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Sabato del Villaggio, ancora una. Anno Domini 2025 addì primo Marzo

D’accordo il Sabato, scritto come una volta ci insegnava la maestra tanti anni fa, sarebbe di pausa o “annotazioni” che il buon Manunzio, ecco, propone nel Diary a quanti si soffermano anche del tutto casualmente, via tag, a leggere le solite menate: stavo per scrivere stronzate secondo vulgata della coniuge, che Iddio ce ne conservi, ancora.
Dunque smanettando in archivio eccoti affiorare, sì, come relitto un’immagine di quando una volta eravamo umani al posto di non si sa cosa l'odierno che passa il convento. Sia come sia un Notturno dall’Italia: lato traslato o come vi pare al solito. Elezioni parlamentari lo si deduce dalla scritta “Senato” l’altro ramo dell’italico parlamentare: roba vecchia da archeologia industriale, post mortem, post questo e quello che al minchiapixellista tout court, meglio lo scrollatore di telefonini, nun gliene po’ fregà de meno, dietro ricorsa a chi scrolla di più per Guinnes dei primati, si capisce. Insomma della “generazione” che non genera per mille e un motivo che non conviene indagare ché non si finisce più.
Archivio Manunzio, fotogramma bianconero, di street eh Verolino: chessa senza dubbio è proprio street, p’ strada. E’ inutile dire che l’originale, e che funebre originale (a destra cover) a sinistra di soft online che usiamo di tanto in tanto per “colorare” questa e quella immagine e vedere che effetto che fa alla Jannacci singer. Scena notturna s’è detto su la Main-street (cui fotografia di street, eh) meglio orazione funebre in nome e per conto del PCI (Partito per dove non si sa, Comunista Italiano per lo scrollatore triste solitario e finale verso l’ultima dimora) E allora? ‘mbè quella signora con bimbo (jena ridens?) il piede cosi in bianconero originale, l’operatore a sinistra fra lo scoglionato e quant’altro...la borsa sotto palco (esplosivo?) carte sull'acciottolato, infine a sinistra colorata gente pascolante...E allora vai con sforbiciata: Oliva oliva oliva a strafottere del candidato, Prospero Bonito Oliva dai tratti di caballero mexicano con baffos e mancante di sombrero, olè. Prospero compagno di mezza tacca, altezza quanto al resto un prob’uomo, fratello guarda caso di quel cacazzo di critico a nome Achille* mentre il terzo-genito fratello è stato Responsabile protocollo del Tribunale di questa landa (Tolstoj: dove c’è un tribunale c’è ingiustizia, sante parole, sante). Sicché colpi da cane in Pshop, una riquadratura più umanoide e il colore...mi fa sorridere, amaro a dir vero che manc’ Crist’ sa e potrebbe: fotografia che si lascia “leggere” eh Munari**. Sine ha detto proprio così: leggere?!? Eppure certo Haas che sicuro avrà spulciato la "nostra" dice esatto contrario: "Mi auguro, dice Haas, che, per quanto possibile le immagini possano (parlare!) farlo con il loro Linguaggio.” Visivo che altra cosa***

*https://it.wikipedia.org/wiki/Achille_Bonito_Oliva (Nato a Caggiano basso salernitano ma più vicino a noi lucani, Vietri di Potenza San Cazziano Le Fratte qui a due passi)

** Andate a rileggere sta "perla" della vestale del Nulla
https://saramunari.blog/2023/12/06/fotografia-e-testi-di-accompagnamento/


***Il cinema che (è fotografia ndr) si avvale di immagini, linguaggio visivo. Federico Fellini "Fare un film" Einaudi editore



Zenzaburo SQ-A

Zenza Bronica* via, ripiego economico diciamo così alla stratosferica Hasselblad che come Leica si paga il solo nome. Ma non di solo mito germanico vive(va) il fotografo analogico. Anzi, senza ricordare che proprio Leica era andata a bussare negli Anni Settanta, crisi petrolifera etoridetta ieri e oggi con il cattivissimo, dicono, Putin, in casa Minolta e il resto per l’appunto è storia marchiata, sì, Leica ma con occhi a mandorla. Shhh non ditelo ai puristi (danarosi) della pur sempre mitica M telemetro by Germany. E non ricordate loro la “perla” M 8. 1 2 3! E' gente danarosa, sì, ma molto molto permalosa. Shhh.
Zenza Bronica seisei che per i very nice (idioti è meglio?) nella Milano da bere (il seisette era appannaggio della Mamya Rz, macchinone da studio e cavalletto per moda e affini still life compreso senza necessità di arrivare ai banchi ottici, che avevano comunque gran parte montato a scamotaggio dorsi seisette**) era schifata via, non tanto i modelli tutti a “mano” tipo S2 quanto e come la SQ-A ibrida con pila, ahi. A parte il fatto di non aver mai e poi mai avuto problema di alimentazione che, in caso di défaillance, contava pur sempre, se memoria non falla, sul meccanico d’emergenza cinquecentesimo di secondo. Insomma dalla serie: questa sì ma questa no dei notabili prezzolati dell’allora riviste (non esisteva affatto Internet & Co.) soprattutto Progresso Fotografico a firma di tale Tommesani patron di Tau Visual se ancora esiste lui e sua creatura, che ecumenico una botta al cerchio un’altra al tumpagn’/botte se ne usciva con un: ni. E per noi bastò fino a Roma alla Comaf, in discesa, negozio che dal piano imperiale dei fori (o era vicino a Vaticano Spa?) qualche metro più giù via passerella mostrava ogni ben di Iddio fotografico. E ne uscimmo con quattro-milioni(non c'era Europa & Euro money) di pezzi Zenza: corpo macchina, maniglia laterale simil leva avanzamento reflex analogiche, duje magazzini 120 (uno per B&W l’altro slide) il pentaprisma non con esposimetro CdS, poi l’ottanta millimetri standard una vera bontà; il centocinquanta che su formato sei-per-sei somiglia a un settanta-ottanta millimetri su passo universale venti-quattro-trentasei d’epoca, full-frame odierno. E lui, sì, il padellone quaranta millimetri Zenzanon (una volta impacchettati così da Komura e Nikon). Ottica che faceva e tutt’ora il verso all’equivalente Zeiss però per SL-66 Rolleiflex, ein panzer de facto, no Hassel con più aggraziato e very stilish argenteo quaranta; anche se era più usuale vedere fotografi con il cinquanta millimetri sorta di “ventotto millimetri” in formato 135, codice del formato Leica e affini. Mancava dell'arsenale Zenza il dorso Polaroid, indispensabile per gli scatti “posati” come si vedevano negli studi à la page di Milano (la versione Pola bianconero Type 55 era un babbà di negativo, infatti, staccato lo scatto di carta e lasciato in una soluzione più adeguata di fissaggio, sodio-solfito al 18%, la Polaroid aveva al riguardo un secchiello bianco non da spiaggia, dove conservare al momento i negativi, che poi lavati e asciugati in camera oscura sotto ingranditore...forse Gerardo Bonomo*** ne sa qualcosa) E la scusa era che il Polaroid “mostrava” le disposizioni delle luci sul set e che questi...fosse fedele (molto riferito all'EPR 64 di Kodak standard per dia) e visto dai rompicoglioni di art-director che infestavano gli studi con improbabili layout (un conto è disegnare il prodotto altro è fare lo scatto!). Peggio ancora le gonnelle artistiche: e questo così e quest'altro cosà che una volta un pezzo da Novanta della italica fotografia, sbottò: “E fattela tu!”.
Zenza Bronica, va. L'archivio analogico Manunzio porta la sua firma, in seisei, e che firma a dir vero alla faccia degli eterodiretti prezzolati carogne. Parentesi. Una volta portai i plasticoni (si dicono così in formato più o meno A4 fogli la plastica con retro opalino e davanti trasparente, dove in tasche come su le chiappe dei jeans si inserivano le slide per la visone su banchi retroilluminati da basso) ad una agenzia di Roma che ne aveva anche a Milano: Panda. Il cretino di turno che visionò i plasticoni/slide esclamò: “Hasselblad, vero?” Me lo sarei mangiato vivo, ma me ne usci con “Siii”. Archivio fotografico Manunzio: storia in immagine quella in cover si capisce. Lavatoio pubblico nella terra di Orazio, Venosa. Edifico coperto ma pur sempre di acque fredde, provatevi a lavare panni d’inverno! Luoghi della memoria e vissuto delle donne di quando le mamme, le nostre per i minchiapixellista e la “vestale” che non nominiamo sinnò s’incazza "padre guardiano" di Scampia-Photoportal, le nonne se non addirittura le bisnonne! Noi le abbiamo viste alla fonte coperta o meno, vaghi ricordi di quando andavano al fiume, si, a lavare panni!
Cosa s’intende dire alla fine? Semplice che la historiola dei moderni tempi, venuto giù tutto e Trumptiello lo dimostra per i suoi c...alcoli da imprenditore (un altro Silvio Berlusconi, eh) non le manda a dire generando un casino in quei europoide di Brsuell alla pronuncia De Luca!
Tempi che ora hanno la lavatrice (un tempo si sarebbe detta comodità) e per quei scassa c...di Yankee pure la centrifuga ché sta male spandere i panni tranne negli spot del Mugnaio bianco: spaventato?
E se poi si dice tutta: ecco cos’è lo scrollatore di telefonino. Scrollatore onanista compulsivo che a fine scroll se gli chiedi “cosa hai visto” te lo vedi tutto affranto “e che ne so” sono uno scrollatore e più scrollo e primo arrivo...Umm immagino da Belzebù. E anche oggi è fatta!


* https://www.nocsensei.com/camera/storia/massimilianoterzi/zenza-bronica-ovvero-la-macchina-di-zenzaburo/

** https://www.youtube-nocookie.com/embed/AmXg2d2JOh4

**+https://www.gerardobonomo.it/2021/11/05/polaroid-polapan-type-55-p-n-sviluppare-e-stampare-un-4x5-in-30-secondi/#polapan-type-55-positive/negative



Ps. Cosa sono le mani delle donne a lavà panni è nell’espressione che uso “mani da lavandaia” nel guardare con certo ribrezzo le odierne mani da “signore” che padroneggia ben altri affari! Sì ancor prima di zizze, culo e quant’altro di nascosto, gli occhi corrono alle mani dell’altra metà del cielo, si vabbè buonanotte, che anche di certi livelli sociali, ecco, si mostrano tipicamente screpolate e rosse. Rosso come le mani della piccola e minuta lavandaia...

Pss. La riproduzione in cover è dell'iPhone vetero qualcosa, roba vecchia, senza togliere la slide dalla tasca/plasticone





Sibaritas

"A volte sono gli alberi d’Africa a chiamare" così i Treni a vapore di Ivano Fossati e c’è pure quella di Mannoia con la prima, però, di un ritmo più coinvolgente. Ma non è questo parlare di vaporiere, sebbene Manunzio ci è salito sopra e le ha viste sui binari della Stazione...No qui è il giallo che come sorta di sotterranea collegamento rimanda a quel Sibaritas cui headline odierna, che è spagnolo*. E come trovato boh, so solo che al solito metto mano all’etimologia, funziona nelle lingue che conosco, meglio mastico, ivi il barbaro inglese che più finto idioma non poteva essere inventato. Fermiamoci qua.
Dunque con la WZ5060, chissà mai perché settata a 1200 x1600 risoluzione come la precedente 850 Z di Epson, con solo due milioni di pixel da mostro, forse perché “affezionato” ad essa così sta di fatto che molte immagine portano la “bassa risoluzione”. Bassa eh e non si ha voglia di Lunedì di incominciare il rosario e Rocco Siffredi, ci siamo intesi!
Mi trovavo al centro storico di sta landa, quando finirà la punizione di questa reincarnazione impossibile a dirsi non è nota direbbe il sardonico Socrate che terminava (Apologia) “lo sa solo Iddio” o chi per lui, mah. E nel centro cittadino, precisamente la City Hall (siamo international quante altre volte da scrivere?) che adesso è aggraziato edifico e annessa “rotonda” meglio squadrotto spiazzo usato per partitelle giovanili, mercato di erbe e Natale) il giallo muro richiama (Treni a vapore di Fossati-Mannoina) boh. Sta di fatto e Manunzio sa che prima o poi (la mente?) materializza qualcosa, come infatti il giovanotto (spiace che non sia donna com’è uso corrente del Pensiero unidirezionale che vuole così, Lucifero dixit) e ci vuol poco ad immortalare la scena che poi finirà, nientemeno, sul sito della Getty Images lo spazio di un mattino sennò s’incazzano i Pensatori unici ad Adrenocromo. E nell’attesa di aver fatto il colpaccio tra luci ed ombre un must del Manunzio, eccoti lo sguardo spostatosi di poco sempre sul giallo muro la proiezione di una veranda dell’edifico prospiciente che sembra una bocca, fauci, aperta su...Ma sì ma sì basta “azzeccà” in post (senza Ai) le due immagini e gnam gnam il balcone-fauci-ombra si pappa il tutto così almeno nella capa del richiamato Manunzio. E anche oggi è fatta!
*https://dle.rae.es/sibarita
https://unaparolaalgiorno.it/significato/sibarita

Ps. E mica solo gli Yankee possono storpiare le parole, qualsicosa, Manunzio ci ha messo una s finale al titolos, ecco: olé ombre(s):

Pss. Spazio di un mattino (tolto dalle scatole del sito) perché agli ameri + cani non ci piace ciò che non è Amerika (k as killer) way of Life




© Foto Manunzio/Michele Annunziata

Un eterno attimo

Strano e pur vero lo stereotipo che vuole l'immagine valere mille e più parole, inespresse. Archivio della memoria il fotogramma ripreso con una signora “macchinetta”, sì, di quelle spregiativamente dette “Point&Shot” nel sintetico linguaggio passato per inglese. Olympus WZ 5060, anche questo detto e riscritto tante volte nel richiamare tale Alex Majoli nazionalpopolaare della Magnum Agency, camera usata in tempi passati e che gli e valso pure Award stellare: così va il Mondo.
Scatto inquadratura, prestito linguistico da cornice pittorica e d'altronde siamo “parenti” fotografi&pitturialisti, che conserva una malia interna. Cosa che non tutte le immagini possiedono, pur riprese in modo professionale. Malia rievocativa e non altrimenti: ieri oggi e diman' non v'è certezza, forse.
Uno scatto che ha congelato e per sempre lo stato d'animo del tempo vissuto, che lì per lì come spesso accade, non sembra. Fotogramma realizzato “senza pensarci” su. Eppure...ecco l' Eterno attimo dall'archivio digitale di Manunzio, che una ne fa e centomila ne pensa mentre sovviene alla mente la lapidaria di C. G. Jung: il gioco e la creatività stanno uno accanto all'altro di una infanzia mai dimentica, anzi, ravvivata come fuoco sacro tutti i giorni dinanzi l'omogenizzazione di massa. Il Moloch del Pensiero Unico che, per un verso ed altro, vivaddio scricchiola gli assi che si pensava eterno del babilonese tempo per chi ha orecchio, intenda





La coda del Diavolo


Nel archivio fotografico Manunzio le voci sono divise in “categorie mercantili” ad evitare un catalogo di tutto e di più su unico file sterminato.
Uno stacco. Per decenni si è tenuto memoria scritta ora di questo ora di quest'altro, e di certi fenomeni strani, almeno così l'inizio, rivenuti routine in particolare momenti canonici del giorno (le ore e valenza energetica non sono uguali, bioritmi a parte, che sia).
Breve l'archivio Manunzio d’immagini viste e riviste come una Grazia Neri in quel di Milano (all'epoca analogica decana delle agenzie fotografiche italiane prima del pensiero unico a nome Getty Images) ed ero presente ai fatti, alla richiesta di una sua collaboratrice (in cerca di diapositiva o fotocolor nome a prestito da foto-colore antecedenti l'uso delle diapo) indicarle senza errori uno scatole rosso, erano suppergiù tutti di pari colore, all'interno del quale ricercare l'occorrenza. Scatoloni che esternamente portava a cartiglio “categorie” fotografiche: pretesa tutta umana di imbottigliare l'Oceano mare. E certi simili modus operandi.
Selezione d'archivio Manunzio per il portfolio del sito omonimo a ringiovanire la visone; alla “categoria” città la sottocartella “vetrine” ben più che soliti manichini e finiamo qui altrimenti invece di sveltire le cose...E un'altro stacco ricavato per caso: le immagini in oggetto pensavo averle prese con la diabolica Epson 850Z cui pure s'è scritto (basta digitare a piè pagina Diary ed esser linkati di conseguenza) e invece fotografate con “leica” tutta particolare si comprenderà il virgolettao (che tanto paiceva ad Umberto Eco, ecco). Immagini, ancora, vetrina in (dis)allestimento e scatti su “leica” come si pure detto altrove sul Diary somigliare e molto, alla “vera” sebbene il lillipuziano sensore di C 5050 Camedia Olympus ed equivaletene 35 mm passo full frame, apertura f 1.8. Iso incredibile a rileggere lo Exif a 64, eppure le foto sono di pomeriggio già notte invernale! Manichini e vetrinista, che presa com'è non si accorge della presenza, di là dal vetro in strada, del Manunzio che scatta; anche perché la vetrina ha quattro bei fari angolari elei si trova in perfetto controlluce e la isola.
Maquette dunque? Si è no certo con espressioni femminili ben fatte seppure plastica. Breve assito allo smantellamento della vetrina (di lì non passerò più e al posto della boutique odierna libreria) sino all'ultimo piedistallo...Senonché a distanza di diciotto anni, tale l'Exif dice, e in un pomeriggio domenicale fine settembre pandemico ancora assolato a queste latitudine, scatta il fermo immagine: streaming visivo riesce solo Manunzio, al suo occhio (fotografico). Siché attira lo sbuffo in testa (vetrina) rosso, immagine in alto, e guardar meglio sembra il titolo del post: una coda! Ancora, il volto, sì di pastica ma che tuttavia non ha nulla di finto, bensì umanissimo essere. Umano pensieroso triste solitario e finale. Detta così già vedo l'imbecille di turno girare l'indice alla tempia...cazzi suoi rimando perché per quanto strana la cosa, se è poi è anche “veramente” fotografo (essere non avere) avrà sperimentato almeno una volta il teatrino del Truman show in cui vive!
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