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Circumnavigazione domestica, quando gli occhi assuefatti...un giorno
Non vorremo venir meno al titolo citando Luigi Ghirri, certo il suo era un “Atlante domestico” e di cotanta firma. Viceversa Manunzio, al solito modesto, s’accontenta di ben altro. Molto altro che i Ghirri eterodiretti (non a caso muore di cancro, non a caso come diceva Veronesi oncologo, il male viene quando uno si estranea da sé…) non possono per firma di contratto con il Signore degli Inferi, e ci si ferma qui per chi ha orecchio intenda!
Dunque l’immagine di cover: che sarà mai? Un tavolo e di soggiorno (spazioso per gli stil-life) oops living room, e sua tovaglia: ‘mbé? Infatti proprio bheeee, o come pecore nel fare sempre le stesse ruote di criceto. E d’altronde l’uomo (!?) è un animalo, scritto proprio così, abitudinario vedi Gaza & Libano: ieri oggi e diman va tu a sapè se v’è certezza.
Sicché poggiato le lunette, diamo ai francisi ciò che dei francisi, sul tavolo non prima di essersi seduto, Manunzio si dà un attimo di requie, pace terrena poi quell’altra requie...Gira lo sguardo al quadrotto tavolo, una due tre...ma quegli angoli lì cosa mostrano? Ora dovete sapere che senza lenti da miope e ipermetrope (bifocale) causa “vecchiaia” il cosiddetto mondo si offre che è un piacere: immagini che rimano il buon Confucio, sì, quello che questo terreno regno sulfureo (Angeli caduti, eh) è governato da segni e simboli mica di chiacchiere di tabaccaio! E allora ecco che quei strani ghirigori, macchie a vedersi inforcando le lenti sono ed appaiono tutt’altro senza. Allora basta fare esattamente quello che è in cover e un occhio di trama tovaglifera, ecco, viene alla luce...in luce che poi è la materia dei fotografi, no? Ni nel senso che è sì per quelli che sono, non ci fanno né li han mandati, fotografi. Viceversa per i minchiapixellisti Iddio ci scansi e liberi, volendo occuparsi del pecorelle umane sin troppo umanoidi. Dite? Va a pasc’ i pecur’ mije: va e pasci il mio gregge, proprio così alla Lettera delle Scritture…Giovanni quello dei buon grembiulini: 21, 15-17

...Mefistofele propone a Faust un patto: potrà godere pienamente della vita per un certo numero di anni, al termine dei quali dovrà rendere la sua anima a Lucifero e sarà condannato all'Inferno...



Ps. Se tu fai “indagini” con la fotocamera sull’alienazione umana e la spacci per “paesaggi” dentro e fuori domestiche mura raccogliendo l’eterodiretto ordine oltre atlantico, poi non puoi lamentarti dal morire di cancro per quello che si è ino + cul + ato negli altri (Covid ultimo docet). E chi la fa l’aspetti, infatti, Ghirri pensava come tutti i sottoscrittori di contratti sulfurei, il Faust di Goethe n'è esempio, d’esserne immuni. Ma il contratto è contratto: do ut des!




Il mio processo creativo è strettamente connesso al modo in cui esamino la mia vita, a come ho conosciuto me stesso, a come ho tratto chiarezza dalle mie emozioni e le ho tradotte in immagini. Scattare fotografie è stato il mio modo di riconciliare il mondano con l'ideale, di riconciliare le mie paure e passare da ansioso solitario a partecipante. È stato con la mia macchina fotografica che ho iniziato a trovare l'intimità.

Oggi, gran parte della cultura occidentale sembra radicata nella lontananza, nella rabbia, nell'alienazione e nello squallore. Sento, tuttavia, il bisogno di raggiungere la sua anima, la sua profondità e la sua bellezza sottostante.

Mi fido del mio istinto per arrivare al nocciolo della questione. Prima trovo la posizione, poi segue tutto il resto. Se mi guardassi lavorare, mi vedresti muovermi e fermarmi all'improvviso quando trovo il posto giusto per scattare una foto. È un'intuizione sulla proporzione e la scala, e su come mi relaziono al soggetto. Non è un concetto intellettuale; è un concetto emotivo. La composizione è come il ritmo nella musica: è dove tutto è sincronizzato.

Sono meticoloso nel mio mestiere. Espongo ed elaboro la pellicola a mano, lentamente, e lavoro per produrre un manufatto squisito, la stampa. Lavoro per produrre una cosa di bellezza. Per me, la stampa è la creazione, lo scopo, il risultato del mio impegno

Rodney Lewis Smith

Dissolvenza finale




Se ne impiega tempo a personale “rassegna stampa” su Web. Tanto notizie di avvenimenti e tanto, forse soprattutto fotografiche, e oramai più sempre con raddoppio consonante. Dunque “fottografia” e sia. Ora che la benemerita, scritta in minuscolo sennò si incazzano i Carabin-ieri oggi e domani pure, Ikea usi oltre il 70% di grafica motorizzata, ecco, a computer per simulare i suoi articoli, uno dice: sai che novità ché sono anni. Vero e poveri fotografi d’interni. E ora pure tutto il circondario con il solito da bar sport: e tu mo’ te ne vieni a codesti ragionamenti? Eh la Madonna…
Vabbè fa sorridere: povera CaNikon simila et mia parrochietta Olympus. Non servite più. Ora accatatevill’ nu bell’ computerone per ri-creare il Circondario, isole comprese alla Aiazzone dei primi spot alla Canale Cinqueee, tata ratta tà. Molto bene. I robot che vendono agli eschimesi i ghiaccioli ed aspirapolvere a quelli del deserto africano, e perché tra di loro no? Li vedete voi entrare in un “negozio” di parti di ricambio…Che bello ci siamo liberati di Soros&Bonino e i globalisti han fatto botto finale, manco più un cane umanoide per il terraqueo! Niente di niente. Il Giorgia guidestone ha trionfato. Ottimo e sai che goduria (chi?) andare in banca (una volta) a prelevare moneta (una volta) e spenderli a femmine (robot silicone naturalmente) in posti lontani (una volta) etc etc etc. Un deserto totale. E che gli frega ai satanici globalisti sparsi per l’Universo (quale?) in cerca di ibridazione e vedasi Cappella Sistina con scimmie topini lumache alici (non salate in salamoia, almeno) triglie calamari ma anche vongole? D’altronde era già successo a noi…qualche giorno fa: grazie Zacharia Sitchin un tantinello troppo sionista…che non tutto si può avere. Lunghetto il giro sul Web stamani: uhmm.
Qua la notizia al fine della tenzone e come Cirano più del tocco mi tocco paisà, tu arrangiati come pensi e credi (in cosa?)

These Portraits Were Made by AI: None of These People Exist
When You Flip Through an IKEA Catalog, 75% of the ‘Photography’ You See is CGI

Man


Ps. Noi già ultimi epigoni del Novecento con archivio in analogico e da quasi un ventennio digitale no CGI ci frega poco. Cazzi amari purtroppo per le nuove generazioni che già si vedono (bevono?) tutto il Novecento (ri)colorato in Computer Grafica; il bianconero è quel giochino-filtri su smartphone che diverte, però, sino a certo punto. Vabbene che la “storia” la scrivono i cosiddetti vincitori (frammassonerie varie) ma ritinteggiare tutto ne corre. Certo de gustibus!

Pss. "E quando ci chiederanno cosa stiamo facendo tu potrai rispondere: ricordiamo. Ecco dove alla lunga avremo vinto noi"
Ray Bradbury Fahrenheit 451


Photo © Michele Annunziata
Si apre così Tempi Moderni di Chaplin, solo che a noi piacciono le bottiglie al posto delle pecore, qui formato pecorame come quelle che danno, ma anche dannazione perché no, anzi, il senso della distrazione di massa, l’intruppamento per i Friday ormai quotidiani ossessivo-compulsivo, o dell’accatta accatta (dal francese acheter, buy for others people) che contraddistingue la società liquida e malthusiana, formato decrescita detta felice per la Upper Class luciferina & globalista



Videoimmagini terminale. Siché è del tutto “naturale” certa fusione (mentale anzitutto) tra immagini fisse e movimento streaming. Vero. Tuttavia se ragionassimo in termini di sub cultura o sottoproletariato urbano, ecco, allora i conti tornerebbero per la giostra degli acquisti, o dello sballo umano (ultimo in ordine di tempo quel quindicenne morto su rotaie immaginando di trovarsi a giocare con immagini su smartphone).
Eppure scritto detto e ridetto che l’immagine fissa è inarrivabile quanto a “maleficenza” riguardo il flusso video: lasciate per un attimo le immagini subli + anali alla Walt Disney.
Il globalismo pensiero (che è tutto) punta su la roulette non tanto e solo fissata a muro, immagine, quanto in “moto” a 24 fts da film, o meglio ancora 25 da “tubo catodico” che impera imperativo: consigli per gli acquisti…Quieta non movere e mota quietare!

Reuters accelerates news pictures/video merger

Man


Ps. Prestate orecchio ai cosiddetti processi di “ristrutturazione” casomai alla greca via Troika Commisione-Bce-Fmi. E che non incidono per nulla, se non a livello di zero virgola uhmm, sui bilanci di questa o quella “parrocchia”; infatti a giorni dispari si scopre delle ruberie dei manager e/o mafoipolitici tout court, operazioni che non compaiono a “bilancio”. Siché è naturale per costoro, amplificata da Stampa & Regime, dare addosso all’untore (?!) e conseguente taglio di “maestranze”. Esilarante gag dei furbetti del cartellino, che certe Lilli Gruber e assimilate propinano quale causa di dissesto finanziario italiota! Operazione che è nel solco della cosiddetta “decrescita felice” di malthusiana memoria. Alias Guide Georgia stone: pietra tombale lato traslato e fate…vobis!

Salti quantici




O abissi non colmabili per l’esatto. Vale a dire che certe cose, vivere quotidiano annesso e connesso, non si possono più trasmettere alle giovani generazioni: impossibile. E ciò “grazie” proprio ai tablefonini, una tra le tante cause. Alienazione la misura, e perdita di memoria per meglio essere manipolati dalla giostra per gli acquisti. Proni e docili al Moloch mercato. Cosa che non aveva avuto sino alla nostra generazione di sessantottini le vette della solitudine attuale: si era più in contatto con amici parenti e “compagne” quando non circolavano gli smartphone odierni. E’ una castroneria bestiale il chattare o videmomessaggiarsi istantaneo ventiquattro ore su ventiquattro. Anzi bisogna vedere, sempre, il mondo da altra angolazione per accorgersi delle tante sfaccettature, e questo per i fotografi già solo cambio di ottica è un buon step, figurarsi se con un passo in avanti o di lato dalla propria posizione di scatto, che visuali altre!
Più che pistolotto da lasciare per fine settimana un’amara constatatio, da fine della “storia” cosiddetta ufficiale che è un trucco (indotto) della mente a tener oliata la giostra per gli acquisti.
Storia o meglio al plurale che i padri han raccontato ai figli cresciuti nel boom economico degli anni Sessanta del secolo trascorso. Episodi su cui vale ritornarci su per capire l’odierna macelleria sociale: ieri in guerra oggi pure in nome del Mercato. “Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato.” Così l’immarcescibile Orwell

Man

I ragazzi di El Alamein

Immagini manipolate...tanto per cambiare




Volto rassicurante e con barba il Riotta che fa tanto trendy e rimugina antichi patriarchi dalla carta stampa a video, sempre stesso venditore di fumogeni conto corrente Nuovo (dis)Ordine Mondiale in onda giornalmente a reti unificate & omologate


Potenza del catodico e smartphon che tanto la Stampa Corrierone…non la legge più nessuno, manco in furbata grafica alla Repubblica, che rifà verso al sito online: cagate pazzesche.
Dunque se ce ne sia ancora da sottolineare, anzitutto e pure en passant la storiellaccia che ha visto protagonista per quasi tre mesi nientemeno che Mattarella Presidente, con la sua uscita sui mercati che non gradiscono “populisti” ma solo una sinistra lacchè, prona a novanta gradi. Bravo, sì perché in pubblico e televisivo ha dovuto dire il Presidente che, de facto, i governi altro non sono che camerieri del Kapitale (k as killer). E quando lo dico gli altri? Gomblotto. Ma diamogli al Mattarella il “collare” che non scantoni con scritto: Fist man of…
Chiusa e torniamo, invece ai lacchè di Stampa&Regime, sai che novità. Manovratori manipolatori liquame oltre ogni dire, e chi sino ad ieri avanza ben più d’un dubbio circa la loro “professione” oggi è ampiamente ripagato, senza manco scomodare il Gomblotto.
Insomma duemila anni fa un Nazareno dinanzi al sepolcro di Lazzaro lo invitava a tornare in vita con:” Surge!” Qui anche un giornalista dato per morto, usato contro Putin/Russia, risorge più vivo e vegeto che pria. Ah benedetti Gomblottisti, se non ci foste bisognerebbe inventarvi tanto per assaporare ancora il gusto della verità di un Mondo che cade a pezzi, giorno per giorno e la ‘ggente “right or wrong” da cenni di qualche attività cerebrale. Consigli per gli acquisti, vero Gianni Riotta servo del Nuovo (dis)Ordine Mondiale?

Man

Ps. Già archiviato il gas, a salve, siriano e del bambino che in conferenza stampa Urbi et Orbi ha ricostruito il tutto come messinscena contro Putin/Russia, ma la stampa catodica alla Rainews24 (con direttore Di Bella un tot a giro panza di sinistra) se ben guardato dal far vedere ai teledipendenti

Un certo senõr Salgado




Abstract
the photographer Salgado in a perfect B&W and a book named Genesis seems to launch a subliminal message trough photography


Siamo abituati da tempo al corposo, letterale, bianconero dell’economista convertitosi, forse come Saul su la via di Damasco e che non era fotografo ma furbacchione è potente uomo che esportò, alla lettera, il cristianesimo nascente per farne quello che è sotto gli occhi di tutti: Amerika (k as killer) way of Life.
Salgado della maestosa composizione musicale mediate dalla notazione del bianconero come non se ne vede più in circolazione causa smartphone e giovanotti presi al “Tip&Tap” quotidiano.
Una rappresentazione che ci lascia quanto mai perplessi, l’uso della fotografia del Salgado ha un che di troppo patinato per essere vera, o comunque verosimile. Ciò non di meno si può far finta di nulla, ma sta lì e diamoci uno sguardo che poi ognuno, come sempre, ci provi a ragionare con la sua testa.

“L'uomo che con le sue fotografie ci ha raccontato mille storie di questo pianeta – è il messaggio conclusivo del film - adesso ce ne racconta una stupenda, un sogno: la distruzione della natura può essere fermata. Più di mille sorgenti d'acqua scorrono nuovamente nei campi di Instituto Terra. Due milioni e mezzo di alberi sono stati già piantati. Gli animali sono tornati, perfino i giaguari. Questa terra non è più proprietà privata dei Salgado, adesso è un parco nazionale che appartiene a tutti. È diventato un esempio di come le terre maltrattate del mondo possano tornare a essere foreste”.
Il documentario ha vinto il premio “Un Certain Regard - Menzione speciale” al 67mo Festival di Cannes del 2014.


Il sale della Terra

Man


Ps1 Quando il Salgado nella sua Opera, maiuscola per chi intende, Genesis ritrae l’Antartico e suoi ghiacci pare usi ben più d’un semplice messaggio subliminale, ed è quando ci mostra un iceberg alla “deriva” ma con un arcata degna dei migliori "castelli medievali" che a tutto fa pensare, tranne la banalità del vento che “modella”, a delle torri e murature: troppo perfette per affidarlo a lavorio ventoso di “madre” Natura ma più ancora a mani sapienziali

Ps2 L'Incipit sembra cadenzato paro paro dalla voce di Riccardo Cucciolla doppiatore e del film Il nome della Rosa, a volte le coincidenze. Forse

Ps3 Il nome dell'ultima fatica "Genesis" si rifà non a caso al primo libro delle Scritture, fondante tutto l'Occidente, ossia la Creazione del Mondo incontaminato dell'Origine. Messaggio in codice per coloro i quali voglio, mani militari, un ritorno ad esso ma sotto il giogo di una Elité squamata multidimensionale che la diede in "fitto" alle scimmie ibridate da cui l'umano Sapiens etc. E per farvi ritorno cosa di meglio che togliere (Malthus docet) il novanta per cento di umanità, il resto poi ridotto a schiavitù servile (Metropolis Fritz Lang docet) ne godrebbe, appunto, la minoranza di "eletti" di Sion e spiccioli
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