“Più ancora che una elaborazione mentale, Di Napoli sembra proprio alludere a una specie di sapere dell’occhio, un pensiero visivo che ricorda le tesi di Rudolf Arnheim, ma molto più consapevole di sé: il creatore di immagini “vede dentro il suo vedere”.
Un pensiero non innato come suggerisce la psicologia della Gestalt, ma che include un sapere: il veggente conosce gli strumenti che ha a disposizione per la creazione dell’immagine, e dunque vede il reale già in funzione del processo tecnico (delle potenzialità, dei limiti) con cui lo tradurrà in figura”
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L'occhio del pittore e quello del fotografo