Leggende metropolitane (forse)
A raccontare la cosa il primario del locale Nosocomio reparto Urologia, cazzo, appunto.
Dunque vuole la leggenda che due donne attempate palestrate (pilates e lifting a parte ) seppur ancora piacente come certe meritici che si vedono su Web...Queste nostre si imbattono in una strano museo cittadino sorto da poco (buontemponi di Lombroso fisiognomico, medico, antropologo, filosofo, giurista e criminologo italiano) sì, di turgidi arnesi maschili in teche e su tre piani. Tutte prese a mirane gli “arnesi” alla fine ridacchiando dato il “peso” degli affari si dicono: andiamo oltre, al secondo piano. Qui in vetrine gli “arnesi” non destano meraviglia, giacché, sussurrano “sono quelli dei nostri mariti” e fra un risolino e di gomito decidono di salire al terzo piano memore di un Rocco Siffredi. Bianco, bianche pareti museali disadorne. Gira di qua e volta di là ma pari stanze vuote, fino al momento in cui scorgono da lontano una scritta parietale, e così più vicine ne leggono: "Che cazzo volete?"
Ps. L'ipocrita bipede-benpensante aduso però ad inebriante "elisr di lunga vita" adenocromo d'infazia squartata viva (!) a tutt'oggi l'apertis verbis volgare desta scandalo, sebbene un dì a queste latitudine affibbiare a qualcuno "Sì nu cazz' chiene (pieno) d'acqua" tutt'altro che oltraggio "vezzeggiativo" e poi reso in italico "sciocco" di Crusca "disciplinare" pur sempre esangue e fuorviante traslato che non ci azzecca un c...