delenda-ideologia-pensiero unico-omologazione che viene dal Latino (calco m.p.catone aggiornato) verbo delere è ben più che nostro “accidente” filosofico; certo da non credere pure l'informatico “omologo” Latino è. Molto più che semplice “loan” ma ci fermiamo qui





A volte sono gli alberi d'Africa a chiamare...

Uno still-life che viene dato, al solito, gratis e manco dovete comprà (suvvia Manunzio si dice acquistare, lei che parla della giostra degli...) un libro di “manualistica”: Qui habet aures audiendi, audiat. Marco 4. 23.
E sono proprio certi lontani ritmi (qui è l'intrigante voice of Fiorella Mannoia su musica del beffardo Ivano Fossati) come treni a vapore, di stazione in stazione riportano storie: A.O.I. Africa Orientale Italiana, WWII. Breve: un cartone di recupero imballo a mo' di limbo; fotocamera folding/soffietto; mostrina militare di Manunzio pari gli occhiali fumé; penna parastilografica; elefante bomboniera. Illuminazione, specchio da signora per trucco. Macchina CCD su cavalletto, Iso 50 a f 8.0 e 15 secondi di posa, via remote control, grazie a filtro ND rotante che ha consentito la “pennellata”. A latere via iPhone l'immagine del set e altro.
Tutto qua. E non spendete soldi inutilmente in “manovali” scritti da donzelle affariste. Donne dalla notte dei tempi e loro malie, un po' pelose. Mah!

Ps. Treni a vapore l'headline, cantata da Mannoia




18 Maggio maggio 2023 ore 7.11 Forlì a bordo gommone Vigili del Fuoco un momento di tregua del cielo. La strada che giorni prima si percorreva a piedi, ora è invasa dai detriti alluvionali. Proseguono le operazioni di soccorso dei Vigile del Fuoco per mettere in sicurezza gli abitanti rimasti intrappolati nelle abitazioni


Emilia-Romagna submerged
Un collega fotografo parte insieme con altri due alla volta dell'Emilia-Romagna, Manunzio li segue per vedere l'effetto che fa, trovarsi dinanzi immane distesa d'acque. Porto solo la Olympus C-5050 tanto per avere qualche appunto, ché i tempi del mitico reportage Sessantotto e d'intorni (quando fessi fessi immaginavamo di cambiare il mondo, pensa te, con le fotografie cosiddetta sociale) è remota reliquia.
Arriviamo alle prime luci dell'alba sotto un cielo di ferro e paesaggio spettrale: acque a perdita d'occhio inimmaginabile, come le immagini di Stampa & Regime catodica, con l'aggravante, se è possibile, che queste dall'alto in streaming dà alla tragedia estensione metafisica, d'Apocalisse, via Riscaldatori atmosferici a Stelle & Strisce; lo si intuisce. E' l'Agenda 2030 controllo anche del tempo a scopo bellico vs il popolo inerme (!?) a dispiegare sue di essi, come per il Covid, le ali luciferine.
Acqua dove lo sguardo si posa, a 365 gradi della scala Mercalli, sì, un terremoto di acqua fango smottamento lacrime e morti.
Sicché in un punto indeterminato perdo la cognizione del tempo, e i miei amici che vanno per la loro a fotografare. Sì, prima ci siamo dati appuntamento in un luogo di ritrovo: ma ognuno per sé e Iddio per tutti.
Ora da dove si comincia a “documentare”? Non c'è anima viva. Acque. Stupore pure sui volti dei soccorritori, intorpiditi dinanzi l'inenarrabile. Ecco un grido come la tela di Munch che squarcia l'aria, qualcuno chiede aiuto da una casa, dal tetto. Lì un casolare alla deriva nelle acque, che vien giù senza tregua e che Iddio la manda. Manunzio guarda, osserva e di tanto intanto quasi a ritrosia uno scatto tanto per...
Il cielo è appena schiarito quando i primi gommoni e pagaie valica acque di strade, che qualche ora prima si percorrevano a piedi. Rumori di pale e rotori ma chi le guarda? L'acqua immonda trascina e mescola tutto, i morti dai cimiteri: no, non si vedono bare uscite dalla terra solcare l'onda. Ma morti e vivi, sì. Le chiare acque domestiche frammiste a liquami di fogna, un bel mix per il prossimo colera e vaccinazione di massa, stile Covid. Infine acque zuppe di oli minerali di fabbriche divelte e spettrali. Una tragedia nella tragedia che Stampa & Regime si guarda bene dal mostrare, mettendo in onda, ora “angeli” giovani che...ma a Firenze dell'Arno 1966 lì c'era la meglio gioventù e da tutto il mondo, qui volti di ragazzini con occhio all'iPhone in scampagnata eppure immortalati dalle televisioni. E dove i giornalaisti, scritto così? Eccoli con i pedi in acqua e teletrasmettono: verrebbe voglia di affogarli, nelle acque.
A sera mezzo fradicio e 'mbriaco (instupidito dal tutto) finalmente con l'aiuto di “gommisti” salva gente arrivo al luogo convenuto con gli altri fotografi. E ci accoglie un bar non meno invaso del resto, ma il gestore di quei romagnoli sanguigno e volitivo ci invita a salire al piano nobile del locale e prendere qualcosa di caldo. Si chiacchiera, sì, ma le parole sono tese, anche per noi che veniamo da lontano. Si accendono i portatili e schede delle fotocamere dentro i soft d'elaborazione: PhaseOne Capture fianco a fianco Lightroom. Caricate le immagini il silenzio raddoppia.
Il cielo non smette un attimo di buttar bombe: così il neo linguaggio orwelliano. Bombe d'acqua. Guerra meteorologica in Emilia-Romagna fertile e sana. Che dà fastidio all'Agenda 2030.
Fa qualcuno...sì, ecco le mie immagini, dico. E appena compaiono a monitor, altro silenzio e c'è da capirli: questo è scemo, anche se non espresso a viva voce, viene fin qui per fotografare a spizzichi e bocconi, e non si vede un'immagine di reportage like Amerika style, americanate con grandangolo spinto su corpi inermi, vivi o morti che siano. Fuori l'aria è fredda, umida, e qui al computer i fotogrammi di Manunzio...arte mal posta. Niente, soprattutto, immagini strappa lacrime che tanto ma proprio tanto “commuovono” i tele-utenti eterodiretti dalle Televisioni: e uno pensa ma se dobbiamo ricalcare i fotogrammi via etere che ci siamo venuti a fare?


Ps. Scritto mica male è parto di pura fantasia, quanto a immagine della “tragedia” la fonte è l'archivio di Manunzio...ricordava lo scianco Ando Gilardi (pure altri detti teorici del linguaggio fotografico) dalle pagine di Progresso Fotografico che la "fottografia", ecco, è la didascalia. La fotografia, infatti, è altra cosa: lato traslato e fate come vi pare



iPhone4
Aldilà-del-bene-e-del-male(Pubblicità Regresso)

Una volta si diceva “Scherza con i Fanti e lascia stare i Santi” a ricordarne non oltrepassare le colonne (Jakin & Boaz) della sacralità. Ridotta al Nulla il circondario vivere si gioca, pure, con la Morte, ben sapendo che è essa a giocare con noi Tutti a tempo debito e secondo le Parche, o predestinazione o ruolo che si è scelto nella reincarnazione. Sit tibi terra levis. Amen. Ra



Ho andato a squola

Si propto così. Mo' passato davante la libbreria ca sta' davanto la cucina (non di solo panino con hamburgher vive l'omo, accusì dice la Bibbia) l'uocchio ha veduto la scena. Mo' nun z' puote fitografare pecché è scura la scena. E accussì aggio ricostruito tutto tipo, cum dicene li mericani, still-life ca in degua (lingua) 'taliana significa Natura morta, a loro e quanta ne tenene... Po, ca nun è lu fiume, ma vuol dicere dopo, cu lu telefonine aggio fatto 'u scatt'. Anguora (ancora) in Photoscopa aggio truccat' nu poc' tutt' p' cos' e fa vedè ca so bbrav' pur' io. Ecco so cuntent' assai compà, chi piacere, eh!


Ps. I libri pila colonne ( Jakin e Boaz?) sono nell'ordine da sinistra a destra. Dante, Boccaccio, Petrarca i Padri del 'taliano dire. A seguire Vasari e sua Opera (sulfurea?) su gli Artisti (pruriti di Manunzio, no?) sempre 'taliani. L'immancabile Leopardi dalla copertina consumata, alla lettera. E 'ncoppa? Certo mica è fesso Manunzio: Guglielmo, oops, William Sir Shakespeare così ci diamo una patina international. Tutto qua. La mela-malum e sin troppo “emblematica” e non si dice oltre, anche perché, le Lor Signorie che ne sanno e di simboli ed altro più di Manunzio, compatiscano


© G. B. Gardin Lido di Venezia, 1959. A sinistra, del triangolo compositivo, due coniugi e neonato, l'orizzonte marino, tumultuoso quanto si vuole, è altro dall'immagine colorata del Manunzio, dove il triangolo ipotetico è, sì, dei due su battigia ma il punto è all'orizzonte, in realtà natante. E qui lo sguardo va oltre le figure, non come nel bianconero dai toni cupi e drammatici (due solitudini protagoniste verosimilmente alla stregua, su la stessa lunghezza d'onde, ecco, la celeberrima macchina su la scogliera inglese in pari giorno tempestoso sempre di G.B. Gardin) mentre l'immagine digitale “stratificata” a fasce in orizzontale parla d'altro: i due "solo" protagonisti marini d'una metafora forse ai limiti di significato. E in ogni caso, bianconero reportage e colore meditato, due universi paralleli che un arcano ha fatto sfiorare, rispecchiarsi, per disperdersi nell'Universo mare ognuna per la sua


Al Maestro G. Berengo Gardin

Maestro l'ultima volta che ci siamo incrociati è più di vent'anni fa ad Alberobello, mentre venivo dalla convicina Lucania sotto un diluvio, quel giorno, che Iddio la menava a secchiate (la stampa ancora non la chiamava “bomba” d'acqua).
Trulli che già di prima mattina, una sala, era pronta per il “diner” fra aromi di cuccia pugliese e...d'un trinariciuto Denis Curti, che trafficava incazzato ed inavvicinabile: Potenze Numinose, i cosiddetti “curatori”!
Lei Maestro se ne stava, come i Santi in edicole, dietro i vetri d'ingresso sotto una luce incerta dell'happening, ma come lontano fuori luogo, va tu mo' a sapé. Certo lei contraccambiò il saluto come si conviene a persone dette “civili”, mentre provai a ricordarle quella volta, in un altrettanto remoto spazio-tempo, un workshop su la Riviera del Conero dalle parti d'Ancona.
Un passo indietro ché stamani alle prime luci Manunzio è già al telefonino, un vetusto iPhone per ricerche: e che avete capito! Vagando di qua e di là nella ricerca di un qualcosa che, uso dire, si ha su le labbra, ecco...Sia come sia m'imbatto in quelle pippe di certuni che spartono la fotografai come la testa le orecchie! Maestro ci siamo intesi, giacché proprio in quel lontano workshop, sottponendole plasticoni che mi ero portato da casa-studio, disse e lo ricordo preciso:”Lei, il Manunzio, ha una composizione tipica del bianconero”. Proprio così nato in epoca bianconero.
A farla breve, nella ricerca telefonica mi capita (avevo perso memoria al riguardo) un suo scatto, messo in copertina qui, in alto.
Sicché mi si è acceso un rimando, ché il Manunzio ne ha un simile fotogramma, a colori in digitale, sopra di fianco: confronto no. Sia per la scelta del digitale, allora più di vent'anni fa me l'ero portata dietro in vacanza con un portatile, antelitteram, con Win 98!
Orbene tranne l'analogia di primo acchito null'altro li accomuna: Manunzio quando scatta pensa a sé, all' “attimo (s)fuggente” e tante e troppe altre cose...La prospettiva del bianconero, poi, è piatta e “sbilenca” con soggetti divergenti, inclinati, l'un l'altro; quant'altro di più lontana parentela fra il suo scatto e il digitale “terrestre” a colore.
Scrivo questo perché già un'altra volta (combinazione astrale?) e con Kiarostami regista, si ritorna sopra una prossima, c'è della “somiglianza” d'un suo scatto stradale.
Salute Maestro e che le Potenze Numinose ce ne conservi ancora memoria, vivente




Janez (detto)

Un furetto dolente, di chi combatte contro il proprio destino. Impiegato in sordido ufficio, dattilografo-factotum, per questo, mal sopportato (odiato?) dai suoi sodali d'avventura: un altro Fantozzi sbeffeggiato.
Intelligente o, uso dire, “scarpa grossa” e cervello fine, viene da un paese/masseria scurdat' da Crist', qui vicino. E di giorno, ché di pomeriggio postprandiale e sera lo si trova, barcollante, per le vie del centro o una di quelle traverse squallide. Mal sopporta il vino, i suoi occhi piccoli e porcini lo confermano ogni volta che vien fuori, tenendosi ai muri, da quell'antro buio e muschiato della Taverna di Santa Lucia pieno di aromi e soffritto (frattaglie interiora d'animali in salsa, brodetto) e vino versato in bicchieri ottagonali: scist', vino, da grossi otri-damigiane ad angolo del bancone di marmo grigio venato, o forse, ancora, zozz'.
Troppi anni sono passati e di Janez, al secolo L. I., più nessuna notizia: sit tibi terra levis?

NB. Il tono dell’immagine è quello d'una riproduzione su Ilfobrom via iPhone, non si sa che fine o in quale parte dell'archivio Manunzio è presente (forse) il negativo originale 135 su pellicola Hp5 Ilford


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