Manunzio



Un’altra Maier (con pantaloni)


Manunzio scrive di “affioramenti della memoria” perché segue il file rouge dal primo scatto su Diana (comprata su bancarella per mille lire enormità anche negli Anni Sessanta) formato 120, codifica Rollei.
Stacco di regia, la stessa che a cadenza per riempire il palinsesto quotidiano qualcosa deve per spingere la giostra degli acquisti. E cosa di meglio che aprire i “tiretti” della cassettiera dove si conservano immacolati reperti d’Era analogica? Sì fotografie e rullini e diapositive, Memorie, macchine fotografiche e obiettivi: block notes di appunti in sorta di Time machine, quando una volta erano i messaggi in bottiglie fluttuanti sull’Oceano mare. Certo questi fa letteratura rustica e non sempre alla “portata” di chi è incollato ventiquattro ore per trecentosessantacinque giorni solari al display di un iPhone andreottiano (Android per ossessiva similitudine del Potere).
Sia come sia un altro e ancora ritrovamento, però fate caso ai tempi: ritrovamenti 2014 ma solo sei anni later (causa lockdown prezzemolo oramai per ogni scusa-minestra) zacchete vede la luce: fotografia analogica e calembour compreso nel prezzo. E ce poco da dire se non che queste immagini sono a noi sin troppo vicine dell’Amerika delle Maier, più che per architetture unità dell’anima. E fan male e molto questi squarci di vita, lasciamo stare accostamenti a Cartier Bresson che centra un piffero: bisogna sempre inscatolare in recipienti unici altrui oltre denotare crassa ignoranza fotografica!
Immagini della Memoria: fatte e contraffatte (sai che novità) ma stan sott’occhi forse un po’ inumiditi, di chi quelle ancor prima che inquadrature da cartolina le ha vissute. Sic transit gloria mundi!

Ps. Nell’autoritratto su cavalletto (non siamo mai riusciti a reperirne uno simile) anche se capovolto da riflesso specchiante è perfettamente leggibile “Ashai Pentax” squisita meccanica ed ottiche eccelse, inabissato Brand per Legge di Mercato o più spendibile Pensiero Unico

Pss. Ai distratti a telecomando, attenzione alla solita immagine e non altrimenti, di travestimento in “maschera” (se ne è scritto in Summertime) del ragazzino “truccato” per il rituale Adrenocromo



Man Inherits Treasure Trove of Unseen Street Photos From His Grandfather
https://petapixel.com/2020/08/24/man-inherits-treasure-trove-of-unseen-street-photos-from-his-grandfather/



Lucciole per lanterne

Non ci resta che piangere, tra il film Troisi/Benigni e la cruda realtà a salve. Questo perché c’è il cretino di turno (che Iddio lo abbia in gloria eterna, amen) a mettere insieme due cose a paragone, metti del tipo un cinese ed un inglese: ‘mbè? Si intende tranne l’anatomia comune il resto…che non è poca cosa. E fuor di metafora che Analogico e Digitale, o pellicola e silicio. E non potendo dire altro (cinese/inglese) eccoti, rullo di tamburi, che il cretino la mena sul RANGE DINAMICO: mammamia. E che sarà mai, ammuina per perdere tempo? Scusi Cartier Bresson, suvvia cacci fuori il range dinamico. E lei Doisneau che fa s’asconde il range dinamico? Ottuagenario e passa di un Berengo Gardin con la sua Leicà ordunque confessi il range dinamico della sue immagini, casomai di 128.000 Iso con ottica f 0.1 all’Equatore e con sole allo Zenit e fill-in flash (!) come le digitali? Cretino di turno, casomai vai in giro con un visore notturno: sì quelli che già usava la Wermacht nella Seconda Guerra mondiale. Cretino glorificato (il massimo dell’imbecillità) ma fai fotografie? Siii onanista cazzaro a tutto spiano che ti trastulli con giocattoli digitali CaNikon e non sei cazzo di accocchiare (mettere insieme) quattro scatti che vogliano "dire" qualcosa?

Ultimate Film vs Digital Dynamic Range

Man fotografo dal 1969

Ps. Ancor prima del "range dinamico" il boken ossia la sfocatura dello sfondo e sue disputatio teologica! Poi in contemporanea gli obiettivi ultraluminosi usati di giorno (!) lamentando vignettatura (!!) a tutt’apertura (!!!) Ancora i centoventottomila (così pochini?) da usarsi di giorno con sole allo Zenit e lamentare “noise”! E poi il pattern Bayer, poi il full frame poi i dorsi e il "mezzoformato" digitale vedi Fujifilm da farci mutuo ipotecario: e perché no tutto il cucuzzaro? La giostra degli acquisti, che un tempo (Novecento) nel proporre ritrovati della “scienza” contribuiva e non poco alla “Grammatica&Sintassi” della Fotografia, oggi manu militari l’accavallatore di gambe: ossia un pezzo di legno messo sotto gamba, e con pressione verso il basso girando accavalla all’altra di Tognazzi/Vianello memoria!



Leica und Oktoberfest uber alles.E meno male che prima di un post…uno si è recato per ennesima volta dal legale per denunciare il Tribunale nell’amena Capitale di Basilicata o Lucania, fate vobis.
E veniamo a cose serie va: Leica M10 D. Già il nome è tutto un programma, dicono. E siccome si favoleggia che la serie dei numeri infinita è, quando si ha la percezione dell’Universo in “espansione”: evvai verso l’infinito e oltre: che dire? So’ cazzate alla Sartori che fu.
La leva di carica: su una digitale??? Ma ci aveva ben visto con discreto allure la Epson R-D1! Così come questa aveva, ennesima volta a scriversi, Lcd ribaltabile a scomparsa e non creare coccolone ai danarosi collezionisti, semmai adesso, con occhi a mandorla. Ah quei mattacchioni di Teutoni (dategli birra e crauti e li fate felici, poi purtroppo danno i numeri si mettono la divisa delle SS, e pigliano mazzate ché solo quello capiscono!) che considerano lo schermo a cristalli liquidi un gioco per ragazzi! E se uno vuol rivedere, casomai per rifare uno scatto da diversa prospettiva-angolazione? Nein. Verboten. Proibiten alla Sturtruppen di Bonvi memoria, ja. Ma allora une dicen: jawohl Und toglieten tutten circuiterien elektronika, ja. Via anke ottiken (stenopeik uber alles) con konktatten per informazionen Cpu internen kamera. In queste moden si ritornen originen Analogiken, ja? Nein preistoriken, bitte!
Vabbene che siete ‘mbriachi fracichi perenni di Oktoberfest, però all’imbecillità bisogna pur mettere paletten. Anche perché sempre accensione di mutuo ipotecario per “acquistare” makinen M10 D(iesel fuori legge in Cermanien?) figurarsi obiektiven und focheggiaturen a manen: wunderbar!

Doppia libidine con fiocco: Platinum Palladium Printing with Leica M Monochrom (with Lcd eh!)

A quando una Leica digitale senza sensore?


Man

Ps. Tra le cazzate di Leica la leva di carica, come su le analogiche, ma a loro dire serve ad impugnare (brandeggiare?) con una sola mano!!! Ah povero Berengo Gardin che da ottuagenario e passa non si è ancora tolto sto “sfizio”. E tra i revisionisti della Storia, e noi in PP (detto primo piano e civilizzati un po’ paisà!) a scrivere: chessì HC Bresson ci scattava così da acrobatico e funambolico francese con una mano, come al circo, e non ancora con i piedi…tempo al tempo tanto Leica c’è. Purtroppo

Pss. Se solo intendessi andare in giro e far “figurone” metterei al collo una splendida Pro 1 di Fujifilm, telemetro a buon mercato e decisamente “meglio” per chi intende della successiva Pro 2. E ricordare che negli anni Settanta secolo trascorso (mica Ottocento!) mettevamo al collo un’altra “piccola” telemetro: G 690 BL 6x9 (avete letto bene) che stava a cincischiare con la Asahi Pentax 6x7 da reflex fattezze: più o meno, più o meno!


Magnum Agency/HC Bresson Potenza costruzione ponte Musmeci sul fiume Basento 1973


Surfando in Rete da consumarsi gli occhi quale fotografo che ne ha viste di tutte, eccoti lo Sgarbi quotidiano che dice la sua su la fotografia: ditemi voi come si fa? Si fa si fa purtroppo, come se il mezzo ottico fosse sottospecie di pittura, concetto durissimo a morire sebbene fuori dell’italico Stivale da mo’ che la Fotografia è in serissima considerazione anche perché ci si fa la grama Mia photo docet ultima arrivata. Anzi ditelo agli amerikani (non è refuso ma per la prossima) che non possedendo nulla (a mo’ ad esempio il Rinascimento pittorico, ante e postquam) si sono inventati, giovane novella arte come essi, la loro Nazione attraverso la fotografia più ancora segno curiale per antonomasia: la scrittura.
Qui tuttavia a parte Sgarbi, nomen omen, c’è H.C. Bresson che mette in mostra la Basilicata cui posteri l’ardua sentenza…

Man

La Basilicata di Cartier-Bresson

L'Expò graziadio è passato tuttavia Bresson & Basilicata meritano sguardo su la pagina della Magnum Agency

Occhio come mestiere




Berengo Gardin è sempre un piacere l'ascolto e di un vecchio lupo di mare, del bianconero. E nella chiacchierata dai tratti irriverente (da un romano che t'aspetti de più) il sapere antico sapienziale dell'artigianato, ovvero sia di come l'immagine ottica dalla presa (su Leica M noblesse oblige) sino alla stampa era un che di alchemico: quante volte lo si scriverà deve ancora?
Il fatto stesso di stare al chiarore di una fioca luce (!) e cavarne dalla bacinella il più classico dei trentaperquaranta, limite estremo di un buon negativo 135 o codifica Leica appunto, è un qualcosa che non si può descrivere neanche con il più cristallino prosatore: un esperienza da presa diretta e null'altro che questo è l'alchimia del bianconero cui padroneggio il nostro Berengo Gardin non pare essere secondo a nessuno; anche senza la “dedica” di Henry Cartier Bresson, un Massone eclettico blasè, ma non ditelo in giro: n'est pas?

Intervista a Berengo Gardin
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Man


Ps. L'importanza di certi nomi non mai acqua fresca, ci mancherebbe, e quando il Maestro non ci sarà più tireremo dall'archivio in soffitta la lettera all'indirizzo del Presidente Azeglio Ciampi, e ministro Urbani Beni Culturali, ché concedesse il Titolo di Cavaliere per meriti di Cultura a Gianni Berengo Gardin, che il cielo lo conservi lucido e in buona salute ancora per molti anni

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