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Il Gran Visir è morto
Anche i simboli, par strano eppure ma è così, se ne vanno. Civuddin’ (cipollina a causa del suo turbante) ha dato prova della sua ultima rappresentazione.
Certo per chi vive altrove è stato per tantissimi anni l’attrazione della festa padronale. E dovete sapere che per quanto religiosa sia la festa in onore di San Gerardo patrono del Capoluogo lucano, il focus è e sarà sempre Ciuvuddin’ stravaccato nella sua carrozza con narghilè e flabellati ai lati appiedati, in sorta di Nemesi alla rovescia: un turco che voleva conquistare la Città, questa venne salvata dall’apparizione dell’opportuno stacco della regia del coro angelico (a Roma eran state le oche a starnazzar allarme) che svegliò gli armigeri addormentatesi in una sera di fine Maggio; il tempo di dare a larme a larme (alle armi alle armi)…eppure il Gran Turco sfila non già in cattività, tutt’altro. Anzi e di nuovo tutt’altro tra gli ohh degli astanti (che in quella figura si riconoscono specchiati) il suo cocchio, e lui quasi “benedicendo” saluta le ali di folla che si snodano lungo le vie cittadine il ventinove di ogni Maggio, più o meno da quattrocento anni in ricordo della battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571) ne l’Egeo, vinta dalle galee cristiane su quelle turche
Sit tibi terra levis Gran Visir Alberigo Corvino
Man fotografo dal 1969