AV 10 anche Mac
Anzitutto andatevi a rilegger quanto già scritto: digitare in fondo casella Pte e vi rimanda a “la casetta degli attrezzi”, propedeutico alla comprensione di quando veniamo scrivendo. Cos'è anzitutto? Un mostro mai visto che ha un grave difetto, va detto subito, limite è la fantasia. Quattro colpi (niente a paragone di Premiere Final Cut Da Vinci che sono e si rivolgo ad altro pubblico) e voilà un filmato anche 4K che sembra na cosa irrinunciabile (per chi?).
Va da sé che il Pte così una volta nasce per mettere in movimento immagini statiche: no niente ossimoro. Immagini che prendono vita grazie a tendine movimenti flash così come in Era analogica avveniva con i proiettori diapositive in dissolvenza. E per chi ha mai visto, si riscrive ancora, una proiezione all'aperto senza maschere carnevalesche, d'estate con frizzante calice di vino bianco (lo passavano alla tavola dove seduti in tanti e con Berengo Gardin, oggi novantenne, si parlava di fotografia nei primi Work-Shop fotografici all'americana) e gli occhi a seguire il “filmato” di immagini fisse. Impossibile descrivere perché non c'è paragone alcuno con le fotografie e le video riprese: imbattibile, casomai qualche rudimento di psicologia a spiegarsi il perché torna buono. Una festa per gli occhi cuore fegato volendo pure...l'anima. Era allora la squadra Kodak che manovrava i Carousel e con musica sincro! Le immagine oltre che loro repertorio erano le nostre slide che di giorno a fotografare con Gardin e altri nomi sacri della italica fotografia, la sera...
Giunto su la piattaforma Mac, dopo tanta gestazione che quasi a finire sul nascere, eccoti un Programma appunto con la maiuscola. Alt un momento. Se pensate di mettere micio micio bau bau, fiori e flora varia c'è altro e pure a gratis e ci fate la figura che vi siete scelto. Viceversa se ci avete una scaletta/scenografia allora è tutta na discesa. Sceneggiatura non a caso: costruire uno spettacolo ed anche di pochi minuti, limite teorico 11-15 minuti che è tanto da stordirsi d'emozioni, vuol dire fotografare come farebbe un regista: piani campi e controcampo etc. E ci sono al riguardo degli Awards in giro per il terraqueo: vuoi tu? I soliti schifiltosetti italioti, non a caso ultimi, guarda caso quando a spettacoli che si consumano bene in Francia patria del Diaporama, si raccomanda accentate la finale che si incazzano li francisi; Germania non male anche perché li ci sono due mostri sacri di soft: Wings Platinum e M.Object che han il non poco difetto di girare solo su Win e pur se aggiornati in chiave digitale di quando, per l'appunto, circolavano i Diapo anzidetti. Bene pure l'Inghilterra con suoi circoli, in America boh. Ma AV 10 Pro si fuma a dir vero anche i blasonati richiamati: esagerazione? Scaricate una Beta Mac e poi se ne parla a patto che cani gatti canarini pappagalli e flora varia li teniate per una prossima volta. Fotografi si nasce, ecco, e modestamente lo nacqui così come Totò. Ipse dixit
Ps. Usiamo da anni il programma che gira, sino l'altro giorno solo su Windows, costa niente registrato e niente mefitici abbonamenti, e soprattutto un Forum che non ha uguali sul terraqueo: una risposta dal Team o dagli aficionados vi arriva manco fate click a spedire la domanda, cosa non da poco. E poi tutorial di un Australian poco Piteco, e di una chicca unica chiamato “stili” se vogliamo a paragone e lontano, azioni alla Pshop che si possono utilizzare ad libitum
Pss L'uscita per Mac mi alleggerisce la vista in ogni senso per mettere mano ad un progetto de facto già, seppure a pezzeti, messo in scena e ottimamente collegato come la famosa frase di HC Bresson, mira occhio cuore obiettivo risultato finale. Programma che azzera quasi il passo ideazione programmazione, cosa fattibile e per anni sotto Win e suoi programmi “caserecci” usati in maniera poco o niente ortodossa (Publisher, via Pdf utility trovata in Rete, per più d'una mostra conto Ministero Beni Culturali, o il libro stampato partendo da Epson 850 Z da file duemilionidipixelchebastaeavanza) come retroterra. La facilità del progetto e Av 10 Pro non deve trarre in inganno, non foss'altro gli anni a solo immaginarlo, due per fotografare e qualche centinaio di immagini formato A4 in sorta di story-board per la messa in onda: una volta Exe(cutable) per Awards oggi sempre più .mp4, non è inteso come video ripresa quando scatola contenitore, per il Web
date » 15-10-2020 13:04
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sceriffo campano covid de luca, still food photo, set natura morta accisa, metz 45 ct 4, rolleiflex biottica, lampade still life, agenzia giornalistica lampo, provincia italiana fotografi, contax 139 camera analogica, still life meditazione, still life scuola fotografia, vincenzo carrese, platone idee innate, stilllafadores, natura morta su set,
Stillafadores
Come si faceva a diventare fotografi? Rubando, dice, e sai che novità: no che avete capito, con gli occhi. Ma anche con le mani, ah ecco ci sei cascato: l'occasione fa l'uomo ladro. None. Le mani andavano ad aprire l'armadietto delle Rollei trecinque e la mitica dueotto del boss. Si pigliava confidenza con il pozzetto da lati invertiti, certo montandoci il pentaprisma, sempre del boss, tutto tornava a suo posto. E le ghiere tempi e diaframmi.
Se non che venne il giorno della cerimonia, battesimo e le istruzioni: effe otto se stai intorno ai due metri cinquesei (f stop) per i gruppi fu detto, eppure tutti quei diaframmi a cosa sarebbero serviti? Vada per il tempo di otturazione di centoventicinquesimo, e gli altri tempi quando e per cosa? Silenzio. E andò come andò non alla grande ma senza infamia, ci pensò Luciano sotto ingranditore (si stampava ancora bianconero) a sistemare il tutto, e il cliente ritirando i trediciperdicotto cartonato ne convenne. Solo a pensarci e son passati cinquant'anni mi impappinerei (maldestramente) oggi come allora, più o meno. Certo con le Rollei non solo cerimonie ma anche cataloghi, primi e timidi di artigianato locale che l'allora Ente per il Turismo ci commissionò; i testi li scrisse Zappacosta che era giornalista, infatti lo studio del boss era AGL (Agenzia Giornalistica Lampo) un Carrese di provincia che produceva anche still life con padelle, non per friggere ma lampade opaline interne e si poteva controllare ad occhio le ombre cadenti. E di nascosto, come sempre, lì con Rollei a sperimentare quando tutti, per un motivo o altro erano fuori dai c...avalletti fondali lampade e oggetti vari. Vedete? Veniamo da lontano. E con poca spesa, in un modo di fotocopiatrice alla grande e i giovani cosiddetti fotografi pensa te a rifare paro paro la stessa fotocopia e si parla male di omologazione coronarica, e attrezzi di cinquantennio gli still life che più spesso prendono posto su Manunzio.it. Still life, certo, come modus pensandi, meditazione a poco prezzo e senza posizione di loto e cazzate varie orientali: buddismo ce l'abbiamo incorporato come la forza di Asterix innata e senza pozioni del Druido sacerdote dei galli che resistono...ballons (strips) dei revanscisti francesi René Goscinny e Albert Uderzo, che se non era proprio per Giulio Cesare stavano a dondolarsi da un ramo all'altro, si il naso francese vabbè ci siamo intesi.
E così il quadretto di famiglia, ci si augura torni utile: a sinistra un adattatore plasticoso del solito Store per montarlo su parabola dall'altra uno snoot una triglia, ecco, a nido d'ape che i pesticidi non uccidono come la réclame, un piccolo bandoor alettato e tutti fan bene la loro parte in scena a modica cifra (per certo tempo Orzo bimbo la scatola sagomata ad hoc ha funzionato egregiamente quale snoot). Il cavo, un jack da collegarsi alle torce flash e dall'altro alla fotocamera, adattato avrà cinquant'anni oggi sostituito non già da noi con emittenti radio frequenza a comando flash. E questo su stativo è un vetusto 45 CT4 di Metz, ottimo che oltre a funzionare in TTL con vari attacchi, sotto Contax 139 analogica d'antan, il M(anual) con possibilità di tutta mezza e quarto di potenza, eccezionale, e giù ancora W(inder) lampi strobo per motori/winder e su Contax 139 a meraviglia. La sempre verde Oly E- 510 con Live-view (inventato da Olympus) qui formato nativo 4/3 e varie ottiche: 14-54 o ventotto centocinque in formato Full-frame/Leica, e mastodontico ottanta trecento sempre equivalente. Altro non c'è che dire e le immagini per un fotografo poi “parlano” da sole, del potenziale bellico, ecco, che è possibile tirar fuori giusto i minchiapixel necessari. Dite? No quella non la potete acquistare, in parte perché innata (Platone) in parte per arte pratica (Aristotele) la creatività si capisce. Ai voglia a robot ed AI: non tutto e numero cari ino + cul + atori eterodiretti: vero sceriffo campano De Luca?
Ps. Si Ikea lo dimostra a dirne una come si costruiscono cataloghi ricorrendo a costruzioni di grafica 3D, ma siamo all'antica e poi come certi Sauri prima o poi...
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date » 06-10-2020 09:26
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zeiss smartphone, smartphone videofografici, intelletti sani dante, era analogica, marchio bestia sony, marchio hasselblad, zeiss ottiche, solms leica, covid minoranze sataniche umani, smartphone condivisone umida, umidità relativa, trilateral kissinger, rolleiflex biottica, adenocromo pedofilia, antartico basi aliene,
Noi fottiamo voi fottete ? Essi di certo fottono
I giorni cantati si potrebbe visto il calembour dire anche contati che è lo stesso. Siché ogni giorno ha la sua pena o forse cambio vocalico finale per chi ha li “intelletti sani” direbbe ancora il Poeta. Metafore terminate veniamo al dunque: seimila dollari con voce di Ollio per un giocattolo pur se targato Zeiss? Al cambio di danarosi, eh avessi voglia e c'è gente che ne spende di più per giocattoli tipo Leica Hasseblad che una volta fabbricata in Italia...tipo Lunar per intenderci. C'è poco da fottere, di nuovo, la macchina nuovo luogo che identifica i “veri naise” transumani gente che conta, ecco. Vero è una sparuta minoranza, ciò non di meno riesce ad appoggiarlo al resto degli umanoidi con la bava alla bocca. Avere non essere.
Zeiss scritto e riscritto per chi fotografava con Rollei equipaggiate di pari Marchio, forse della Bestia, certo bestiale per resa ottica sino a quanto non arrivano i giapponesi dell'asse Ro.ber.to: Roma-Berlino-Tokyo sempre loro la Trilateral di Kissinger con gli americani (quadrilatero?) ben s'intende.
Conatx & Zeiss d'antan e pare fossero quelle imbracciate (neologismo finto ma preso da arma da fuoco, come una volta si armava l'otturatore analogico delle fotocamere, eh) dal furbacchione di tre cotte Endre Ernő Friedmann alias Bob Capa ebreo per caso: capa. Testa. Zeiss pure su le Hasselblad a contraltare dei vetri di Solms o Leica dire: tertium non datur fino a quanto detto sopra. Storia nota e terminata in Era analogica. Viceversa come Fenice ritornata in digitale con attacchi, bocchettone ottica, dei più disparati marchiati sempre Zeiss, e il petto tronfio di Sony che ne fa uso e che Iddio l'abbia in gloria. Stavolta invece no e siamo alla Fuffa pura, distillata e glorificata un po' come i cubetti di ghiaccio tagliuzzati da iceberg alla deriva sempre per quelli che contano: dopo l'Adenocromo pedofila il ghiaccio del Polo quello che sta su in alto mica il sottostante Antartico delle basi aliene, no. Sia come sia con la cifra di seimila euro vi ci comprate sei dei più migliori, ecco, smartphone che quanto a libertà di movimento e foto e video non li fotte, oramai, più nessuno. Fottere ma che bel verbo: lato traslato e fate come ve pare!
First ZEISS ZX1 Hands-On: In the flow in Little Tokyo
https://www.youtube-nocookie.com/embed/8SINqeR-Mc8&feature=emb_logo
Ps. Il Futuro è donna purtroppo e Meretrice è meglio. Infatti per la réclame si usa una donna naturalmente ben pagata: gli uomini da tempo immemore pagano sempre le prestazioni del caso per chi capisce la giostra degli acquisti; i polemisti avversi e prezzolati del Nuovo Ordine Mondiale base Sars-CoVid non ci interessano,anzi siamo loro acerrimi nemici. che una volta, uso dire, non si combattono bensì s'abbatte
date » 30-09-2020 12:29
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fotografia analogica, fotografai digitale, grading meravigliao, minchiapixellisti onanisti, filtri cokin degradanti, crusca lingua italiana, kodak epr 64, formato 120, hasselblad, rollei sl 66, zenza bronica sq ai, dorso polaroid sei per sei, fotolaboratorio vulture, esposimetro lunasix, cavalletto foto paesaggio,
Grading meravigliao
Il video è quanto di più istruttivo si possa su la fotografia analogica. Mi spiego. C'era un signore che sbraitava su social circa il fatto che la fotografia digitale non ha niente di me3no, anzi, se non superiore all'analogica. Buon uomo gli si potrebbe rispondere perché si agita: chi la paga? Evidente che il richiamato ominide è nato nella notte come funghetto e così pensa che insieme tutt'intorno è nato il Mondo. Ragazzate (cazzate?) si capisce di chi, non solo non ci arriva, ma soprattutto nato evidente in Era analogica e per chi capisce ci si ferma qui oltre è sterile intrattenimento da circo equestre.
Il video di nuovo è l'esatta corrispondenza di quando in Era analogica si faceva per portare a casa lo scatto che ripagasse delle levatacce mattutine, in estate poco male, anzi, in altre stagioni lasciamo perdere. Cavalletto di prammatica e su non la Hasselblad o il carrarmato SL 66 Rollei, quanto una più modesta, si fa per dire, Zenza Bronica SQ-A che definire splendida è riduttivo. Porta pellicola con l'immancabile Epr-64 Pro tenuta rigorosamente, ecco, in frigo secondo dettami di Mammasantissima Kodak. Rulli 120 che di notte, dopo altrettanta camminata d'auto, si portava alle falde del Vulture, il vulcano e non l'uccello dell'inglese storpiatura, dove era un Lab colore e conoscendo i titolari si calavano, i rulli, nel' E-6 di sviluppo per riaverli perfetti ed asciutti circa un'ora dopo; solo in quel momento la giornata poteva dirsi conclusa. Ma avevamo sui vent'anni.
Macchina su cavalletto e filtri digradanti, uso dire sebbene la dizione è degradante che però i soliti cruscaroli intendono (chi li paga?) quale “degrado”: glielo fai capire che so' stronzi e non intendono se non con bustarella italiota? Tempo perso.
Digradanti Cokin e porta filtro per ogni obiettivo, bastava sostituire l'attacco filtro et voilà. E se proprio prorio volevi fare il “veri naise” lo scatto in sorta di preview su Polaroid, no? Si anche se pellicola c'era è allora la posa giusta da Lunasix Gossen, poi un secondo scatto mezzo diaframma in meno per farci stare su la stessa foto cielo e terra, diavolo ed acqua santa luminoso. Oggi è una passeggiata con l'immarcescibile Pshop, che ostinati preferiamo nella versione Elements di dieci anni fa giorno più giorno meno. Certo appena qualcuno comincia storcere il naso, di nuovo, Lightroom sulla barra Mac: mo' che volemo fa?
E il grading? Bella come domanda anche se un po' idiota. Si perché se scatti in analogico alle sei di mattino estivo, i colori quelli sono e senza grading alcuno. Se scatti in autunno, o il pomeriggio è naturale che i colori siano di conseguenza: scienza dicono. E allora già in partenza bisognava necessariamente mettere in conto cosa volevi trovare oltre ed anche il soggetto. Luce da conoscere e padroneggiare come né più né meno di una scaletta di sceneggiatura o previsualizzare alla Ansel Adams, che però scattava soprattutto in bianconero da padreterno. Oggi si scatta in Raw tanto c'è Pshop, si fotografa a mezzogiorno d'Equatore con ottiche zero virgola qualcosa e venticinquemila leghe di luce; certo poi qualcuno lamenta vignettatura e fors'anche disturbo detta grana, ma è cosa da niente. Si butta la macchina fotografica si aspetta lo zerovirgola-virgola-qualcosa obiettivo e gli Iso otto miliardi sempre in pieno sole allo Zenit equatoriale. Certo la foto vien male. Allora si butta la macchina...E lì c'è Internet delle meraviglie pieno pieno di masturbatori schizzanti l'impossibile dibattere sui social da minchiapixellisti: che dire di più? Avanti con i consigli per gli acquisti...ché la fotografai è altra cosa!
Landscape Photography | In the Field
https://www.youtube-nocookie.com/embed/tZmZm5vMWvU&feature=emb_rel_end
Ps. Nell'immagine sovrastante il fotografo punta la parte della scena su "grigio medio" fotografico al fine di esporre correttamente. Tuttavia i sacri testi consigliano l'uso della calotta spot per la misurazione con esposimetro esterno; perché, dicono sempre i richiamati testi (in analogico) la misurazione TTL delle fotocamere, quindi, in luce riflessa è poco attendibile. Strano però che qui l'occhio del fotografo passa attraverso il mirino dell'esposimetro...Fisime da circoli fotografici onanisti d'antan, d'occhi per niete allenati a cogliere e discernere le lunghezze d'onda
date » 09-09-2020 12:39
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L'ultima battaglia
A surfare in Rete ti incappo in una stampante Canon dalla strana matricola e pari giorno prima Epson: i soliti Yankee a storipiare lingue altrui. Ma incuriosito della cosa, anche perché fino a quanto ho avuto quel mostro, senza virgolette perché così, di HP 9180 stupenda A3+ nella stampa in bianconero e su supporti strani, se ne è già parlato, proseguiamo lettura. E vedi tu come è strano l'umanoide? Provai a regalarla (sai che novità!) ad un'associazione non profit avvisando che dovevano solo mettere i serbatoi nuovi di ink e via. La via dovetti fare e di corsa davanti a certi grugniti animaleschi (davanti a cosce aperte una donna forse top manager o delle pulize intenta a fare ma non è carino riferire) ma dell'associazione: gratis la stampante!
Sia come sia Northlight cui sito spulciavo da mane a sera per orientarmi fra settaggi vari mette in video le richiamate printer. Flashback: se portavi il bel rullino bianconero ti veniva restituito a stampa manco i cani! Sballati contrasi posa graffi a complemento e pagate cash: zitti e muti. Siché altra via era nell'Era analogica trattarseli da sé l'intera filiera: significa? Semplice tutto a regola d'arte però i costi costicchiavano. E non tanto il trattamento negativo nudo e crudo con pletora di sviluppo-tempi e case produttrici di chimica ad hoc, tanto brand(y) che tutt'altro serie B alla Orano da Milano (si riempivano quaderni e quaderni che conserviamo al pari di reliquie) quanto e soprattutto la stampa. E altra vagonata di supporti sviluppi e tecniche e mascheramenti...non balli in maschera si capisce!
E passati armi e bagagli (manu militari?) in Epopea bittologica paro paro si ripropone la cosa. Certo i service che offrono stampe a colori e bianconero, se è parlato chi ne vuole se lo trova e legge sul sito, in tutta onestà, quei con scrupolo e calibrature monitor-plottere o equivalenti alias Lambda quotidiano, non fa rimpiagere i soldi spesi, anzi. E quindi chi proprio proprio vuole piluccare le sue stampe le nuove proposte, del duopolio CanE (venuto al volo of course!) Canon ed Epson valgono i piccioli per l'acquisto. E più la prima a dir vero se non altro perché il secondo brand(y) per risparmiare, si vede a video, la prossima mette tutto in scatola da costruirsi tipo Lego, ancor più là il Meccano dei lunghi pomeriggi ad inventare l'impossibile! Ah finalmente Epson non sviccia più, e pause e soldi, fra ink nero & opaco almeno questo: una prece per gli ingegneri!
Ps. In copertina la otto-colori delle meraviglie targata Hp 9180, gioiello cui oggi è particolarmente difficile reperire gli link necessari: peccato!
Canon PRO-200 printer
Update for the Canon PRO-100 printer
http://www.northlight-images.co.uk/canon_pro-200/
Canon PRO-300 printer
New A3+ 13″ printer succeeds PRO-10S
http://www.northlight-images.co.uk/canon-pro-300-printer-announced/
Epson printer news, updates and rumours
http://www.northlight-images.co.uk/epson-printer-news-updates-and-rumours/
HP Photosmart Pro B9180
https://luminous-landscape.com/hp-photosmart-pro-b9180/
date » 31-08-2020 12:23
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Pan' & Curtiedd'
So intendere i Sordomuti e loro alfabeto. Manunzio è speciale. Avevo un collega (in questo maledetto Paese mai e poi mai qualcuno che ne parli e dei fotografi dello Stato che si potrebbero scrivere scaffali eroici) a tutti gli effetti che sviluppava e stampava a...Ministero Beni Culturali ai tempi dei “mitici” Sessanta del Secolo alle spalle. Stampatore provetto ed instancabile: uno schiavo. Vabbene flash back. Soprintendenza...non c’era giorno che Pippo (gli sia lieve la terra) Chief Commander Lab sindacalista e di idee “verdi” ante litteram si trovasse in Laboratorio, preso ed invischiato nella ragnatela (a cambiare il Mondo!) Pci-sindacalista e Consigliere comunale ripescato, dopo che quello davanti lui si era rotto i coglioni delle liturgie di “sinistra”. E capirete, almeno sino a quando non arrivarono truppe di rincalzo il sordomuto presidiava la camera oscura.
Scatti di reperti seguito di scavi che di malavoglia Pippo eseguiva a limbo di plexiglas per avere lo scontorno in ripresa (Pshop nessuno se lo sognava) rigorosamente su Hasselbad e faretti e accese discussioni circa il dotarsi di più moderni Bowens monotorcia al posto delle lampade in padella! Negativi per agli studiosi che così potevano concentrarsi sui “cocci” del III secolo o II o chissà quale Epoca, anche su questo ero testimone di “opinioni” sostenute fra archeologi, mentre davo una mano all’amico fotografo insieme sin da ragazzi.
Il sordomuto, allora, per niente fotografo quando entrava in Camera oscura non era secondo a nessuno, anzi. Scatti su trediciperdiciotto e carta Ilford dalle riprese di Pippo.
E qui apriamo doverosa parentesi: carta cartoncino che non sono per niente sinonimi e trattamento negativo. In Era analogica il bianconero, boss della situazione, era Agfapan 100 lo standard, altro e diverso dalla Plus-X di Kodak: senza storia. Negativi che sviluppato in vasche verticali da trentacinquelitri (altre discussioni per arrivare ad usare le Patterson multi-rocchetti maneggevoli ed economiche) a farla da padrone il Dektol o DK-50 di Kodak, mentre il fissaggio si faceva a mano miscelando acqua iposolfito + metabisolfito di sodio. Materiale e ancora una che veniva stampato, infine, su Agfa Varioscope automatico per i fuochi e marginatore parimenti auto per la posa, al fotografo solo passare il negativo ad ingranditore in automazione. E si consideri che passare ore e giorni in camera oscura non è uno scherzo, quindi una manna il tutto automatico, e possibilità di intervento manuale: fuochi tempi esposizione alla bisogna. Scatti su fogli Ilford a chiudere la triade per il terraqueo: Agfa-Kodak-Ilford. Fogli di carta alla lettera (Agfa faceva meglio in formato in A4 adatto agli stampatori di negativi d’archivi microfotografici italici) utilissimi per poi essere incollati su schede tecniche e conservati per l’archiviazione (nessuno sognava Access). Viceversa e della stessa Ilford i cartoncini fotografici usati in quasi tutti i Fotolab del Belpaese, anche se per certo periodo funzionò la Ferrania poi divenuta 3M Minnesota, allorché la Famiglia Agnelli la “regalò” dal suo immenso portafoglio agli Usa, e non fu mai più il blasone fotografico italiano: quello corrente è un nostalgico re-brand che nulla sparte. E le bellissime carte Agfa, no? E come no: Portriga docet!
Sordomuto, ancora una, che giostrava in camera oscura senza dire una parola...vabbè il calembour è partito e ve lo tenete. Ore. Poi finalmente la finestra (rigorosamente in nero schermata con ventilatore cambio aria ad hoc) s’apriva sul giorno: per chi è mai stato in camera oscura la stessissima sensazione di quando ci si alza da letto la mattina, certe onde cerebrali Alfa Beta..E le copie finivano nella turbo-lavatrice, cestellone ove l’acqua via pompa idraulica vi entrava da basso per fuoriuscire da l’alto. No eh? Immaginate la lavatrice a ciclo finale...Infine la lucidatura con smaltatrice Alf (Officine di Alta Precisione) un cilindro (rotativa) enorme tirato a specchio e internamente riscaldato da resistenze elettriche: serviva ad asciugare le copie e dare lucido alla stampa finale. Avremmo chiuso le parentesi? Boh e sai che novità, Manunzio!
E pan’ e curtiedd’? Quasi dimenticavo, traslitterazione senza senso alcuno in italiano: pane e coltello. Ci si capisce e si rende giustizia all’espressione popolare, di quando gli operai o salariati a vario titolo a mezzogiorno, quando la vicina manovalanza sul pane metteva un pomodoro schiacciato, della verdura da casa, i più fortunati il cucinato di mezzogiorno: paste e carne. E c’era chi manco tutto questo, un pezzo di pane più ancora raffermo e coltello/companatico: taglio di coltello e fetta di pane in bocca: pan’ e curtiedd’. Pausa pranzo, diciamo così, e sino a sera quando poi “ papànonn’ ” di ritorno a casa trovava pasta, verdura e...vino non dei migliori perché quello buono si spillava nelle ricorrenze
Ps. La lampada in padella non è nuova di Chef stellato televisivo a tutte le ore. Quanto una lampada generalmente Nitraphoto opalina da 300 watt all’interno di porta-lampada simile a “padella” profonda, cui asse la lampada poteva muoversi avanti/indietro, non proprio Fresnel quanto concentrare o meno il flusso luminoso. Uso di lampade che visivamente consentiva di “vedere” la luce e conseguenza. Cosa non possibile con i flash monotorcia e/o a generatore a parte, anzi per questo erano equipaggiati, i flash, di cosiddetta luce pilota, tanto per avere un idea alquanto vaga ma meglio di niente. Veramente per verificare luce e pure esposizioni si faceva ricorso ai Polaroid bianconero o colore in caso di dumping diapositive. Il bianconero era anche riutilizzabile, il negativo, una volta tolto il positivo e fissato in modo adeguato era un ottimo “negativo” adatto alla stampa sotto ingranditore
Pss. Lo mettiamo alla fine per chi ne vuole. Su la faccia della Terra quel giorno c’era Mister Carter, from Usa cousin of President Jmmy. Well. E presso il sopraddetto Lab tutti ma proprio tutti si erano squagliati (dati alla macchia) tranne il sordomuto che diede il mio numero telefonico (nessuno sognava iPhone e quando c’è da rompere i santissimi, si chiami Manunzio) alla centralinista che parlava, certo, ma cieca lo compose via Breil! Insomma avevano bisogno di me perché un americano...arrivai più per curiosità che altro. E siccome, detto, non c’era nessuno dei “fotografi” mi si para davanti sto corazziere di Carter, non in camicia a fiori tipica degli Yankee in viaggio, ma blu flanella a righe: una scacchiera per camicia. Breve ora siccome il mio inglese è di certo grado superiore a The Queen e il Carter italiano da non dirsi, a tratti sembravamo due sordomuti! E faticai non poco a far intendere all'americano che la sua Nikon F era poco adatta a riprendere certi “cocci”, meglio un Hasselblad, che però non aveva. Capì al volo il vero sordomuto collega anzidetto, aprii l’armadio blindato e tirò fuori ogni ben di Iddio che manco a Goteborg sede della Hasselblad aveva! Caricai i magazzini di Agfa e...tutto andò per verso giusto. Chi pagò il tutto non lo so e mai chiesto, d’altronde fra amici degli amici archeologi: che dire? Niente. E infatti