date » 03-06-2023 12:06
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A volte sono gli alberi d'Africa a chiamare...
Uno still-life che viene dato, al solito, gratis e manco dovete comprà (suvvia Manunzio si dice acquistare, lei che parla della giostra degli...) un libro di “manualistica”: Qui habet aures audiendi, audiat. Marco 4. 23.
E sono proprio certi lontani ritmi (qui è l'intrigante voice of Fiorella Mannoia su musica del beffardo Ivano Fossati) come treni a vapore, di stazione in stazione riportano storie: A.O.I. Africa Orientale Italiana, WWII.
Breve: un cartone di recupero imballo a mo' di limbo; fotocamera folding/soffietto; mostrina militare di Manunzio pari gli occhiali fumé; penna parastilografica; elefante bomboniera. Illuminazione, specchio da signora per trucco. Macchina CCD su cavalletto, Iso 50 a f 8.0 e 15 secondi di posa, via remote control, grazie a filtro ND rotante che ha consentito la “pennellata”. A latere via iPhone l'immagine del set e altro.
Tutto qua. E non spendete soldi inutilmente in “manovali” scritti da donzelle affariste. Donne dalla notte dei tempi e loro malie, un po' pelose. Mah!
Ps. Treni a vapore l'headline, cantata da Mannoia
date » 23-05-2023 11:04
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18 Maggio maggio 2023 ore 7.11 Forlì a bordo gommone Vigili del Fuoco un momento di tregua del cielo. La strada che giorni prima si percorreva a piedi, ora è invasa dai detriti alluvionali. Proseguono le operazioni di soccorso dei Vigile del Fuoco per mettere in sicurezza gli abitanti rimasti intrappolati nelle abitazioni
Emilia-Romagna submerged
Un collega fotografo parte insieme con altri due alla volta dell'Emilia-Romagna, Manunzio li segue per vedere l'effetto che fa, trovarsi dinanzi immane distesa d'acque. Porto solo la Olympus C-5050 tanto per avere qualche appunto, ché i tempi del mitico reportage Sessantotto e d'intorni (quando fessi fessi immaginavamo di cambiare il mondo, pensa te, con le fotografie cosiddetta sociale) è remota reliquia.
Arriviamo alle prime luci dell'alba sotto un cielo di ferro e paesaggio spettrale: acque a perdita d'occhio inimmaginabile, come le immagini di Stampa & Regime catodica, con l'aggravante, se è possibile, che queste dall'alto in streaming dà alla tragedia estensione metafisica, d'Apocalisse, via Riscaldatori atmosferici a Stelle & Strisce; lo si intuisce. E' l'Agenda 2030 controllo anche del tempo a scopo bellico vs il popolo inerme (!?) a dispiegare sue di essi, come per il Covid, le ali luciferine.
Acqua dove lo sguardo si posa, a 365 gradi della scala Mercalli, sì, un terremoto di acqua fango smottamento lacrime e morti.
Sicché in un punto indeterminato perdo la cognizione del tempo, e i miei amici che vanno per la loro a fotografare. Sì, prima ci siamo dati appuntamento in un luogo di ritrovo: ma ognuno per sé e Iddio per tutti.
Ora da dove si comincia a “documentare”? Non c'è anima viva. Acque. Stupore pure sui volti dei soccorritori, intorpiditi dinanzi l'inenarrabile. Ecco un grido come la tela di Munch che squarcia l'aria, qualcuno chiede aiuto da una casa, dal tetto. Lì un casolare alla deriva nelle acque, che vien giù senza tregua e che Iddio la manda. Manunzio guarda, osserva e di tanto intanto quasi a ritrosia uno scatto tanto per...
Il cielo è appena schiarito quando i primi gommoni e pagaie valica acque di strade, che qualche ora prima si percorrevano a piedi. Rumori di pale e rotori ma chi le guarda? L'acqua immonda trascina e mescola tutto, i morti dai cimiteri: no, non si vedono bare uscite dalla terra solcare l'onda. Ma morti e vivi, sì. Le chiare acque domestiche frammiste a liquami di fogna, un bel mix per il prossimo colera e vaccinazione di massa, stile Covid. Infine acque zuppe di oli minerali di fabbriche divelte e spettrali. Una tragedia nella tragedia che Stampa & Regime si guarda bene dal mostrare, mettendo in onda, ora “angeli” giovani che...ma a Firenze dell'Arno 1966 lì c'era la meglio gioventù e da tutto il mondo, qui volti di ragazzini con occhio all'iPhone in scampagnata eppure immortalati dalle televisioni. E dove i giornalaisti, scritto così? Eccoli con i pedi in acqua e teletrasmettono: verrebbe voglia di affogarli, nelle acque.
A sera mezzo fradicio e 'mbriaco (instupidito dal tutto) finalmente con l'aiuto di “gommisti” salva gente arrivo al luogo convenuto con gli altri fotografi. E ci accoglie un bar non meno invaso del resto, ma il gestore di quei romagnoli sanguigno e volitivo ci invita a salire al piano nobile del locale e prendere qualcosa di caldo. Si chiacchiera, sì, ma le parole sono tese, anche per noi che veniamo da lontano. Si accendono i portatili e schede delle fotocamere dentro i soft d'elaborazione: PhaseOne Capture fianco a fianco Lightroom. Caricate le immagini il silenzio raddoppia.
Il cielo non smette un attimo di buttar bombe: così il neo linguaggio orwelliano. Bombe d'acqua. Guerra meteorologica in Emilia-Romagna fertile e sana. Che dà fastidio all'Agenda 2030.
Fa qualcuno...sì, ecco le mie immagini, dico. E appena compaiono a monitor, altro silenzio e c'è da capirli: questo è scemo, anche se non espresso a viva voce, viene fin qui per fotografare a spizzichi e bocconi, e non si vede un'immagine di reportage like Amerika style, americanate con grandangolo spinto su corpi inermi, vivi o morti che siano. Fuori l'aria è fredda, umida, e qui al computer i fotogrammi di Manunzio...arte mal posta. Niente, soprattutto, immagini strappa lacrime che tanto ma proprio tanto “commuovono” i tele-utenti eterodiretti dalle Televisioni: e uno pensa ma se dobbiamo ricalcare i fotogrammi via etere che ci siamo venuti a fare?
Ps. Scritto mica male è parto di pura fantasia, quanto a immagine della “tragedia” la fonte è l'archivio di Manunzio...ricordava lo scianco Ando Gilardi (pure altri detti teorici del linguaggio fotografico) dalle pagine di Progresso Fotografico che la "fottografia", ecco, è la didascalia. La fotografia, infatti, è altra cosa: lato traslato e fate come vi pare
date » 28-02-2023 12:25
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© G. B. Gardin Lido di Venezia, 1959. A sinistra, del triangolo compositivo, due coniugi e neonato, l'orizzonte marino, tumultuoso quanto si vuole, è altro dall'immagine colorata del Manunzio, dove il triangolo ipotetico è, sì, dei due su battigia ma il punto è all'orizzonte, in realtà natante. E qui lo sguardo va oltre le figure, non come nel bianconero dai toni cupi e drammatici (due solitudini protagoniste verosimilmente alla stregua, su la stessa lunghezza d'onde, ecco, la celeberrima macchina su la scogliera inglese in pari giorno tempestoso sempre di G.B. Gardin) mentre l'immagine digitale “stratificata” a fasce in orizzontale parla d'altro: i due "solo" protagonisti marini d'una metafora forse ai limiti di significato. E in ogni caso, bianconero reportage e colore meditato, due universi paralleli che un arcano ha fatto sfiorare, rispecchiarsi, per disperdersi nell'Universo mare ognuna per la sua
Al Maestro G. Berengo Gardin
Maestro l'ultima volta che ci siamo incrociati è più di vent'anni fa ad Alberobello, mentre venivo dalla convicina Lucania sotto un diluvio, quel giorno, che Iddio la menava a secchiate (la stampa ancora non la chiamava “bomba” d'acqua).
Trulli che già di prima mattina, una sala, era pronta per il “diner” fra aromi di cuccia pugliese e...d'un trinariciuto Denis Curti, che trafficava incazzato ed inavvicinabile: Potenze Numinose, i cosiddetti “curatori”!
Lei Maestro se ne stava, come i Santi in edicole, dietro i vetri d'ingresso sotto una luce incerta dell'happening, ma come lontano fuori luogo, va tu mo' a sapé. Certo lei contraccambiò il saluto come si conviene a persone dette “civili”, mentre provai a ricordarle quella volta, in un altrettanto remoto spazio-tempo, un workshop su la Riviera del Conero dalle parti d'Ancona.
Un passo indietro ché stamani alle prime luci Manunzio è già al telefonino, un vetusto iPhone per ricerche: e che avete capito! Vagando di qua e di là nella ricerca di un qualcosa che, uso dire, si ha su le labbra, ecco...Sia come sia m'imbatto in quelle pippe di certuni che spartono la fotografai come la testa le orecchie! Maestro ci siamo intesi, giacché proprio in quel lontano workshop, sottponendole plasticoni che mi ero portato da casa-studio, disse e lo ricordo preciso:”Lei, il Manunzio, ha una composizione tipica del bianconero”. Proprio così nato in epoca bianconero.
A farla breve, nella ricerca telefonica mi capita (avevo perso memoria al riguardo) un suo scatto, messo in copertina qui, in alto.
Sicché mi si è acceso un rimando, ché il Manunzio ne ha un simile fotogramma, a colori in digitale, sopra di fianco: confronto no. Sia per la scelta del digitale, allora più di vent'anni fa me l'ero portata dietro in vacanza con un portatile, antelitteram, con Win 98!
Orbene tranne l'analogia di primo acchito null'altro li accomuna: Manunzio quando scatta pensa a sé, all' “attimo (s)fuggente” e tante e troppe altre cose...La prospettiva del bianconero, poi, è piatta e “sbilenca” con soggetti divergenti, inclinati, l'un l'altro; quant'altro di più lontana parentela fra il suo scatto e il digitale “terrestre” a colore.
Scrivo questo perché già un'altra volta (combinazione astrale?) e con Kiarostami regista, si ritorna sopra una prossima, c'è della “somiglianza” d'un suo scatto stradale.
Salute Maestro e che le Potenze Numinose ce ne conservi ancora memoria, vivente
date » 25-08-2022 11:17
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© iPhone Manunzio/Michele Annunziata
Senza complicare i panni
Stativi da “saloon” belli robusti tutto fare, ma per spazi scenici ad hoc. Cavalletti a “cremagliera” detti da dilettanti: chi lo dice? La mamma! Cavalletti cavalletti, via, che servono alla bisogna. Vero. Provarsi con immagini da fermo ma pure da outdoor è a volte semplice necessità, nel primo caso da puristi nell'altro. Vero pure questo. Alzo specchio diaframma consono e “classico” f 8 i risultati (ap)pagano. Certo. Ma il tarlo rode sicché dopo aver ideato una base da ombrellone, nera pesante da non dirsi e acquisto via web non la solita Amazonia, però, invece del palo-ombrello ci ficcate il monopiede Manfrotto che tenete a far polvere...agganciata in verticale una lunga piastra tipo time-lapse, ancorata con strisce velcro, rotaia quindi, cui ci avete azzeccata una delle tante teste di...Manunzio eccoti una colonna saloon. Figo, sì, ma ci dovete stare attenti alle oscillazioni: alzo specchio, ritardo scatto-autoscatto-remote a filo. Vabbè e come lo muovete sto tabernacolo? Semplice dal soggiorno-salone-pensatoio-sala di posa tolto dalla “serra” di piante della coniuge (semp' cu 'na fell' e limon' mmocca...alias aspri mugugn...ché questo non è uno studio!) un quadrilatero di legno da sottovaso con rotelle...finisce sotto il basamento-colonna. Figo e tiene e ci fa le piroette: finalmente anche noi ci abbiamo lo “stativo saloon”. Dura minga. Ritorno al cavalletto Manfrotto, al braccio orizzontale che fa “figo” su cui una testa... del solito Manunzio va più che bene. Però. Ma allora uno non fotografa più? Gaudio fuochi d'artificio e festa una settimana ché finalmente ci siamo tolti di mezzo Manunzio e suo decennale Diary! Tombola. None. Il Colombo uovo? Forse. Agganciata alla camera, in immagine la splendida E 510 di Olympus con possibilità un po' macchinosa a dir vero del “live” scatto, la piastra ad L per verticali immagini ma pure orizzontale con in più l'invenzione del “caravelliere” che partito alla volta delle Indie si trova in America, a sua insaputa dicono i testi (scritti da chi?) scolastici. Insomma il genovese e suo uovo ci ha tolto ogni problema di “brandeggio” volante tanto da diventare una fissa (?!) usanza. E la protuberanza? Ahh ma è l'uovo anzidetto: una mano (destra) sul grip camera l'altra (sinistra) su la cicciottella staffa smontata da qualche parte che manco più si ricorda, almeno sino al giorno in cui...la manopola tornerà su l'accrocco stipato e saltato fuori: e mo'? Mo' mo' Moplen così il Carosello delle nove e poi tutti a nanna di Bramieri anch'egli cicciottello nella réclame della plastica a sostituire questo e quello nelle case degli italici Anni Sessanta!
© Foto Manunzio/Michele Annunziata
Less is...more
Azzeccata perifrasi in lingua, detta, inglese mistero nel mistero linguistico universale. Sia. Tuttavia affardellare farcire ed infine inzeppare la scena di ogni cosa a noi ci urtica. Non a caso nella biografia di Manunzio si cita Brassai circa il fatto che le nostre (noi pro domo majestatis si capisce) immagini e non foto devono titillare, ecco e di sti tempi...scollacciati. A buon intenditor dunque.
Ordunque tutti a me ché lo scrivere (foto&graphia) bisogna di quotidiano esercizio, e qui un esempio. Tavolo con vinile rifacente marmo, due posate gialle ed un limone tanto per gradire lo still life illuminato di soffusa luce bank: no? No, vetri reali di window e luce augustea (Agosto...) filtrata da velo che poi è la semplice tenda domestica del salotto adibito, con malcelata sopportazione dal coniuge...a set. Gente il tavolo di lavoro usuale (non è quello della seconda foto grezza verticale e poi elaborata) è perfettamente quadrotto; l'ambiente illuminato ed usato quasi sempre così, secondo stagione ed ora solare o men che sia, senza artifizi illumino-tecnici; il gatto che entra ed esce e qualche volta zompa sul set mena tutto per aria poi con sguardo a dì: ma che te stai a combinà, e poi nun me piace...rizompato pe tera se va per altre stanze. A latere (seconda foto in verticale) l'immagine intonsa del set senza modificazioni e con ben visibile il "bank" in uso!
Ps. Mezzo tecnico iPhone, veramente dell'immagine scattata c'è pure la versione di GH4 con macro Olympus via converter Oly da 4/3 a M 4/3, ma fa caldo e spedire nella Controra l'immagine via Pshop....E poi so' esercitazioni a “fuoco” no? Beh almeno questo!
Step by step
Pocketable photo. Provateci a fare quattro passi senza fissare in anticipo il dove, immancabile e per chi occhi fini, imbattersi in “quadretti” insoliti o situazioni viste e riviste tante di quelle volte che finite per non vedere più: non vi frega più di tanto da bipedi abitudinari. Ora se proprio il déjà vu è inondato da luce che, casomai, avete immaginato tante di quelle volte da fare il paio con l'indifferente andare passo dopo passo: che fate? Certo le migliori fotografie sono quelle che non si fanno (riescono a fare?) perché il difronte che vi si pare è talmente intrigante che ve lo gustate in perfetta solitudine!
Ma filosofia a parte se vi capita il face-to-dace inaspettato e sprovvisti d'un accidente di dsrl, un telefonino benedetto/maledetto che sia vi salva sicuro in calcio d'angolo. Sì, e per prova provata. Dite? Ahh ma allora siete senza possibilità di redenzione alcuna (il karma per una prossima volta, forse) voi e gli stramalediti minchiapixel!
Domandina per imbecilli: meglio avere un'immagine sottodimensionato, ecco, di pixel ecco, o nessuna bestemmiandoci su perché non siete usciti con il borsone pieno di ogni ben di Iddio per la giostra degli acquisti? Intelligenti al solito pauca verba, e più fatti...a non viver come bruti inteso come formato Raw, forse!
Ps. Quando è il caso ci portiamo dietro uno scassato iPhone che più d'una volata, però, si è dimostrato ottimo block notes di questi tempi infami “sotto chiave”
L'iPhone 12 Pro Max: Real Pro Photography
https://blog.halide.cam/the-iphone-12-pro-max-real-pro-photography-267ad4ac94e2