Manunzio


Immagine in alto stampata su carta (non trattata per inkjet) Arches acquarelle Grain fin da 300 gr. Si nota con tutto il limite del monitor d'ognuno una “patina” già tipica della carta non trattata (sebben funzionale a la visone che si intende proporre al cosiddetto nonché famigerato prossimo) e dominante magenta; sottostante Canson Aquarelle Rag 300 gr che riprende pari tramatura della Arches beneficiando di certo “candore” per la stesa di solfuro di bario, che si ritrovata insieme a carbonato di calcio su tutte le carte dette Fine art per inkjet



Traslitterazioni (di carta e non solo)

Ora senza scomodare alcunché siamo d'accordo una volta tanto che il “supporto” è già messaggio. E capiamoci qui di carta per stampe che si somigliano, tanto poco o forse niente. Analogico-digitale ibridazioni che non da oggi Manunzio mette in pratica, e con buona dose di risultati considerato che i colori e/o il bianconero godono della più ampia infedeltà diciamo cromatica. Stamani non ci viene il ditino a mettere virgolette a mitraglia: mah!
Sia come sia da altrettanto tempo uso di una bellissima Arches a trama fra martellata e buccia di arancia: come toccare na bella femmina, ché non si ha altro riferimento nel paragonane ci siamo intesi, forse. Carta da stampa per artisti tout court che si è piegata per l'immagine digitale, se detto con buona pace del fatto. Senonché, e siamo a tre, la Canson ci ha messo del suo traslando la Arches in digitale e con buon compromesso, diciamo tattile. Ora la carta ancor prima che finire azzeccata a muro, passa per le mani e presenta una vibrazione (siamo fatti di vibrazioni non numeri caro lugubre matematico Odifreddi in grembiulino) che nessuna Ai, oggi o domani potrà algoritica + mente restituire. Per quanto i satanici babilonesi ci provano con il transumano (nel sogno idiota di immortalità) non avranno tatto, lato traslato o come vi pare. Parvenza sì, certo. Siamo umani e spiace per essi che faranno una bruttissima fine e Satanass li aspetta, oh se li aspetta.
Dunque le carte analogico-digitale messe a paragone comunque reggono. Tuttavia bisogna apportare modifiche anche sostanziose al che la scena rifletta l'aria dell'ora meridiana, ergo quel tanto di velo atmosferico tipico, però della carata Arches non trattata per il digitale, quel attutirsi dei passaggi tonali è funzionale al racconto che s'intende trasmettere. Viceversa non così con Canson formato Arches. Insomma la scrittura fotografica (già traslato da ripresa analogica su pellicola Scala diapro convertita in digitale via Ammiraglia E-1 Old M 43 e ottica 35 millimetri Zuiko Macro) è inutile girarci intorno ne risente, però...con qualche colpetto in Pshop (da dilettanti qual ci viene rimproverato aspramente da mane a sera, usiamo Elemnts) è possibile ristabilire lo sguardo primigenio. Infatti enfatizzando fantasmi in scena e le nuvole soprattutto essenza metafisica per antonomasia, attutito il cielo fondale da dominante magenta, che non c'è modo alcuno di attenuare su la stampa non tratta Arches, il resto si può dire: Ok il prezzo è giusto. Certo poi de gustibus


Ps. E siamo a tre con le carte Canson, forse frutto del caso o perché la carta ha scelto me cosa questa e per tanti aspetti inquietante quasi fossi (!?) una marionetta cui fili ben altri tira a proprio disegno. E a questo punto il marchio Canson diventerà (ob torto collo?) una nostra scelta forse anche per il bianconero e se ne conserva un pacco ancora intonso Prestige II, anche se la Galerie Baryta Ilford è di una squisitezza unica; tanto Baryta-baryta quanto la stessa ma con superficie perla degna di ammirazione poiché siamo al top e ambedue le superfici ben s'accordano a quelle lontane emulsioni Galerie analogiche che stampavamo un dì in camera oscura

Pss. Non è che disdegniamo Hahnemühle FineArt Baryta (per tacer di Awagami must have japanese) anzi ci intriga il fatto che anche in formato A3+ la stessa ha introdotto una carta deckle-intonso bordo, questo provata con una stupenda Amatruda fatta a mano con tanto di tramatura da farla sembrare un papiro!




(Caramelle non ne voglio piuuu...)


NUOVO XIAOMI 14 ULTRA
Preordinalo telefonicamente

Leica e Xiaomi hanno stretto una partnership relativa allo sviluppo e all'ingegnerizzazione della fotocamera per smartphone "co-engineered with Leica ". L'obiettivo di questa collaborazione è lo sviluppo congiunto di soluzioni innovative nel segmento smartphone e l'ottimizzazione delle prestazioni ottiche. L'alleanza strategica tra Xiaomi e Leica dimostra la passione di superare continuamente i limiti di ciò che è tecnologicamente possibile.

Come in occasione del lancio del nuovo Xiaomi 14 Ultra, attualmente in fase di preordine e in vendita dal 19 marzo in tutti i Leica store. Acquistando il prodotto, disponibile in offerta bundle con Xiaomi 14 Ultra Photography Kit in quantità limitata, ottieni un voucher dal valore di 250 euro riscattabile nei Leica Store (non spendibile sui telefoni). Inoltre, avrai la possibilità di partecipare al concorso che mette in palio i workshop Leica Akademie x Xiaomi dal valore di 100 euro.

Preordina telefonicamente il nuovo Xiaomi 14 Ultra presso il Leica Store più vicino a te

Ps. Senza dubbio entrare in uno store Leica è un'esperienza per very nice: serve? No certo però è figo quando il circondario, senza scomodare a giorni alterni McLuhan, di cartone, quindi il contenitore una volta ora l'odierno già "contenuto" anche se il cartone, anzi, riciclato per un mondo verde, meglio al verde is beautiful. Arriverà la Morte e avrà i tuoi occhi, Giacomelli tipografo-fotografo-artista dixit


Condominio Myphotoportal
(riceviamo a mal volentieri diamo conto per quanto ci riguarda)


Uno strano condominio a dir vero dove a volte, con tutto il rispetto del politically (in)correct, si fa fatica ad accettare i “condomini”. Ma la civiltà (?!) oblige mettiamola così.
Colpisce in questo XXI secolo e chi crede di fare “reportage” sebbene lo streaming ci mette H 24/24 in contatto con zone pruriginose, feuilleton che una volta si trovavano da barbieri, alias Cronaca Vera, come l’acqua o certi programmi Vero-Verissimo-Verissimo assai, e verso l’infinito e oltre. Non ci siamo.
Ora ancor prima di essere fotografo come “lettore” di immagini e notizie insieme a tanti che “hanno andato a squola” ci si attende che i fatti/immagini siano quanto meno all’altezza della “squola”. Manco per il c...ervello, anzi, sotto la croce di Crist’ e più giù verso quale girone dantesco non si sa. Non ci siamo.
Ovvio chi intende ha tutto l’interesse di ammorbare l’aere già maligno di suo, purtroppo. E il fatto affonda radici in quel di Babilonia troppo lungo a dirsi e i grembiulini tout court s’incazzerebbero a morte: Gaza docet.
E finiamola con poche battute: possibile che un fotografo senza arte né parte (immagini parlano in sua vece, no?) clicchete clicchete spara baggianate d’immagini, nientemeno? Haiti, ad esempio, è molto altro che le barzellette fotografiche messe in posa e poi: cos’è un freeze-frame di video spacciato per immagini fisse-fesse? Se sì allora meglio il video. Non ci siamo.
Ukraine, altre immagini "fisse" del fotografo in oggetto, è l’estremo tentativo dell’Occidente laido giudaico cristiano di continuare con l'Adrenocromo per chi capisce. E stanno fuori di testa questi pagliacci formato Macron nientemeno che immedesimatosi nel Petit Caporal Napoleone Bonaparte, sì, ‘taliano. Vabbene ma la Beresina sta lì nei libri di storia: scornati francesi. E Olaf Scholz il Social-fascista non da meno post Adolfo Hitler, anche qui: Stalingrado sta nei libri di storia. E Benito incarnato in quel “carnovale” del Ministro della Guerra Crosetto? Sì, dimentico costui & sodali a telecomando del ARMIR 1940 non prima del CSIR: il secondo o Corpo di Spedizione Russia precedette drammaticamente la successiva Armata Italiana in Russia cui tragiche vicende stanno, nero su bianco, su libri di storia e “Centomila gavette di ghiaccio” o “Il sergente nella neve” di Rigoni Stern, oltre a tutta una serie diaristica* di fatti rinvenibile nel Centro diaristico nazionale fondato da Saverio Tutino.
E tutto questo manco l’ombra nell’immagine di questo detto fotografo di “fatti”. Ora una volta nella Prima Repubblica c’era la cosiddetta “Sinistra indipendente” furbacchioni della Democrazia Cristiana ma che venivano eletti (!) nelle liste del PCI ma da questi “indipendenti”. Colombe, agnellini, finanche utili idioti venivano detti...consigli per gli acquisti!

*https://biblioteche.cultura.gov.it/it/istituti-culturali/visualizza-gli-istituti-culturali/istituto/Fondazione-Archivio-Diaristico-Nazionale-onlus/

Ps. Leggiamo...From 2011 to 2014 he was contributor to SGP photo agency in Milan working for commercial clients and major fashion labels... Non vorremmo tediare oltre ma un filo rosso c’è: Morte-Moda-Maidan-Medio Oriente-Mondo latinoamericano...senza scomodare Leopardi e l’abbiam “postato”per chi interessato (?!) ne digiti su Manunzio.it. Punto

Pss. Non trovate alcun "luogo" retorico del linguaggio fotografico (si dovrebbe come altre volte scritto e detto: fottografia) nelle immagini del "reporter" e men che mai in tutti i "giovani" che preso una macchina digitale, ma pure analogica retrò, clicchete clicchete ahaa quant'è bella fotografia, chicchete clicchete fotografia che si fugge tutta - via

Ps. Ci sono due bei film su la “campagna” di Russia uno è “I girasoli” di Vittorio De Sica, l’altro “Italiani brava gente” si vabbè di Giuseppe De Santis


Roch' Buenn'


I nomi l’headline viene per conto suo a volte come bolle che salgono da non meglio identificata regione interna: cuore, fegato...milza e abbiamo fatto il soffritto!
No viene e se ne va. Lascia una scia e a volte ci azzecca, il titolo, simil entità senziente. Si certo sarà pure sabato pure con pioggerella infernale più che invernale, sia come sia (immagine-memoria) Rocch’ Buenn’ il caffettiere di Portasalza la scomparsa porta medievale del castello, ecco, da dove si scrive. Vero che altre memorie si sono conservate, più o meno a dirla tutta molto meno, delle mura, però. Però Rocch’ Buenn’ aveva un piccolo bar, che di inverno con pioggia e nevischio si rintanava al caldo aromatico di caffè, e pure cappuccino che sorbivo la sera di fianco tavolino del babbo, intento a giocar carte con il Professore. Cappuccino schiumato al punto giusto e savoiardi che si inabissavano che è un piacere, ricordo ancora ora.
Senonché nell’aprire la vetrinettà domestica, dove giacciono tazzine di caffè tazze di varie misure, boccali tutti in rigoroso bianco (per gli still-food-photography) una su l’altra, ecco, due tazzine da caffè a mo’ mini catasta, poi il resto viene da sé abituato in tanti anni: occhio come mestiere, via. Così stamani con sta cuglia* d’uggioso tempo, sistemato alla men peggio la scena ne è venuto fuori una cosa che centra una mazza con l’impressione primigenia (vetrinetta) però niente male, con quel punto nero di acino di pepe al posto dei chicchi-caffé che non so’ più la fine fatta. E poi in tempi di AI che sarà mai “simulare” un chicco di caffeina seppure questi, il chicco si è detto, pepe è?
Ah certo tutto di riflesso la scena con pannelli di polistirolo a “sbiancare” le ombre; fotocamera per “dilettante” Manunzio è certificato tale, dicono, su sgangherato Manfrotto d’una trentina ed oltre anni fa. Il resto è il “manico”: eh Munari lei di manico se ne intende!

* in napoletano suona uallera, scroto “gonfio” e non per l’abbisogna quanto pieno di “aria” di certa stizza-noia-rottura di...uallera

Ps. Stavo per mettere in tazzina del set quel po’ di caffè rimasto nella moka domestica, e volete voi? Braccia a i fianchi come a dire:’mbè?” Ecco che l’orzo solubile è entrato in set sotto l’occhio arcuato e accigliatissmo del coniuge. Manunzio è tollerate e da buon napoletano, accomodante




Lo sguardo del fotografo
Ci passate più volte davanti la scena, e non trovate a fotografarla. Poi. Dopo c'è una Luce materia (già essenza del fotografo quanto tale o sedicente di sti tempi questione di lana caprina: intendiamoci dipende da quanti “fallower” vi seguono, dopo aver stipulato regolare contratto con certe “entità” delegate in grembiulino) che titilla.
Luce che rende “quella” architettura, tutt'altro che felice scuola media, tuttavia un attimo dallo scorrere del tempo ordinario; e se a quella, vi passa davanti come un film qualche ricordo di altrettanta scuola: che dire? La “metatisica” è bella che pronta e non attende altro che essere immortalata, parolona ad effetto ma in un circondario che basa su l'effettistica il suo status, senza scomodare sta volta McLuhan, quanto a scatole/contenitore e nientemeno messaggio!
No lì, immagine di cover, vi prende “come una donna” cantavano i Pooh, sì, nazionalpopolare siam, no? Mah!
Sia come sia tutto l'incanto della luce non può che travalicare il dato di fotocopia; non solo e tanto fisica, quanto mentale: il solito ponte 'americano fotocopiato ad libitum, ci siamo intesi come certi poveri criceti a girar ruota. Certe assonanze come la Giostra: consigli per acquisti va...

Ps1 Meta-tisica dal greco Manunzio: aldilà della “tisi”. Vabbé ci abbiamo provato a fare un calembour “dotto” anche perché dovete pur dimostrare (!?) alla Munari & Co che un tempo siete andati a squola: devo virgolettare?

Ps2 In piccolo l'originale (!?) come una Epiphania...che tutte le feste porta via? No banale “apparizione”: ex abrupto? E chi può dirlo!

Ps3 E qualcuno, solito eterodiretto, potrà dire: ma è un disegno, via. Ma come in universo stravolto ad arte, sottosopra e soprattutto senza regola se non la notoria del Marchese del Grillo (Io so' io e voi nun siete un c...) ci fate la morale disegno-fotografia? Se non vi garba c'è altro da fare: Munari questo eterodiretto è suo cliente con tanto di messaggio-codice canale di Sicilia...volendo con ricezione a piè di lista prima di arrivare alla cassa dei corsi o workshop di lei su fottografia! Il raddoppio per chi intende, se vi pare



From London, Parkside

Quell’anno insolitamente soleggiato, ma ci trovammo (mi pare ricordare l’anno 1980) in una di quelle tormente da sconvolgere pure la flemma inglese! Ma come eravamo arrivati lassù nella capitale della perfida Albione? Via fotografo incontrato nella Milano da bere, un happening dell’allora AFIP, sì, l’Associazione a...delinquere dei fotografi very nice. Erano i giorni della Pyramid che Giac Casale curava per dare lustro, ecco, alla categoria dei very in ambito europeo nientemeno. E da questo scambio “diplomatico” sto londinese che sembrava uscito dal film di Antonioni Blow up...ma non sottilizziamo. Sia come sia parla tu che parlo io nello sgangherato inglese di Manunzio, ci capimmo. Infatti non passò molto tempo che da Capodichino voilà to London. E s’è detto accoglienza insolita per clima, giusto il tempo di prendere posto in quella Albione terra che si scatenò una di quelle bufere nordiche da impallidire (!) i già pallidi londinesi. Eravamo in giro quel giorno e ci trovammo proprio in faccia Parkside, un bus che si era fermato e fatto scendere i passeggeri stupiti per lo stop non meno per la neve che veniva giù sferzata dal vento gelido. Continuo babbei? Vo' fatto fessi un’altra volta: tutto falso. Certo qualcosa di vero nel Manunzio troppo scrittore di scemenze più che fantasie, c’è. Giac Casale ad esempio che per conto Afip (Presidente Alfredo Pratelli e Giovanni Gastel ne prenderà la guida successivamente) era ambasciatore presso l’ Associazione europea dei very nice richiamati; delle comunicazioni (archivio) dei fatti quante ne volete ché non c’era ancora Internet e manco BBS precursore di quei. E il bus? Beh questa è certificata dopo Novembre 1980 seguito del sisma Campano-Lucano: storia. E ci era arrivato come per incanto, venuto proprio da Londra! Cosa posso dirvi del perché, arrivò qua sotto finestre di Manunzio? Sì, in quei giorni di cupa tristezza l’arrivo di sto “coso” un fatto, appunto, fantastico catapultato d’altra dimensione. E volete voi? Chi lo guidava non so se del Bardo compaesano o italico paisà, intendeva salire per una stradina che dalla provinciale porta al rione Lucania di Manunzio. Cosa impossibile perché allora (da tempo c’è un sottopasso agevole in entrata ed uscita senza attendere le sbarre del passaggio a livello sovrastante, la strada a saliscendi aveva gobbe e binari) già problematiche per autovetture figurasi un bus! E uno dice sarebbe bastato arrivarci comodamente dalla parte a nord del quartiere senza problema alcuno, invece come Iddio volle passò strusciando la carrozzeria su le gobbe, e non era finita ché bisognava passare anche un ponticello stretto stretto per un autovettura alla volta via semaforo stop-and-go. Passò pure questo e finì su una strada qui vicino, aperto per ricovero terremotati. Non servì così come le tende della Protezione (in)Civile, distribuite da chi scrive insieme ad altri volontari, ai cornacopi del Rione.
Passano gli anni e il bus è ricoverato sempre qui a pochi passi su la provinciale, ex latteria, proprio così, mi pare Lucania latte o cosa del genere, dove pure andavamo per l’approvvigionamento caseario. Latteria diventata in seguito “dogana”! Poi un bel giorno sparì e non si è saputo più nulla di lui, bus come persona viva. Un dispiacere che non vi dico, una presenza rassicurante. Manunzio è attaccato alle cose, ma niente a che spartire con il possesso ché gli manca l’Invidia (Peccato Capitale) benzina per quella; sì la “proprietà privata” nasce da qui ed altro si capisce!

Ps. Babbei non solo voialtri, no, l'immagine copertina però in verticale è finita sul sito Getty-Images, poi causa ristrutturazione della stessa Agenzia non più visibile con tutto il resto del portfolio: chi avrebbe mai "acquistato" fotografie not america way of life?



(Copia & Incolla se vi pare)
Lectio Magistralis in Triennale con Giac Casale
https://artslife.com/2013/10/23/lectio-magistralis-in-triennale-con-giac-casale/
https://www.afipinternational.com/news/2013/10/17/giac-casale-dipingere-con-la-luce/




NO WORD
(cambiando l'ordine degli addendi il risultato di Potere non cambia poiché esso è asessuato...)


...unico stipendio solo non basta più se qualcuno non ti ha regalato una casa o se non hai una rendita di qualsiasi genere. Io ho due figli e devo lavorare: come tante mie colleghe faccio i salti mortali e corro dalla mattina alla sera, ma preferirei di gran lunga potermi occupare della mia famiglia serenamente piuttosto che dover sgomitare nella bolgia del mondo del lavoro non già per fare carriera ma soltanto per dimostrare che vale ancora la pena pagare una donna “oramai” quarantenne, NONOSTANTE sia una inutile madre di famiglia (anche assenteista nel caso dei tuoi figli siano malauguratamente cagionevoli di salute…) .
Purtroppo, temo che l’emancipazione della donna auspicata dal femminismo abbia seguito la direzione che nessuna di noi si augurava, ovvero quella del modello maschile: se vuoi essere vincente devi essere aggressiva, opportunista, insensibile, ambiziosa, calcolatrice, cinica come quel prototipo maschile che personalmente non ho mai stimato...

Sonia Maspero/ Repubblica/ D donna p. 54 del 12 Ottobre 2015



FUORI DALLA GRAZIA DI IDDIO, E CHE C...
(Fotografare il paesaggio non è facile)


Un sano turpiloquio vale più di mille parole “pulite” anche se il controvalore viscerale è poca cosa, e ce ne vorrebbe di cosmico bestemmiare, si capisce.
Qui mi trovo per quei arcani del Web al cospetto d’ immagini paesaggistiche, ecco, di un vecchio, che per tutt’altra ragione e vita è lontano cosmicamente da queste; e poi mica tanto celato sotto sotto dev’essere senz’altro iscritte, pensa il vecchio, nell’arte e con maiuscola forse, oppure in subordine nell’allure fotografico se tanto mi dà tanto. Niente di tutto questo perché il vecchio pensa di vecchiume e di stare ancora in studio a fare il galletto o il cappone dipende dalla “tendenza” ci siamo intesi. Studio fatto di art director, copriwater, scritto così, layout e luci artificiali, che sia tungsteno un dì o flash è minestra senza sale a dirla tutta. Un laboratorio, questo sì, di quei in cui un qualsiasi virus (Covid dixit?) ne manipoli ad libitum (vero BigPharma?) per ricavarne infine cosa, ritorno, se non fototessere, di quelle che si usano per documenti tout court, ma che veicol + ano il Potere nelle sue multiformi accezioni? Immagini di sepolcri imbiancati, sebbene ammoniscono le Scritture...piene di ogni putridume...e di moda o assimilati. Se per questo basta leggere il Leopardi che accocchia (mette insieme) Morte & la Moda, e poi fateci sapere…
Vecchio, quindi, che senza né arte né parte, va e parte per non si sa cosa di che meta “esotica”. Scozia certo, scogliere vento Atlantico, che in mani certe e sicure metti un Cole Thompson del caso, manco a dire di fotografie in bianconero e queste sì per gourmet dal palato extra extra fine so’ altra cosa invece di cazzate di un vecchio. Nientemeno questi usa almeno tre valletti-assistenti-prezzolati come in studio; una di questi poverina attaccata alla Mela fotografica computerese, via CaptureOne (software che ci abbiamo a bordo del nostro, sebbene vi preferiamo il beffardo Wilber full Open Source) ne controlla nel vento gelido in diretta (!!!) lo scatto: mai sentito parlare vecchio ‘nzallanuto di bracketing se è del caso? E usa il vecchio una mastodontica PhaseOne e tanto di “lungo” teleobiettivo. Turgido senza meno.
No vecchio non ci siamo e l’hai pur detto che “fotografie il paesaggio non è facile”. Verissimo ché bisogna avere le physique du rôle (fisico bestiale?) dentro e fuori, e poi il “genere” racconto fotografico è come l’amore e si fa in due, mettiamola così egregio ritrattore, così una volta a queste latitudini il fotografo “ritrattista” pur senza...trattore.
L’immagine di paesaggio appartiene, vecchio, alle anime elette, che si pongono almeno vi provano domande più che vezzi di prime donne. E infine Scozia Atlantico vento senza manco scatti in Bianconero, la Lingua della Fotografia? Taci allora! Sta a casa riposati che la vecchiaia mal si concilia con brutte giornate di vento pioggia e...fumi, ma di questo lasciamo sospeso senso. Sit tibi terra levis. Amen

(Copia & Incolla se vi pare)
https://www.youtube-nocookie.com/embed/6FYJydaClRA

Sempre Watson sottostante link di Fotografia & Arte (ci aveva pensato paro paro e di suo, riconvertendosi da tricoter/magliaro “artista” l’italico Giovanni Gastel, e glielo avevamo scritto, già Presidente Afip)

https://www.youtube-nocookie.com/embed/m6tvx6hm5Pc

Ps. Non le mandiamo a dire ma a liz@cyclopsnyc.com ne mandiamo copia per rettitudine ed onestà intellettuale che non si compra presso Logge e/o Capo bastone Mafioso, o due al prezzo di uno!




Acqua calda
(Delenda Munari & Co. est)

La si ottiene (acqua) per riscaldamento termico in recipiente di varie forme e natura; generalmente la combustione di varia natura determina, strano ma vero, il riscaldamento poiché i porcelloni di elettroni si “eccitano” sino all’acme del bollore. Tuttavia l’acqua calda si ottiene, anche, con boiler elettrici per doccia non meno che Microonde, e riscaldatori atmosferici tipo Haarp (che fanno pure i terremoti tipo ultimo Giappone). Acqua, calda si capisce.
Dunque una foto che non ci azzecca niente con la fisica prezzolata ma fa lo stesso: eccitare, sì Eccitazioni di quei pochi sparsi solitari e finali neuroni che albergano nella scatola cranica, pare il logos, ecco, sia il cervello-occhio-minchia e cosa sia a tutt’oggi la triade non si sa però fa lo stesso altrimenti si offendono i “ricercatori” di AI che tutto serve tranne che far “aumentare” la Realtà (conoscenza?). E che importanza può avere: Franza Spagna purché se magna. Robot umani è bello!
Ma ammesso che la scatoletta cranica, che alcuni un dì stiracchiavano per avere più massa cerebrale per farne cosa, anche qui poco importa (à la guerre comme la guerre) e ‘mbè? Si sti “scienziati” prezzolati aumentatori di cazzate a man salva tutto fanno tranne il bene, comune così un giorno remotissimo. Realtà aumenta e finzione sovrana? Verosimil + mente. E come mentisce la mente, eh avessi voglia se si considera tutto l'ambaradan del circondario, un tot a kilo eterodiretto si capisce.
Finzione si è detto e allora senza scomodare né il Bardo e manco Pirandello, voilà mes amis la messinscena: siamo fatti della stessa natura dei sogni Monsieur Shakespeare, n’est pas? Uhm...


Bornet (woman kissed in photography) enjoyed life to the full, smoking cigarettes and drinking whisky until her death on Christmas Day at her home in Evreux, Normandy


Un giorno il “destino” fa incontrare tre bipedi cui uno è il mitico Doisneau, fotografo. Ahi. Davanti l’obiettivo due amanti che si sbaciucchiano in continuazione...ah l’amour l'amour. Donc, dunque, il buon Doisneau chiede ai due amanti se disposti a fare, meglio, rifare la scena. Oui dicono all’unisono deux jeunes garçons. E così il voyeur (autorizzato come tutti i fotografi, forse) Doisneau clickete immortala les deux Parisienne che si baciano, e lei che si abbandona al bacio non ancora tipo Paolo & Francesca...Ne viene fuori un capolavoro. Già vero. Finto...ah ma allora ditelo che siete fessi (solo?) con il quore, eh. Devo virgolettare la lettera q per l’imbecille di turno, sostenuto dalla Munari (salve come va?) che non capisce lo scambio dialettico, ecco, della consonante c? Dio mio come siete caduti in basso, giù all’Inferno si capisce!

Ps. Dite ma ci avete preso per coglioni, eh Munari? Lo sanno pure le pietre che lo scatto di Doisneau è un set allestito! E ciò non di meno parte della Storia non solo fotografica, ma iconica mondiale. Altrettanto l’operazione sottesa, del Cancel Culture, di nuovo Munari, che vive a de-sacralizzare tutto: s-bavare perché regni il Nulla luciferino. Altro che iconoclasta battaglia! E poi c’è il maschio fotografo, e l’amante giovane che bacia: orrore dice la satura di Syphilis sive de morbo gallico, Dea Madre. E’ lei che oggi, statene certi, a breve entrando (da buon diavolo possessore) nella pelle della fotografa di grido, omosex e chiappe al vento gallerioti, rifarà la scena, ma con la “donna” danno/dannazione che bacia lui sottostante...ooops una lei ché LGBT+ est très très chic.

(Copia & Incolla se vi pare)
https://petapixel.com/2024/01/03/woman-in-iconic-kissing-photo-taken-in-paris-dies-aged-93/?traffic_source=Connatix




L’immagine vede la tavola (Ultima cena alchemica) piena di personaggi forse in cerca di autore ed in nero (nigredo?) sovrastante una farfalla bianca (albedo?) per giunta femminile (Grande Madre!) attaccata o in segno di, a destra, in rosso (!) il Presidente Gastel con indice alto nell’ evidente ascensione finale (rubedo?).
Al centro il canuto napoletano Mimmo Jodice novello "fratello" Raimondo di Sangro principe di Sanservero con a latere, assisa a destra e dell'emisfero cerebrale, una riconoscibile “Maddalena” del Nazareno-Messia-Maestro.
Messinscena alchemica di trasmutazione, personaggetti scelti e selezionati uno ad uno, qui la Casta sacerdotale dei “fotografi”. A destra alla mensa (!) non in abito talare il barbuto Maurizio Rebuzzini già di Foto/graphia



Il treno perso, ancora uno: Giovanni Gastel


Proprio così: tutto ciò che si poteva perdere (treni navi aeroplano e metropilitano per far rima) s’è perso per incapacità mentale. Punto. Che bello se fosse così: bianco e nero. La vittoria, uso dire, ha tanti padri mentre la sconfitta è orfana. Doppia bellezza!
Incontro il Presidente (AFIP) Giovanni Gastel nello studio di Zuccolin, almeno mi pare chiamarsi, mentre è intento il “Comitato centrale” dell’Associazione fra aromi di cucina già di buon mattino. Infatti nel vano cucina dello Zuccolin studio una cheffa mastriava (si da da fare) tra fornelli e giallo zafferano. E dire che il risotto di giallo erbatico l’avevo provato la prima volta vent’anni prima dei fatti, anni Settanta del Novecento passato a miglior gloria, a più di duemila metri d’altitudine in quel di Sentrieres (Piemonte) dalle mani di zia Lina, sorella di mammà, napoletana di Ercolano: a famiglia, le origini, di Manunzio sono sparse per tutta la Campania, un dì detta Felix. Mah.
Avevo portato seco, mamma mia che poetare, una cartella di fotografie, reportage dell’Ora meridiana e le mostravo a quei fetenti di “fotografi” à la page di moda e réclame varia: eravamo, Cicero pro domo Manunzio, al solito, in anticipo e su i tempi della Milano da bere, provincia della provincia come cantava il Signor G(aber).
Sembrava, anzi, il richiamato Comitato, d’essere osservato più per le fotografie come attrazione circense, da animale in zoo comunale! E l’unico che ci capiva più o meno era Giovanni Ilardo associato al Vezzoli studios lombardo, napoletano d’origine che dell’ora contraria ricordava qualche “fattariello” di gioventù.
E venne lo sguardo del Presidente: uhmm. Il Gastel fotografo di Moda, noblesse oblige, con trascorsi di still life, disciplina iniziatica dei fotografi che tali si dicono. Iniziazione, pensa te, non come i grembiulini di Rito York o Scozzese o vattelappesca. Luce e che luce, pure qua. Una fratellanza di liberi fotografi più che muratoria mestatori! No niente iscrizione a Logge, ci mancherebbe di trovarsi ad avere per “fratello” metti caso Gioele Magaldi, si, quel furbo di tre-cotte “Massoni a irresponsabilità illimitata”; della Milizia (fascista?) Roosevelt durante la furbata del Covid, arma chimica di depopolamento e non la finiamo più.
Sia come sia poi lungo il tragitto degli anni Novanta passati, il Comitato (bella tavola imbandita vedi cover) sotto l’affabile Gastel lasciava gli ormeggi del vecchio associazionismo di fotografi, sempre à la page, per solcare il mare dell’Arte (famose o famigerate, cambio d’ottica dipendente, la sua invenzione: Lectio Magistralis) pensa te, nel momento in cui il Gastel (ne scrissi ad personam) riciclava le sue “istantanee” così la sua autobiografia letta e riletta con riluttanza, di Moda fatte passare, ecco, ad Arte. E ci vuol poco nella Milano d’antan di amici degli amici lo scambio, sempre ad arte si capisce. Maîtresse asserragliante in redazioni di giornali, zoccole rotte davanti e di dietro; richioni, oops checche, impenitenti lo zoo di mostri a fabbricare il nuovo Gastel più bello e gaio che pria: grazie. E grazie al c...omitato nacque pure il nuovo logo AFIP (se vi va raffrontate in rete vecchio & nuovo) che se lo paragonate all’antecedente viene da piangere: time is money e nun ce fa perde tempo. Il vetusto l'espressione di “comitato” mentre il gastelliano a puntini qua e là (e ne scrissi e ne ricevetti dal Gastel “Non ti piace, eh!”) tipico di società allo sbando, e però a Stelle e Strisce because is very nice. No allora ed oggi che son rimaste manco le ceneri AFIP. Dipartito il President, che pure mi aveva scritto e lasciato un bigliettino “vediamoci”. Eh Presidente pur della stessa Classe lei è andato prima per mano del Covid, dicono, quanto a chi scrive...avessi voglia “dopo” ad incontro: basterà una Eternità?

(Copia & Incolla se vi pare)

https://www.manunzio.it/page-d9271

Giovanni Gastel - La ricerca dell'assoluto - Documentari Fotografici #16 - Biblioteca Fotografica
https://www.youtube-nocookie.com/embed/vgNyB6JOl74

“La Fotografia: Arte Applicata”: lectio magistralis di Giovanni Gastel
https://www.cnaviterbocivitavecchia.it/eventi/la-fotografia-arte-applicata-lectio-magistralis-di-giovanni-gastel/

Afip Lectio Magistralis
https://www.afipinternational.com/news/category/lectiomagistralis/


search
pages
ITA - Informativa sui cookies • Questo sito internet utilizza la tecnologia dei cookies. Cliccando su 'Personalizza/Customize' accedi alla personalizzazione e alla informativa completa sul nostro utilizzo dei cookies. Cliccando su 'Rifiuta/Reject' acconsenti al solo utilizzo dei cookies tecnici. Cliccando su 'Accetta/Accept' acconsenti all'utilizzo dei cookies sia tecnici che di profilazione (se presenti).

ENG - Cookies policy • This website uses cookies technology. By clicking on 'Personalizza/Customize' you access the personalization and complete information on our use of cookies. By clicking on 'Rifiuta/Reject' you only consent to the use of technical cookies. By clicking on 'Accetta/Accept' you consent to the use of both technical cookies and profiling (if any).

Accetta
Accept
Rifiuta
Reject
Personalizza
Customize
Link
https://www.manunzio.it/diary-d

Share on
/

Chiudi
Close
loading