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Repertorio stock delle carte Manunzio utilizzate da un decennio e più, tanti gli anni trascorsi a trafficare con stampa e stampanti inkjet, e le Awagami eccelsi supporti giappones (destra immagine con provino-test di stampa). E ogni superficie di brand un modo tutto specifico di scrivere, con gli inchiostri, marcare quanto mai appropriato, un territorio: la superficie. E gocce ink, mille sfumature che siano colori o più ancora bianconero, anche quando c’è da combattere con le carte “martellate” Arches (destra immagine, verde copertina) non trattate, sebbene poi quasi vi riescono paro paro le neo Canson-Arches (retrostante pack a sinistra immagine) brand veramente notevole. E non si dice, a prestito H.C. Bresson, che testa-cuore-occhio, qui supporto, stanno/dovrebbero su lo stesso asse per dire ciò che s’intende, trasmettere quel quid energetico al cosiddetto troppo di sovente acefalo prossimo?



Traslitterazione ancora una e...più

Qualsiasi pezzo di carta, diciamo per capirsi, suscita un certo entusiasmo nello scarabocchiarvi sopra (un tempo lontano) o mo’ come mo’ stamparvi via inkjet questa e quella immagine. Si, vero qui c’è un abisso fra chi scrive e il resto dei cosiddetti, pensa te, fottografi (raddoppio parce que noblesse oblige). Questi figuri morti dentro, clicchete clichete, riprendono il circondario semmai con l’ultimo modello Sony, squallido e cadaverico brand(y) in ogni accezione del termine, o del caso l’ultimo (fine finalmente?) modello di iPhone o Samsug equivalente. E i “fail” che ne resta? Un beato c...ippone di legno come le teste dei richiamati. Capirete che per chi viene dai gloriosi giorni della camera oscura analogica pendant inscindibile: sì, si ci sono e tutt’ora teorici a salve (anche un nostro amico 'nbriaco fracico da mattina a sera) che pontificano sul fatto che la stampa è altra cosa dal negativo, sempre analogico. Disputa del sesso degli angeli o dell’intellettualizzazione del aria, di quei tipi tristi, ecco, pure quando ridono se mai vi riescono. Ma non è il caso se non parlare di carte da stampa. E diciamo subito: una Vandea di tutto di più come il binomio Hahnemühle-Canson. E se tanto mi da tanto nel novero, tuttavia, c’è da mettere Ilford gloriosa come un dì la sua Galerie e l’altrettanto buona Ilfobrom in scatoloni da mille pezzi formato dieciquindici che stampavamo per i clienti dell’allora Foto-Lampo detta pure AGL (Agenzia Giornalistica Lampo citata altre volte). Diciamo, scriviamo quel che sappiamo in corpore vili, ecco, e non de relato casomai via Web delle mirabilia.
Sia come sia carte che restituiscono l’idea aerea (virtuale?) dei “fail”. Sentirne il peso, proprio così: anzi provatevi a scuotere, cosa che facciamo spesso, le carte che è un piacere vibrazionale. Vibrazione Odifreddi cinico zombie matematico, vibrazioni non già numeri che sa dove metterseli!
Vibrazioni tattile e perché no: olfattive. Sì. E last but not least un modo per intrappolare un momento e renderlo eterno, si vabbè, e trasmetterlo al posteriore: o era ai posteri?


Ps. Lungi dal fare l’artista da quattro soldi, di quei conversi più che su la strada di Damasco, eh Paolo di Tarso furbo di tre cotte, fine dicitore inventore del cosiddetto cristianesimo, nonché munifica e remunerata Arte con tanto di sigillo (666 biblico?) Digigraphie, l’incorniciata immagine di frame (cover in alto) acquistata da un Bricofer qualsiasi, dà l’esatta dimensione, non certo fisica, di cosa l'immagine sia, dovrebbe. La traslitterazione CansonArches messa sotto vetro, meglio plexiglas, suona decisamente forse troppo paesaggistica e poco rispondente a ciò che s’intende suscitare nello spectator: sì, quell'imbecille di Roland Barthes intelletualizzatore dell’aria calda fritta o come vi pare. Tant’è vero che una seconda stampa, s’intravvede, sottostante l’incorniciata, meglio s’avvicina all’idea ma che tuttavia sotto vetro non regge. Morale anche la cornice vuole la sua. E meno male che le fotografie, diversa + mente, da quadri ed affini non bisognano di cornici barocche; anzi, queste, più lo sono e più piace alla gente che piace così il jingle dell’allora 126 Fiat, tanto che per soggetto, pure un topo morto (dixit Ando Gilardi sul numero di Progresso Fotografico Luglio-Agosto 1990 pg.27, cazzeggiandomi a mezzo reply di un fatto realmente accaduto a Napoli, però, al critico Lanfranco Colombo in quel di Milano; gallerista della primigenia Canon Diaframma poi Kodak, privata galleria interamente dedicata alla fotografia, senza raddoppio, mica fottografia della Milano da bere formato Mia Fair d’ora in poi in liaison, e nuova Dea Madre direttrice, con Parma Fiera) si mostrerebbe nel suo splendore, di chiavica, o fogna lingua ‘taliana





Un anno lungo un giorno

Parafrasando, mi pare di ricordare, Francis Ford Coppola da Bernalda (papanonn’ origin si capisce) in provincia di Matera.
Tanto di tempo è passato per ritrovarsi, sistemati in scatola a prova di tutto luce e umidità compresa, dei pezzi di carta, e che supporto per bacco, passati nella Pro 200 di Canon, sì, la stampante dei “dilettanti” e noi forse non lo siamo ci vien detto da mane a sera famigli compresi? Solo che lor signori non sanno (men che mai frega) che i colori ad “acqua” sono di una luminosità che i pigmenti pigmei plebei gli fanno un baffo e dieci anni trascorsi tra dye e pigmenti di gloriose Hp printer, eh.
E dunque un anno, dopo essermi dannato l’anima per il bianconero, che su carte non convenzionale o vi accontente o vi accontentate, da ultimo alcuni provini formato A4 bianconero, da una scatola di carte Ilford inkjet, sono la prova provata di tutt’altro che libere interpretazioni. Anzi alcuni supporti, poi, sono in tutto e per tutto sovrapponibile (specie la Baryta) alla gloriosa Galery d’antan. Non la multigrade, bensì’ in gradazione fissa n. due e/o tre l’una morbidosa assai l’altra un po’ più di contrasto. Bei tempi.
Allora, di nuovo, non mi si chieda come ché manco lo so, preso un bianconero (quello stesso di trecentoepassagiorni fa poi stampato su carta non convenzionale ma materica superficie Arches ) partendo da film analogico convertito in bit, e caricato “fail” su uno di quei soft on demand per “colorare” il monocromatico supporto: aprite cielo o devo scrivere l’idiota wow? Meglio scoperchiato un vaso di buon Pandoro non già nefasta a finale.
Certo poi in Pshop Elements (siamo dilettanti, no?) al “fail” bianconero convertito in color si è dato una sistemata al tutto prima della stampa “non convenzionale”. Incredibile.
Siparietto ma non troppo, ai tempi della leva che frappoco ritorna obbligatoria per la carne da cannone e per terza (ultima?) Guerra Mondiale contro la solita Russia: Napoleone-Hitler-Mussolini han insegnato un c...arroarmato!
Dunque da militare stavamo in un castello (!) non la castellana delle fiabe, quanto più noi modesti soldiers. E in quei lunghi pomeriggi estivi, siamo nel Mezzogiorno prossimi al mare, il Maresciallo del Reparto Foto-riproduzioni (quando uno, Manunzio, è perseguitato da Madame Fotografia!) si dilettava con foglietti di velina inzuppati (acquerello?) e con pennello a “dipingere” stampe in bianconero! The must paisà. C’erano ancora in circolazione cartoline postali (alcune le conserviamo ancora) con pari tecnica...solo che la “pittura” su carta bianconero sempre "non convenzionale" è un altro universo dal “colore” vero e proprio. Un qualcosa di inenarrabile per i minchiapixellisti specie a nome Sara Munari & Co.
Quid prodest? Semplice quando si intende trasmettere "qualcosa" e i pixel uno se li mette nel luogo deputato, ogni aspetto della "trasmissione" (lei mi capisce Munari) è funzionale a "cosa" si intende mostrare al potenziale fruitore e così facciamo contento nell'oltretomba Roland Barthes; oltre al fatto che già il Medium è messaggio (McLuhan docet) eh stamani Munari siamo di buona lena...


Ps1. Non c’è immagine alcuna a corredo del post né potrà mai esistere, computer umanoidi o men che sia, l’analogico e tast’ (not eglish but for soft touch) non riproducibili sRGB, Rgb Abobe 98-99-100...sonde calibrature e chi più ne ha la Giostra per gli acquisti ne metta

Ps2. Sul balcone tre (tria sunt perfectionem, eh) stampe A3 si asciugano dopo la passata di spray che ammorbidisce la patina “grigia” intrinseca sui supporti che non beneficano del solfato di bario ed altro per stampati à la page inkjet

Ps3 Anche questo ricorre sovente ma repetita juvant, abbiamo a bordo Affinity Photo per non parlare del vecchietto versione V (Canale cinqueeee…) Lightroom, e da dove si scrive il portatile mezzo-morsicato, anche il beffardo Wilber di Gimp!





Munari: Chi sa, fa. Chi non sa, insegna(pure)

Scrive la stagionata circa la didascalia a corredo delle fottografie. Doppia necessaria e seguite.
Dunque la Munari deve mostrare alla plebaglia (vizietto dei liberi muratori infernali e dubbia provenienza) che lei ci ha cultura: connotativa e/o denotativa. Bel quesito. E si spertica in citazioni: la Casta è casta e va si rispettata, dice mica tanto sottesa.
Senonché, Munari, o lei si ingegna, con lauto assegno a vendere altro fumo, o ci prova (con che coraggio!) a tenere in mano una macchina fotografica, senza farsi male; lesiva dei neuroni sani di chi intellettualizza pure l’aria, e lo si vede dalle fotografie che “produce” e spaccia come quelle della Bestia.
E controcambio una citazione, sì, da quei fogliettini dei Baci Perugina (ne ho una biblioteca piena) e perché “abbiamo andato a squola”:

“L'angolo visuale dell'apparecchio (fotografico ndr) è la disciplina del fotografo...Esistono tuttavia un modo letterario di pensare e vedere e per secoli il letterario ha dominato sul visivo. E oggi i nostri occhi sono costretti a vedere in termini letterali. Mi auguro che, per quanto possibile le immagini possano farlo con il loro Linguaggio." Ernst Haas prefazione in America.

...tramite questo elemento (didascalia) quindi, dice e raccomanda manu militari, Munari, il fruitore dovrebbe essere guidato nella lettura della fotografia e nella sua comprensione...Guidato come un automa o robot vate vobis

...R. Barthes - scrive l’illetterata di andata e figurarsi di ritorno Munari - secondo il quale la fotografia è un messaggio senza codice e, di conseguenza, senza l’ausilio della parola (che pertanto è indispensabile) ciò che essa comunica può essere frainteso. In base a quest’idea, il testo può aiutare a contestualizzare l’immagine nel tempo e nello spazio, nel genere fotografico e relativamente allo scopo per cui è stata creata

(Copia & Incolla se vi pare)
https://saramunari.blog/2023/12/06/fotografia-e-testi-di-accompagnamento/

Nb. Sottostante l’intera pagina in Pdf: intelligenti pauca verba a chi cancella autoreferenziale il post (vedi citazione) Haas!

Link


Ps. Munari lasci perdere il trito Roland Barthes e sue baggianate, che purtroppo abbiamo nostro malgrado letto: Camera chiara. E’ un pugnettaro dedito alla masturbatio compulsiva, che odia viscerale il volgo terraqueo. Intellettuale prezzolato che non gli pare vero, bene e molto male, dell’inceppo al meccanismo “colturale” sguarrato a cantr’ della Fotografia tout court; la Belle Epoque del Danubio Blu, e balli a corte. E più giù dalla Piramide, cinghia trasmissione per la plebaglia, la Trimurti: Speziale-Curato-Maresciallo. Il nuovo Medioevo redivivo cui la Munari è propalatrice, palo messo dentro al c...uore via; da ultimo, Covid Oms proprietà de facto del bandolero Bill & Melinda Gates, già di BigPharma, Banca Mondiale, Fondo monetario internazionale, Massacro innocenti di Gaza, dei Soros Schwab front end di squamati esseri infernali, ad Adenocromo

Pss. Immagino Munari, che nella sua sapienziale appartenenza di Casta avrà pur letto, libro non branda di mercimonio ad horas, forse: “Contro la Fotografia” testo (fece balbettare, per gli strali mica tanto obliqui, Ando Gilardi su le pagine di Progresso Fotografico d’antan) a tratti bislacco e baggianate, esilaranti tuttavia di quel tosco Pino Bertelli, anarco-scrittore-fotografo: niente più?


Last update

Minuto 7.40...non do titoli...non voglio influenzare...

Skira|intervista a Giovanni Gastel | The People I like
https://www.youtube-nocookie.com/embed/dX9sFC3PQDk





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Per Bacco era ora!


Vabbene non pratichiamo più la analogica camera oscura al corrente sostituita dalla “camera chiara” che niente ci azzecca con le fumisterie di Roland Barthes e sue masturbazione (insieme con intellettualoidi prezzolati ma de sinistra che ancora oggi, pensa te, da bestie ruminano del linguaggio-mezzo fotografico senza capirne un cazzo sparano a salve contro: casta sacerdotale che e del buon tempo andato della Trimurti incarnata nel Parroco-Farmacista-Brigadiere dei CC sigla per sta...e che cazzo!) afferente la fotografia, tanto a chiarire l'ambito. Qui più tera-tera paisà una cosa che non si vede mai e poi nei “tutorial” e dei fraciconi Yankee, il provino fotografico bianconero fatto come va fatto e non strisce “temporali” che poi il neo-adepto non sa che pesci pigliare: infatti se la posa XYZ è eccessiva e la copia nel bagno di sviluppo diventa nera o prossima ad essa la si dimezza di tempo in un nuovo tentativo; viceversa in caso di biancore funebre (oggi che scriviamo è il giorno dedicato ai Morti o Defunti in lingua 'taliana) la si aumenta ancor più della stima base e prima della stampa finale che, tuttavia, mai e poi mai termina con la “sola” e non detto alla romana posa, ci mancherebbe! Bravo Gerardo Bonomo: così si fa e fin quando andavamo in camera oscura, meglio camera alchemico-sapienziale e troppo lungo a dirsi...era la procedura seguita e con l'occhiometro-esperienza e mani da buon artigiano contavano, non meno che adesso, eccome per Bacco, alla riuscita della stampa finale su Baritata ma all'occorenza politenata usata per il “fuori sacco” dei giornali-notizie locali stampati, però, altrove


Ps. Fuori sacco la posta Prioritaria ante-litteram che sui treni, per spedizione, aveva la precedenza sul tutto. La “telefoto” per l'appunto teletrasmessa tutt'altra cosa ed appannaggio delle grandi rotative alla Corriere della Sera...di epoca analogica per non parlare delle Agenzie foto-giornalistiche di primo grado come Grazia Neri a Milano e ivi Publifoto di Carrese, qui in questa “valle di lacrime” di provincia (dove si è imparato il mestiere) la Agenzia-Giornalistica Foto Lampo altre volte ricordata

Ps. C'è anche questa azienda per chi è interessato al grande formato by America e che, comunque, vale la pena vedere: paisà copia link e vai...

https://intrepidcamera.co.uk/

The long way of paper


For us artisans, photographers and printers, paper plays a dominant role because it is through it that we make sense, or rather put into practice that concept of physics known as "wave collapse" when, that is to say, from the world of personal emotions and sensations, we have to put " down on paper", be it black and white or color to translate in vision for many, or spectator according Roland Barthes. Here are some videos that give a sense of the things we are saying. Stay tuned paisà and see you next time

Paper mill
Hand made paper 1

Paper mill
Hand made paper 2

Paper mill
Washi, craftsmanship of traditional Japanese hand-made paper
Hand made paper 3

Paper mill
Women paper mill


Ps. I don't receive any compensation in money, just to show the long process that leads to the final sheet of paper on which then we photographers-printers will leave, through the inkjet printers, the mark of our thoughts emotions etc.




Gentile Elena Givone

Abitiamo lo stesso condominio a nome Myphotoportal.com. E sino a non molto tempo fa preso a "sfogliare" siti di photoportalisi adesso più rare volte tant'è la ripetitività del modus fotografandi del proponente. Fotocopie di altre fotocopie. Vede quando accendo il computer sono un utente di immagini ancor prima che fotografo, che cerca immagini di gusto e composizione e con propria anima, non prese dall'immaginario Yankee: povera gente non avendo altro che palazzi e palazzi in ogni dove l'occhio posi, pensano sia così per il terraqueo. E lo impongono il loro horror vacui manu militari. Omologazione democratica si capisce, ché costoro ha mania da custode (carcerario) planetario con solo trecento e rotti anni di storia alle spalle. America way of life che sta, per l'appunto, serrato e chiuso nella scatola cranica hollywoodiana e decisamente prossimo alla fine, il Covid è l'ultimo catalizzatore. E quindi da utente, di nuovo, più spesso inorridisce della vacuità di chi tiene in mano (augurandogli non farsi male) non si sa cosa e le immagine la diretta conseguenza del Nulla, nel ricorrere a stilemi narrativi (che bella parola) della televisione liquame.
S'intende che mai e poi mai il fotografo (proponente) fa ricorso a figure retoriche (non è detto nè scritto che per mostrare la solita mela bisogna fotografare, la mela) cui pure il linguaggio fotografico è dotato come qualsiasi altro, con buona pace di Roland Barthes e precursori trasumani, assertori della fotografe, si, ma fatte dalla macchina fotografica. Precursori e non ci siamo mai accorti della cosa, ciò malgrado siamo loro grati per la solita imbecillità a mano libera e Paese cui ignoranza crassa è lì: Istat o non Istat. Bestiario di andata e figurasi il ritorno, grazie anche a certi “metri” di altezza beduini (critici prezzolati che sparlano di fotografia) pascolanti nella Milano da bere, antivirus va da sé.
E delle sue immagini, Givoni che lasciano amaro in bocca e senza scampo alcuno, quei poveri piccoli appena nati: non a caso il fondale è Nero tanto è introitato Thanatos. Il quale si accompagna al gemello Hypnos cui sonno è effigiato nelle sue inquadrature, ambedue tenuti a laccio dalla Notte madre. Infatti avesse modo di guardare i cosiddetti album di famiglia, cartaceo analogico, s'accorgerà che pari attenzione a neonati, anzitutto, è il bianconero delle cartoline, soprattutto bimbi sul lettone matrimoniale ad occhi aperti e che sorridono: eppure tra questi bambini e gli odierni non ci sono migliaia di anni a differenza, tutt'al più un secolo distante, non già anni luce si capisce. Il resto delle sue immagini è messinscena, quando una volta erano fototessere per documenti o per cerimonia da mandare ai parenti lontani, come se ne vedono a miliardi per il Web

Sito
https://www.elenagivone.com/

Un saluto
Man



Impressioni fenomeniche (?!)

Per carità non apriamo “danze” contro chi dogmatico afferma che la “capa” fa (crea?) tutto: qualche milione di dubbi e prassi ci viene ma non è questo. O meglio se la citata scatola “crea” il tutto e che bisogno c'è , metti caso, di andare a fregare (letterale) il petrolio altrui? Pensi e lo fai sotto i piedi, no? Cazzate a giorni alterni come i listini “pandemici” in mondovisione a reti omologate e lubrificate per l'ino + cul + azione quotidiana. Ma passiamo oltre.
L'immagine a corredo duplex per un verso il backstage (anche il retrobottega serve, diciamo, come fil rouge) e dall'altro l'immagine finale che sembra tutt'altra cosa: come mai dirà qualcuno ancora dotato di “capa” per spartir orecchi?
Il fatto offre il destro e la sinistra pure perché è la filiera, una volta catene, che dall'idea arriva all'editing finale non ha prevalenze bensì un che di pari fra pari: vale a dire la traduzione (un che di tradimento) dal porto delle nebbie della “capa” al tangibile, qui fotografico, e provarsi a farsi capire. Ma dov'è l'inghippo? Semplice l'inscatolamento o casellario che ogni mala-capa si porta dietro: a volte un bene spesso l'esatto contrario, come se il sole non si alza la mattina per finire a sera e buonanotte ai suonatori. Insomma fra chi produce e chi è “spectator” così scomodiamo l'insulso Roland Barthes, se c'è più del mefistofelico “Mi piace” e altrettanto e notorio “Non mi piace” dato in sé irrazionale, allora lo scambio può e avviene. Altrimenti?


Ps. Quando andavo per mostre, foto pittura scultura e altro ancora, seguivo una carrellata veloce, poi una seconda adagio e, infine, terzo step by step davanti ad ogni manufatto; non irrituale, anzi, il ritornarci sul “luogo del delitto” e senza nessuno a rompere c...olori cromie contrasti, finalmente entrare “dentro” ogni cosa esposta e approfittando della non presenza di quei strani animali bipedi, che alcuni chiamano Sapiens, aè tie tie, rivolgere qualche parola all'autore. Significa? Spogliarsi quanto umanamente possibili delle “scatole” mentali: no eh? Matrix paisà!

Nero muove e vince, forse

Cambiando l'ordine dei (ad)denti il risultato non cambia, così il manthra scolastico della “matematica” che fa ragionare, con i piedi. E così questa estate scorre tra puttanate del catodico e coglionate a man bassa pandemici: chi si diverte gode. E mo' vai tu a sapé se così è se vi pare, che Pirandello ci viene giù di buon mattino cacio sui maccheroni, ecco.
Un volta era lo sporco negro oggi il bianco, maschio fate bene attenzione che le femminine invece sono uteri, questi si, in affitto per generare una razza bastarda utile al Capitale: altro che sottoproletariato di marxiana memoria. Cazzate per l'appunto ma che la giostra degli acquisti scientemente costruisce step by step. E dall'inglese all'America way of life il passo è breve. Un'altra del Potere, che gli frega una mazza di questioni colori-fiche della pelle, del sempiterno Divide&Impera coniato da quei primigeni “amerikani” cum scutum et gladio: romani contadini che sapevano ben usare le mani; infatti. Facitori del global way of life a base latina. Solita boutade? Può anche darsi, però ci occupiamo, come al solito, d'immagine. America& Immagine a dirla per intero. Hollywood, party si può aggiungere senza scomodare Peter Sellers dell'omonimo film.
Amerika degli Antifa(scisti) prezzolati e teleguidati. E in Rete c'è l'imbarazzo delle verità opposte al mutismo del catodico: ben fatto Soros, front end di squamati ed indicibili esseri che muovo il palco del Mondo (cane che ci ho sotto i piedi di Faletti memoria a Drive-in passato in cavalleria).
Suprematismo Nero è bello? Ma sì certo, finalmente una Dark Lady su la Fiera della Vanità, ecco, fotografata la nera bogomba da un fotografo altrettanto nero: art director? Bogombo nerissimo, e impaginatore altro bogombo nero nero. Tutto Nero. Faccetta nera si è messo in proprio: brava e si e detto e scritto l'altro giorno. Bogombi di tutto il Mondo unitevi e...attenti alle chiappe, già perché il Potere bianco-nero-giallo-turchino...passata la sfuriata iconoclasta torna come prima e più di prima e via robot: benedetta Babilonia e usura bimillenaria. L'ora delle Tenebre!


A Vanity Fair First: Black Photographer Shoots Cover
https://www.rangefinderonline.com/news-features/industry-news/a-vanity-fair-first-black-photographer-shoots-cover/[/i]

Ps. Tutta sta ammuina per far vincere un arteriosclerotico bianco (!) a nome Biden: so' ragazzi a telecomando sti ameri + cani via bonaccione Soros e altri del backstage Stars & Stripes

Last Update

“L'analfabeta del Futuro non è colui che ignora l'alfabeto bensì la Fotografia”. Inteso come strutturazione, codice con tanto di grammatica/sintassi signor Roland Barthes e segaroli associati. Divenuto un manthra, ripetuto da mane a sera al cospetto dei tanti eterodiretti dal catodico e via smartphone, eccone la dimostrazione solare di come il caso “nero” americano si dimostra in tutta la sua abborracciata costruzione, senza dire: ma che influencer borgataro prezzolato ci ha Soros & Co?
Breve: sottoscritto, come di prammatica per ritornarci poi in un secondo momento, arriva l'avviso del Dario Photo blog, il fotografo della Nera copertina di Vanity Fair. E dato consenso alla richiesta di iscrizione: tadaaa il sito is Expired. Siché meglio tradurlo letteralmente dal latino: (e)spirato. Termine tempo. Morto: bisogna continuare?
Le bugie signor Soros hanno le gambe corte. Sempre. E altrettanto il Tempo che Galantuomo è. Sempre. Eppure bastava che negli Anni Sessanta (lei ex nazista interdetto dal risiedere nella sua Ungheria) fosse interdetta l'istruzione universale, e al corrente Internet de Noandri, senza spendere patrimoni in (finte) campagne di “dritti” per avere appecoramenti inimmaginabili, tanto in Amerika quanto nel Vecchio ed esausto Continente: gli errori, come vede, si pagano Soros front end di entità “aliene”. Giù la mascherina, pandemica o meno che il gioco, qui ed ora, è terminato. Anzi no: Expired


Nb. Nell'immagine UNO la richiesta di conferma sottoscrizione, mentre nella DUE il risultato della “costruzione” Antifa in chiave anti Trump e non solo, dei soliti babilonesi “a debito”




Potere (paure & ciarle)
Natural + mente nell'incarnazione che qui meglio s'addice, fotografico che pure Potere è quale maleficio sembiante. E dunque dopo gli aspirapolvere venduti nel Sahara, i classici ghiaccioli artici visto anche il tempo, giusto giusto vedere cos’altro se non banane? Dipende il “dove”. Certo la giostra acquisti è tale che viene da ridere, visti da lor signori altro non saremmo (se dotati di vil metallo) che puro tubo: sì di quelli per travaso vino. Plastica.
Senonché immesso nella parte alta, diciamo il liquido alimentare per similitudine, transitato per il pacco intesti + anale li s’arresta putrescente. Tant’è vero che l'evacuazione c’è tutto quanto poi occorre, non di naturale, ma questo o quell’altra magica pillola farmaceutica, e Big Pharama ringrazia.
Ben altro che pistolotto, chi ha orecchio intenda secondo Apocalisse, un po’ come a giorni alterni la neo Divinità incarnata nella OMS, sì avete ben inteso, una ne dice e mezz’ora dopo contrordine compagni (da impallidire la Penelope tela) così ora è manifesto (Non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Luca 12. 1) il Pensiero Unico dominate.
Se alle origini era lo Jpg, su le macchinette Olympus anche Tiff da non credere, usato regolarmente, un bel giorno “contrordine compagni” altra volta la giostra degli acquisti impone manu militari il “negativo digitale” formato Raw, da “sviluppare” inseguito come in Era analogica in camera oscura trasmutata alchemicamente in “camera chiara” senza scomodare le baggianate a man salva del prezzolato Roland Barthes. Un po’ come dire virus ed antivirus, nel computer e che avete capito. Di qua il digitale di là analogica parola, amplificata dal mainstream(ing) prezzolato stanziale nel caso Milano da succhiare, avendo c’è bevuto l'amaro calice coronarico e nient'altro più, ma tant’è.
Contrordine compagni e tutti a “sviluppare” i Raw di CaNikon e sodali: Oly & Pana ma pure associata Leica, hanno un motore Jpg formidabile per uscire già in stampa, come la mitica E1 Quattrotezi, dimostrazione oltre ogni ragionevole dubbio a telecomando..
CaNikonisti & Co che, stante a sti signuri, non possono vantare un bel Jpg. Chiacchiere che su la vecchia D20 possibilissimo e godibilissimo: qualcuno che acquista su Getty Images altro Unico Pensiero, il formato, strano che sia è Jpg; che connessioni odierne permetterebbe un (obsoleto?) Tiff un guappo Psd, quella codifica che vi pare, no? No, infatti. E mentre in un lontanissimo passato si vociferava di Jpg2000 avete voi notizia? No perché di sicuro l’inventore, diciamo così, o di altra Loggia massonica, o non rispettoso della giusta mercede (leggasi mazzetta) o non dello stesso Capibastone mafioso: come dite? No così è il cosiddetto Mondo, a telecomando.
Breve ora c’è chi ha ottimizzato il “progresso” alla modesta cifra di Cento $/€ di acqua calda, come una Milano tramontata due metri sotto terra. Quanto è bello il pensate Potere monocratico, no? No il resto è mancia sempre che si parli di fotografia e non di onanismo a tutto spiano!

Jpg formato ridotto

NB. Pshop compari e Lightroom hanno settaggi per molteplici usi, da obsolescente per offset, non si legge più e gli analfabeti di ritorno figuriamoci l’andata, dimostra mirabilmente. E soprattutto per la Rete per di più a costo zero. Bestemmia per la giostra degli acquisti



Il Falso elevato a sistema corrente, inimmaginabile secondo il “Canone” la fotografia e documentaristica non “leggera” e parca di mezzi scenici: ora se McLuhan ci ricorda che il mezzo è già messaggio, la fotografia, qui nel caso di specie, sarà la risultante N volte del Falso, sua perpetuazione. Vero è che anche in epoca analogica accadevano “ricostruzioni” sceniche, tuttavia, c’era un che di sobrio ed essenziale nella messinscena, adesso manco più questa: aut Caesar aut nihil di un Mondo corrente, o da conto corrente, che più nichilista la Storia umana ha visto mai




Hollywood party

Quinte teatrali con la fotografia che fotografa il reale: quale? Oh se per questo ci han spaccato i maroni i Roland Barthes e & Co circa il fatto che la fotografia è “azzeccata” al reale (sempre che qualcuno, come a giorni dispari si scrive, ne dia "conto" definitivo ed immortale soprattutto!). E ‘ una cosa fuorviante che serve a certi signori che non si capacitano dell’invenzione della biro, abituai ai loro calami in torri eburnee: maestri eccelsi gli italioti della landa milanese. Insomma di quella trimurti alla Maresciallo Rocca, il prete e farmacista d’antan. Autorità d’un tempo seppellito: sia lodato iddio!
E quindi alla fotografia si chiede come atto fideistico (a pagamento) e genetico (leggetevi la filippica di Arago al Parlamento francese nel giorno della sua “fatale” invenzione) di fotografare nientemeno che il “reale”: oddio quello che conviene spacciare in dollari euro yuan…Senonché ti ritrovi il solito funghetto americano, che vive nel più finto di questo mondo cano che ci ho sotto i piedi , e l’ha talmente introitato che non gli par vero che, in veste di fotografo, gli si pari davanti il FALSO e pure in carne ed ossa, mentre azzanna una inerme omelette, però alla Nutella! Mo’ paisà hai capito perché la Nutella è immangiabile, di dolciastro da voltare budella? Ad Alba e dintorni gli stabilimenti Ferrero han reso il cioccolato talmente schifoso per accontentare il “taste” dei cretini di americani! E meno male che ci sono altri brand di cioccolato, che non spalmerai più su caserecce stozze (fette) di pane, però…
Ritornati a bomba ed a chiudere che abbiamo da preparare qualche denuncia ai soliti…mother fuck truccati e falsi funzionari dello Stato. Falsi? Oh tale e quale quelli che…in link se vi pare

Photographing the Fake Holy Men of Varanasi, India

Man fotografo sin dal 1969
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