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Scrollatori edonisti minchiapixellisti...cadaveri eccellenti (come il film omonimo)

La stampa chiudeva il cerchio dello scatto fotografico. Certo in Era anal + logica che in questo caso è ben altro di quei giochini (stupidi ?) stile Manunzio; no qui più del calembour la logica, manca(va). Vale a dire che per sessantottini impenitenti da spaccare il pelo in quattro otto e...via enumerando il negativo bianconero analogico conchiudeva in sé tutto quanto si voleva far “vedere”. Infatti un amico seguace di Bacco, mattina pomeriggio e sera, in una sua mostra “fotografica” mise sotto vetro con sguardo goliardico alticcio beffardo & sardonico, strisce di negativi 135, che a suo dire bastava ed avanzava poiché la “stampa” è “tutt’altra cosa rispetto essi” dixit. Detta così all’epoca (si vede la fine che abbiamo fatto) del tutto usuale e pieno di “dottrina”. Benedetto Sessantotto. Mentre noi ci facevamo un mazzo così in camera oscura e non ce ne siamo pentiti, con il senno di poi! Oggi quanto ad esclamativi….
Dunque s’intende che il concetto di stampa ci è del tutto usuale anche in Era digitale. Fatto non del tutto scontato, anzi. Tant’è che i minchiapixellisti onanisti compulsivi de facto “fotografi” a salve come la loro esistenza (!?) e tali su smartphone Facebucchino Instagram e cazzate varie, ove lì vivono e muoiono. Virtualmente così le immagini-foto eppure mortalmente il resto: due metri sotto terra e chi se visto si è visto. Amen.
Ora la cosa è proprio così: nascono respirano fanno “fottografie” da buon fottografi e le condivido: Mi piace o Non Mi piace il massimo dell’informazione fra bipedi. E proseguiamo che di costoro, Munari compresa, non resterà manco l’altrettanto inutile ombra loro ammorbante il già etere maligno.
Viceversa per background (quant’è bello la lingua inglese che ci aiuta a sintetizzare già la sintesi che è pur breve per giungere a rigor mortis, ma fa niente) la stampa che pratichiamo da un quindicennio su supporto “vegetale” usiamo il cazzeggiare dire non da oggi e per chi intende si capisce; cosa che ci dà l’opportunità di condensare ancora su un pezzo di carta della più nobile manifattura, ieri artistica tout court, all'odierno inkjet e tanto di ICC (che serve ai cretini visto che siamo smanettoni incalliti e che,fuori traccia, dà buoni risultati ed è ciò che conta!) fungibile, ecco: un fattariello na emozioncina con tanto di allure “artistico” ben si intende altrimenti che Manunzio saremmo?
E una volta le printer Hp, dye e pure pigmento, adesso Pro 200 Canon in attesa di 1100 che non è una Fiat con cambio a cloche anni Sessanta, il prodotto che lasciamo scorre fra le dita, toccabile è un’altra dimensione forse categoria dello spirito Cacciari permettendo.
E giunti al final come Cirano, tocco per chi lieto vuol sia che di diman...

Nb. Scrollare cui scrollatori ludica attività del loro ditino che a smartphone fa "scivolare" le pagine a velocità vorticosa e ci sono campionati mondiali per questo: il Nulla

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Ps. Certo qualche buontempone minchiapixellista ci prova con la “stampa” sia cartacea da vedé, stile Munari attraverso libri-giocattolo (sì, purtroppo sta nella nostra libreria altrimenti di cosa parliamo?) per “insegnare” la materia fottografica, che nel caso azzeccata a qualche muro: di esecuzione? Fa effetto. Straniante quanto basta alle centrali del Pensiero Unico ad Adrenocromo.

Pss. Libidine con il fiocco? Non sapremmo, ma mai e poi mai giungeremmo a tali “performance” britanniche come l’autore in lik che in illo tempore (ebbe a definirsi ex) “sbirro” folgorato poi su la strada di Damasco fotografo e dove volano le aquile, mah. Se come cantava Faber De Andrè i poeti “sono strane creature e ogni volta che parlano è una truffa” cosa dire dei fotografi già matti da legare?


L’immagine per essere trattata ci vorrebbe un trattato, ben altro che gioco di parole. Un losco figuro forse Android stile Blade runner, insignificante, fa da sfondo e tiene con discreta nonchalance, stile Leica sotteso mica tanto, la Fuji X 100 VI già in codice: X numerale latino per dieci, la scritta “rossa” di sapore sulfureo, sempre in latino sta per 6. E allora 10 x 100 x 6 kabalistico? Resta l’immagine centrale del robot umanoide che punta l’occhio, in questo caso il destro diciamo “reale” bensì chi osserva è il “sinistro” di nome e di fatto: occhio di Horus, sì, identico al triangoloso occhio-veggente su l’One-Dollar. Espressione mortuaria che di più non si può, stemperata dalla “donna” in bianco sporco virginale che più di mostrare la coscia di prammatica, con tanto di pilu, ne mostra la sola rotula. Forse per brodo di “coltura”

Noi della AGL (Agenzia Giornalistica Lampo) su la Main Street, qui da dove si scrive, oltre le immancabili Rollei biottiche, usavamo Fuji precisamente la BL 69, una tascabilissima seipernove. Tascabile come può esserlo un piccolo carrarmato!
Il fatto che fosse già una cartolina a contatto (caricata con negativo bianconero Agfapan) di notevole formato più per banco ottico (ed alcuni tramite adattatori sostituivano la classica seinove o singola negativa ma pure diecidodici formato) da farci i manifesti stradali veniva presa per la sua ratio non meno di poter montare (!) ottiche grandangolari. Naturalmente tutta sta bestia l’usava il “Baffo” in boss della Foto-Lampo (Agenzia, sì, ma anche e soprattutto di cerimonie).
Certo non era, la visione, discreta di un H. C. Bresson (sua inseparabile Leica) quanto un arma letale puntata contro, la Fuji BL.
E sin qui il solito pistolotto dei tanti “t’arrcuord’” o amarcord che furoreggiano di sti tempi pre-elettorali, locali nazionali continentali galattici e verso l’Infinito ed oltre…? No certo, la storia potremmo, ecco, insegnarla (Manunzio è pur sempre, curriculum, an Elmentary Teacher!) solo che non ci sono scolari, o meglio i finti tonti là fuori, a telecomando ante Sanremmo, post Sanremo a tutte le ore giorno and night: quieta non movere et mota quitare, no? Ni.
Sia come sia, certi ricordi basta zacchete associ nome, foggia (minuscolo e non è pugliese) l’inquadratura e pose. Cadaveriche quanto basta, mortuarie da non dirsi, da Dea Madre coloured finta viva. Evviva! E non si capisce, infine, in cosa e soprattutto perché uno debba spendere quasi duemila-euro per portarsi a casa (obitorio?) un trofeo che tutto serve, oramai, tranne che fare (?!) immagini. Accatatevill’? No Sofì** grazie assai avimm’ già dato!


** accattatevill’, compratelo, così Sofia Loren che in uno spot pubblicizzava prosciutto: mo’ cotto o crudo che sia sempre su gli occhi (sì, certo anche altri distretti anatomici, casomai arrotolati e con un po’ di burro in punta...ci siamo intesi) finisce. E con belle fette su gli occhi del caso sai che vista: alla cassa, via!

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https://fujifilm-x.com/en-us/products/cameras/x100vi?utm_campaign=EID_X100VI_launch&utm_medium=email&utm_source=adestra

Ps. Nell'inquadratura verticale della réclame nipponica Fuji la Dea Madre, abbronzata di prammatica e non si può dire altrimenti ché si finirebbe in tribunale e/o gogna mediatica Urbi et Orbi, la manina tiene la digicamera, in volteggio acrobatico, come qualsiasi imbecille il suo smartphone. E meno male che su la Rete ci sono tutorial circa il "dettaglio" da ottenere in più dallo scatto (acrobatico). Senza dire che con sistemi anti-gravitazionale in essere (vedi soggetto volante durante riprese Formula Uno in, pare ricordare, Germania) con un tocco di voce "Ehi Siri scattami, brevi manu, a mezz'aria sta foto mentre poi visto che ti trovi me lo porteresti, sì, l'affare gocciolante, a fare pipì...che sono occupato per altre cose più (sic) importanti?"



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