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Un'Epoca si chiude. Personalmente alla console (Diary) da quasi nove anni e procediamo verso il decimo che di sti tempi infami è traguardo impossibile senza banner e bacia pile a questo e quello. E minchiapixel vari. Si chiude un' Epoca fatte di entrate ed uscite dall'ameno tribunale del Capoluogo con stillicidio di infamanti contro-denunce seguito di precedenti plurime querele ai CC afferente un cantiere del Ministero Beni Culturali (!) Giro di quattordici miliardi di vecchie lire finiti nel nulla. Pluri fallimenti delle ditte incaricate del restauro. Organi di controllo dello Stato compiacente! Una storia prossima ai sedici anni e di pubblico dominio, oramai, ripreso anche dalla cosiddetta libera stampa stanziale; eccenzion fatta per la Rai. Vero che fioccano le assoluzioni, poiché “il fatto non costituisce reato” nei confronti di chi scrive, con buona pace alla Guardia di Finanza (dirimpettaia del cantiere !) prodiga a perdere tempo nello scovare chissà quali conti cifrati o capitali: pure questo si è subito. E cosa c'entra poi con le indagini (mai svolte) della Magistratura del Capoluogo? Cortine fumogene, e non ci addentriamo oltre ma ne informeremo.
E si chiude un' Epoca anche per il fatto che non scriveremo più a ritmo (quasi) giornaliero e tanto di “copertina”, poiché un mare di cose attende e han fatto “ragnatela” ad aspettare e non si può più rimandare, come (ri)mettersi a fotografare in analogico bianconero e relativo trattamento in camera oscura. Infine perché Manunzio va in pensione. Si proprio così: ma ce lo vedete voi ai giardinetti (tra andata e ritorno una buona ora di passo) dare da mangiare al Colombo (occhei è un calembour per chi intende) infestante..?

Man fotografo dal 1969 che augura Buon Anno 2020!

Ps. Nelle fatiche anche rimettere mano al portfolio, inteso come presentazione, e che avete capito!


Storia di mal affare che parte nel lontano 2002 con il fallimento “programmato” della prima ditta che doveva eseguire i restauri dell’ex Biblioteca Provinciale in C.so Garibaldi di Potenza. Diciassette anni dopo non è ancora mai ultimato il cantiere, con forse altre due ditte “fallite”. Anzi doveva essere consegnato nel mese di Aprile del 2013, alla Stazione appaltante Archivio di Stato in Potenza, cui si sono succeduti nel tempo: Donato Tamblé, Valeria Verrastro manco più, anno 2019, Direttore dell’Archivio, rimossa per altro Ufficio; al suo posto l’attuale Paolo Olita, lo stesso che era già segretario verbalizzante dell’appalto, cui commissari erano stati censurati (veniva chiesta la sospensiva della gara per il loro comportamento) così nella Sentenza del Tar Basilicata 2008 attinente la “storia” infinita. E con sei milioni e rotti, tanto l’importo dei lavori, difficile da decifrare. Si noti che il cartello di sinistra, oltre a mancare di importo come previsto da legge, indica la data di inizio e consegna dei lavori: mai avvenuti. Viceversa quello di sinistra è stato sovrapposto nottetempo al primo in occasione della venuta di “funzionari” del Ministero Beni Culturali in Roma, poiché secondo denuncia già in possesso della Magistratura, il cantiere/immobile è stato comprato con comodato d’uso: l Ministero beni Culturali e Provincia di Potenza. E difformante dal primo cartello di cantiere non si legge quale “inizio” e quale “fine” dei lavori mancante ugualmente dell’importo dei lavori (omissione che è reato) da Fondi europei


Lancio di Agenzia
A voi non frega niente ché state dietro il pifferaio Jovine della Milano da bere. E vi accorgerete troppo tardi di come il “nostro” e sodali vi avrà condotto a morte certa, prima l’animaccia vostra poi l’involucro detto corpo. Poi quando siete passati a “miglior gloria” inviatemi una cartolina.
Ciò detto non è per coloro che s’i imbattono nelle “amenità” di un Manunzio quotidiano, ci mancherebbe. No, è che qui vengono a vedere e leggere Carabinieri Polizia di Stato Funzionari…perché mai? Oh bella per una truffa milionaria (miliardi vecchie lire) ai danni dello Stato, che sareste pure voi giovin telecomandati che non frega una mazza. Soldi che non vedrete mai, né lavoro né pensione: in una parola well-fare. Anzi casomai pensate alla famigerata valigia di cartone dei “nonni” anni Sessanta, come una a volta…a Milano e disorni, o Svizzera Germania…buona fortuna fuori dall’Italia.
Dunque e breve questo sono le foto (caro Maresciallo che tieni sotto controllo il mio cellulare e quello del legale!) del “cani etere” XVIII del Capoluogo Lu + cano. Senza aggiungere altro e che doveva essere aperto, certo non in questo stato già il 15. 04. 2013, sei anni fa. Cose di Cosa Nostra che si trascina da diciassette anni grazie alla complicità del Tribunale di Potenza e il tempo Galantuomo è: sempre!

Manunzio fotografo dal 1969

Ps. Ieri 18 settembre Anno Domini 2019 con una pattuglia dei Carabinieri siamo entrati finalmente aa rimirare lo “splendore” del cantiere che la locale massonica Rai Basilicata (già censurato un servizio il 23 Dicembre 2014 (vero Capo redazione Oreste Lopomo?) accredita come prossima alla riapertura, cosa che doveva avverarsi sempre sei anni addietro e con già sette milioni e rotti di stanziamenti, che non si sa come e dove terminati, e che la Rai natural + mente non dice

Pss. Nelle immagini allegate l'interno del cantiere visitato il 18. 09. 2019 con due Sottufficali dell'Arma dei Carabinieri. Senz'altro aggiungere lo "spendore" del cantiere come si presenta oggi a distanza di sei anni dalla consegna "ultimata" e fruibile

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Cantiere_interno.jpg (332.63 KB) Cantiere_internoII.jpg (1.04 MB)



A volte ritornano (forse non son mai andati via)

Infatti mai andai via se non per “obsolescenza” programmata: da chi? Camere digitali senza mezze misure e su questo ne scriviamo a giorni dispari di ciò che usiamo quotidianamente in formato “old” 4/3 o meno in forma Camedia della mitica Olympus: come dimenticare la Epson 850 Z? Sì perché qui centra poco e niente il corrente “Heritage” della giostra degli acquisti in forte sofferenza: e accattatevill’, no? Cosa non ha importanza: accata attaca (from french acheter english to buy). Certo quando hai a che fare con “vecchi arnesi” anzitutto devi calarti nel tempo in cui furono fatti, il resto se c’è manico si vede (fotogrammi digitali) vecchio o nuovo che sia! E qui in caso di specie la deliziosa riscoperta, ecco, della prima D1 Nikon all’epoca di “solo” due milioni e rotti di pixel e dodici milioni di vecchie lire per averne una, molto meno con la Eos D 30 di lì a poco del compare Canon cui il dilagare delle trappoline digitali sino all’odierno.
Nel link molto gustoso che si posta il riferimento alla pre-view dopo scatto è fatto sperimentato ugualmente su la E 20 Olympus. Vale a dire un “work in progress” che lentamente e molto, ecco, viene alla luce…but very fine!

Nikon D1
Immagine, scattata con D1, dell’articolo poco sopra



Man fotografo sin dal 1969

Ps. Dice: Manunzio lei non cita come “alternativa” alle digitali tout court il telefonino? Si certo e non è “contraddizione” nel momento in cui si parla di “recupero” più del mezzo fine a se stesso dello spirito, non certo alcolico…




Anno Nuovo (truffe antiche ai danni del Pubblico Erario)



Fino a tempo fa il link puntava anche alla pagina omologa del Segretariato regionale Basilicata Mibac (Ministero Beni Culturali) quale “centrale” e interfaccia territoriale verso Roma sede del Mibac. Link altresì che indirizzava anche vs l'Archivio di Stato della dr.ssa Verrastro capo progetto A.d.e.l.mo, che in pratica è la rimasticatura di uno analogo del 1997, joint venturvse tra Regione Archivio di Stato e Deputazione di Storia Patria, dove tra i dirigenti c’era Gregorio Angeli superiore gerarchico della Verrastro. Progetto A.d.e.l.mo che da “progetto” esterno poi vedeva coinvolto altro personale già stipendiato dell’Archivio di Stato, elargizione della Verrasto agli amici per un altro torbido episodio la lei impastato e contraddetto, documenti alla mano, da altri funzionari. L’allora progetto A.d.e.l.mo (Archivio Lucani all'Estero)a costare alla Regione Basilicata 55 milioni di lire, cui affiancati negli anni sino a poco tempo addietro altri 700 milioni in lire, e mai si è saputo la “lievitazione” finale della rimasticatura del progetto cui nominativi "esterni" è a dir poco “anomalo” e gestito dal Segretariato regionale cui vertice il Maurano Attilio è parte in causa. Esposto di OO.SS venne presentato oltre che alla Procura alla Corte dei Conti di Basilicata, dove per breve periodo ha svolto ruolo una delle quattro firme del Progetto A.d.e.l.mo. Miranda. E che insieme a Tamblè-Verrastro Manupelli sono un affiatato quartetto di "arco e compasso". Secondo e terza dell’Archivio di Stato in Potenza, la prima Soprintendenza Archivistica di Puglia e Basilicata Sede di Potenza, ultima già Direttore Archivio Stato Matera. Insomma Maurano è di certo il dio ex machina di ogni cosa si muova in ambito "culturale" in terra dei basilischi.

Maurano Attilio ex Direttore Segretariato Beni Culturali Basilicata da ultimo lo davano vivente in quel di Salerno. Ingegnere verosimilmente (?!) amico degli amici e del Rotary Club para massonica associazione. Maurano che sta dietro il cantiere ormai fermo e prossimo a cinque anni, basta leggere il cartello di cantiere se non fatto sparire nottetempo, dell’ex Biblioteca provinciale in C.so XVIII Agosto in Potenza e di strani multipli fallimenti di ditte appaltanti e, ciliegina, una delle quali sentenzia il Tar Basilicata “non doveva partecipare alla gara” poiché nel frattempo aggiudicatesi i lavori, de facto, mesi prima era già in comodato fallimentare, così scrive il Tribunale Fallimentare in Roma, e riportato in sentenza Tar citato. Banalissima affaire da quindici miliardi in vecchie lire ai danni dello Stato (fondi europei Regione Basilicata pagatore ultima istanza) e che caso “stranamente” l’ameno Tribunale di Potenza ha fatto sparire due denunce al riguardo. Tra amici questo e altro.
E sempre l’ottimate Maurano verosimilmente sta pure dietro il Progetto A.d.e.l.mo (Archivio Digitale Emigrazione Lucana nel Mondo) progetto riciclato già in partenariato 1997 con la Regione Basilicata che arriva sino ai giorni correnti più che ventennale grazie anche a funzionari dello Stato (Valeria Verrastro attuale Direttore Archivio di Stato in Potenza, in joint venture con Soprintendenza Archivistica Puglia e Basilicata e Archivio di Stato in Matera) già stazione appaltante del citato C.so XVIII in compagnia del predecessore ex Direttore Donato Tamblè , in Potenza & Roma allo stesso istante quando si dice il dono dell’ubiquità, anch’egli dietro il cantiere XVIII Agosto in Potenza cui si è detto poco sopra. Insomma controllori e controllati di sé medesimi ai danni dello Stato, già in denuncia da OO.SS. ma prontamente e senza indugio archiviato (!) nottetempo dal sempre “vigile” Tribunale potentino.
Il Maurano, infine si fa per dire, sta ancora verosimilmenete dietro un’altra, notizie da Basilicata24 online, vendita&rifitto degli ex Monopoli di Stato in Potenza, attaccato al Comando Guardia di Finanza. Quando si “immagine” e il caso va da sé.
Siché lei con la con complicità del Tribunale si è inventato finanche un procedimento di condanna di chi scrive a quattro mesi di carcere? Eh bocca buona Maurano, ha venduto la pelle dell’orso prima di catturarlo immaginandosi il Marchese del Grillo e sua battutaccia. Ohh s’è per questo, vedrà, si pentirà molto ma molto amaramente, giacché le carte del Tribunale raccontano fatti, nottetempo trascritti pure a mano (!) al di là di ogni possibile immaginazione, in spregio alla grammatica e le Procedure del Codice Penale: Marchese del Grillo lei si dice? Siamo qui a farle una volta e per tutte pelo e contropelo chiedere i danni oltre l’intervento dei Caschi blu dell’Onu e/o radere al suolo il Tribunale di Potenza e cospargervi il sale come i romani.
Il Tempo è Galantuomo Maurano & sodali. Ah certo buon Anno e quanto “buono” per lei e associati si vedrà molto presto

Man

NB. Una piccola chicca da un documento (ultimo conteggio settecento pagine e documenti) che ricostruisce passo dopo passo ogni minuzia "sfuggita" ai magistruncoli del Tribunale in Potenza:il famigerato Documento De Bonis (nome dall'estensore Studio Legale omonimo) perpetrato da magistruncola del Tribunale e l'Arma dei Carabinieri,di un tranello (ne scrivemmo al Presidente dell'Ordine Forense senza ricevere mai risposta) ai danni del legale che ci assiste da un decennio e più. Documento già in possesso del giornale online Basilicata24, e molto compromettente che in poche riga riassume la truffa di apparati occulti dello Stato ai danni del Pubblico Erario. Documento DE Bonis che compare in denuncia nottetempo dopo la comparsa di notizie a stampa tra cui la citata Basilicata24. Insomma a pararsi le terga sfondate. Tesi mai dimostrata e dimostrabile anche con il concorso esterno (art. 416 Associazione per delinquere che non stonerebbe l'aggiunta di bis o aggravante mafiosa) migliori specialisti cinematografici di effetti speciali, trucchi e barba posticcia potrebbe. E non già si scasso o effrazione che dir si voglia si tratta di chi scrive e suo legale (!), no quanto la parola della dr.ssa Valeria Verrastro, già direttore dell'Archivio di Stato e capo-mastro per chi intende del cantiere dell'ex Biblioteca che si viene narrando. Breve venimmo contattati dalla PG dei Carabinieri in Tribunale ad ammettere della cosa, così il mellifluo Brigadiere. E capita la antifona facemmo mettere a verbale "la facoltà di non rispondere a domande" tra la stizza malcelata del Brigadiere...vistosi sfuggito l'attimo!

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XVIII_Agosto_organigramma.pdf (484.94 KB)




E no eh, qui bisogna scendere in piazza, petizioni e proteste femministe a teleconado come sempre e con tanto di marchetta e planetarie in ogni dove: Leica M10 D maledetta + mente maschilista. E che cazzo: ‘nnamo ‘bbene…
Dunque la nuova costa, prestate orecchio eh, ben 16 milioni (!) di vecchie lire che tra non molto di nuovo in circolo, altro gli strilletti di un MoscoWC qualsiasi che rappresenta solo se stesso, e uno sciacquone lo manda via tra qualche mese!
Ancora, ci è stato spiegato (!?) che la leva di carica come su le analogiche non serve, eh, ad armare otturatore e far avanzare il fotogramma successivo: no. Serve ad avere una presa con solo mano! Senza Lcd che è na figata ma na figata da consegnare il Nobel all’ingegnere e/o designer.
E però l’immagine appena scattata la si può vedere: come? Ah umanoidi di poca fede: a smartphone. Insomma da remoto (post mortem?). E sia. Ma ci è stato appena detto che la foto che fa (!?) la Leica M10 D è a mano libera, nell’altra lo smartphone per rivedere lo scatto. Eppure la M10 D si dovrebbe, come nell’Analogica Era, tenere con ambo le mani: no? No sciocchini! Siché smartphone ‘ndo o mettemo? Ecco qui vi volevo: ma sul cazzo, che è cosa maschilista e da qui le proteste giuste e sante planetarie e teletrasmesse a reti omologate. E che cazzo, ecco.
Ora visto che tra i parvenu si trovano sempre (non sapendo che cazzo fare, e getta pure sedici milioni di vecchie lire) donne: ‘ndo o metteno lo smartphone? Converrete che nella parte bassa di esse verrebbe...introitata, la Leica M10D: allora? Ma su na zizza starebbe bene, si, dalla quarta misura delle coppe in poi! Vabbene e quelle al disotto? E se fanno a plastica al silicone, e visto che si trovano chiedono al chirurgo “plastico” una sporgenza atta all’uopo a contenere la Leica M10 D, senza Lcd, ma da remoto controllo smartphone, sì. E che cazzo. Vedete maschilisti (repressi masturbatevi nel cesso slogan Anni '70) voi che la nuova camera (funebre?) è proprio maschilista…che cazzate: daje!

Leica anuncia oficialmente la M10-D, sin pantalla y conectada al móvil por uno 8000 euros

A quando una Leica digitale senza sensore?

Man

Ps. Solo a ragionare, vebbè shhh nun ditelo in giro sinnò so’ uccelli senza zucchero, ossia caz…amari che vi risparmiate sedicimilioni e vi comprate uno smartphone dell’ultima (!?) generazione con tanto di palle sotto…e 4K 8K 16K 32K…senza acrobazie e manco ricorso alla chirurgia “plastica”! E a fotografare? Come cosa? Ohe gente qui stamo a lavorà pe a giostra degli acquisti e mica pe fa e fotografie: e de che? Oh nun ce state a fa perde tempo: Cesareee nartro litro de li Castelli che noi ce lo bevemooo e te risponnemo in coro: oste nun te pagamo, perché ci piacciono li abbacchi le donne e le galline che son’ senza spine e nun so’ come er baccalà…

Pss. Ma nun s'era detto che Venerdì (pesce?) ce se stava a riposà cor na cosa leggera leggera invece de sta scrive ste fregnacce? Ah Manunzio te devi da capacità che a giostra vole semp' artre cose, sinnò come fa a campa: mors tua vita mea, no? Manco per er c...e daje che stamani eh, e che ci hai mangiato peperoncino? Eh da quanno so' fotografo già co li pantaloni corti!

Epson 850 Z



Più delle chiacchiere su pixel e risoluzioni la Epson 850 Z alla sensibilità di 400 Iso/Asa e più che voluto “mosso” (fa parte di una serie) restituisce l’esatto senso di scena sognata, sebbene durante la posa nevicasse

Abstract
the Epson 850 Z is my first digital camera, although only two million pixel, an reliable, as many images on news papers  wich I collaborated a daily, and at time stored on (my personal page) of Getty Images



In pratica la prima digitale al netto del fatto che il Canon Scan FS 2700 già da tempo trasferiva in binario per un giornale cui collaboravo.
Una digitale la Epson dalla “sconvolgente” capacità di 2 milioni di pixel (o il neologismo michiapixel, che per gli sprovveduti a telecomando è il sincretismo siculo inglese di minchia + pixel) e completamente customizabile. E possibilità di usare flash esterno, tutto alla modica cifra per l’epoca di un_milione_mezzo di vecchie lire. Che dire se non il fatto che proprio Getty Images ha alcuni miei scatti alla fantasmagorica risoluzione di 1200 x 1600 pixel: e non pare che siano stati rifiutati ché “low resolution”. Si fa quel che si può

Man

Epson 850 Z

Mutuo ipotecario (per imbecilli?)



Abstract
again a stupid thing from Leica that made a Noctilux M 75mm F1.25 lens, more and much expensive, firstly for oriental people and secondly amercicans with a big cash or money card



Non c’è verso Leica è stratosferica ed impossibile per ricchi babbioni o coglioni neo parvenu da gli occhi a mandorla e assimilati che nulla spartono con la fotografia: alta bassa mediocre o come ve pare! Ma si può? Un obiettivo da più o meno ventiquattro milioni di vecchie lire con stampato Leica!!!
E non a caso la réclame porta sinistra immagine una modella a mandorle per i babbioni ricchi cinesi e parenti prossimi. Oh ma se proprio ve rode ma correte a comprare gli equivalenti Olympus ultra luminosi ad una frazione di prezzo: dice ma quelli sono targati Imbecillon Coglion Sputtanon by Germany! Mbè e questi so targati Zuiko Olympus, di una ditta che quanto a precisione ottico/meccanica non è certo seconda a nessuno, eh! E poi il Brand a mandorle è inventore del 4/3 e Micro Terzi adottati, che caso, della premiata Pana/Leica o Nippo-Germania Uber Alles: che stamo a dì de più?

Man

Nb. Notate che l’imbecille, dietro a fondale l’America che affonda finalmente, fotografa la modella con ottica che è fatta per tutto tranne che ritratti in luce diurna!!!


Shooting portraits with the $12,800 Leica Noctilux-M 75mm F1.25 lens


Ps. Solo due volte abbiam usato Leica targata M6 poi l’amico la vendette per comprarsi una Pentax 645 che di a poco…non aveva soldi ma impazziva per le fotocamera: non ne imbroccava una che fosse una di foto ma gli piaceva ostentare il suo status symbol in una città di provincia! O se è per questo a Milano una volta un tale aveva appeso alla spalla proprio una M6 Leica e si gingillava, e faceva faccia interessata di bovino, nel guardare una mostra cui “delizie” ne scrivemmo su Progresso Fotografico
Shooting portraits with the $12,800 Leica Noctilux-M 75mm F1.25 lens
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