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Duje viecchie prufessure 'e cuncertino
Nu juorno nun avevano che fá…

Certo quelli erano musici: direte il solito Manunzio? No, tutt’altro. E state a sentire. Pur non avendo la tamobla (qui in dialetto d’un tempo automobile) ci siamo, comunque, fatti lasciare dal secondo figlio detto il più riuscito e per tirarlo su mi ha fatto spandecà (dannare non poco)…
Ingresso Belle Arti, poche centinaia di metri da dove si verga la presente: vergare, Mamma mia che poesia! E si vabbè qualcosa bisogna pur mettere della nuda cronaca di fatti a seguire.
Ingresso, campo intero, ecco, bottega-negozio: panoramica su gli astanti scaffali della nostra Extrema Thule (chiede senso ai grembiulini, se vi pare). Vabbene un fotografo in terra infedelis, poi mica tanto le cose che ci dividono dai “parenti” pittori: ‘mbratta (più o meno cioccolatai) tele o men che siano. Li abbiamo fregati, i nominati pittori, da tempo ed essi per fregare noi altri sono diventati, anche, iperrealisti più del re. Finiamo qua che ambedue le squadre, ecco, ha il dente amaro dell’altro, ma quanto a casi da quasi duecento anni lor signori e signore si capisce mai avrebbero immaginato sorpassati (a volte purtroppo) i duemila e passa “disegni” fa.
Ora entrare in Belle Arti è ritrovare un Mondo perduto secondo vulgata dell’Amerika (k as killers) style oramai al tramonto conclamato ché nulla è eterno e gli orientali reclamo il loro, a buon diritto: vedi Gaza.
Sia come sia matite, colori, e tubetti coloranti che non ci frega diversamente dal carboncino e fessaggine, oops fusaggine che quando mettete su la carta...Oddio la carta che ci porteremmo a casa l’intero negozio! Carta very nice che a tastà (toccare non divide nulla con il taste degli Yankee go home) v’accorgete delle vibrazioni che trasmette, altro che star dietro linee per millimetro, lenti zero virgola qualcosa da usare, dicono, all’Equatore allo Zenit di Mezzogiorno e s’incazzano pure per la vignettatura dello zero e qualcosa! Gente che non capisce un c...atadiottrico e manco tener in mano una fotocamera senza farsi male: sì, la solita Munari & Minchiapixellisti che dir si voglia.
Dunque carta da infilare nella “dilettantesca” Pixma 200 Pro di Canon che, dicono i prezzolati sul web, spara acqua colorata e non pigmenti di pigmei, ci torniamo su questo statene certi dopo quindici anni un sito...non mettiamo il c...arro davanti ai buoi, cornuti guarda caso!
Ora nelle Belle Arti oltre il patron di questi, arriva un omone sornione che mi guarda: penso il solito im...ianchino altro nome per dire pittore, almeno un tempo questo per quello. Pittore, eh. Ed è il patron a dire “Guarda là” mentre l’omone aspetta. “Tanì” di rimando “ma tu sii”? E ci abbracciamo. A lor signori che leggono pare na boutade come altra, eppure in quell’attimo due “viecch’ prufessor’” finiti nelle Belle Arti eh. Tanti e tanti anni fa a stampare il Cibachrome, e lui Tanino (Gaetano-Tanino) aveva una camera oscura tutta per sé. E la sua F3 di Nikon e...tempi in bianconero e pure colore da diapositiva su Ciba, che sul sito di Ilford è tornata più bella e gaia che pria...grazie prego alla Petrolini d’antan. Transeat.
E infine due fotografi, lui a dir vero elettricista dell’Enel (insieme a Scintill’ Renato Russo passato da tempo a miglior vita: sit tibi terra Levis, Renato) di una triade: Nikon-Me Super di Pentax e chi scrive con Contax) che “pittano” dipingono dice Tanino mentre gli rispondo che siamo lì per acquistare altra carta...che a casa sembra un cartifico, difficile da descrive se tutto è “vegetale” a monitor si capisce!

Ps. Scritto e riscritto: abbiamo uno scaffale di nobilissime inkjet papers: Canson soprattutto non meno che la germanica Hahnemühle e Awagami by Japan; Canon à la page, Epson pure, Ilford ma nun ci attizza molto per via di quel “diaframma” a nome solfato di bario tout court che limita grandemente la trasmissione di sensazioni-emozioni che solo e soltanto la Carta per Belle Arti riesce a trasmettere, tattilmente e per gli occhi e pure per il naso: emunctae naris. E non parlo della amalfitana Amatruda, un must meglio nu babbà di carta sfrangiata (deckle in quella barbara lingua a nome inglese). Nu piezz’ e ‘cuton’ difficle a dirsi se non provato in vivavoce, ecco. E che con l’acqua colorata sparata dalla Pro 200 Canon impossible eguagliare con dodici ventiquattro centoquattro taniche di colore pigmentate. Fine trasmissione: lato traslato o come vi pare!

Pss. Duje viecch' cui titolo originale è: Dduje Paravise un must della immortale musica classica napoletana e pure 'taliana





Tampon Tax
(Immagine Donna)

Compagni dai campiii e dalle officineee è un ingiustizia! E se a parlarne sono, appunto, i compagni di partito (per dove?) c’è da ascoltarli, volendo e se non sia niente da far meglio. Comunque sia l'ingiustizia c’è ed è inutile negarlo. Vabbene ma di cosa? Il pannolino della Dea Madre...ahh ecco. Troppo costoso via, ecco, serve a questo, via, appunto calembour o men che sia. Ora è gravoso per la Dea Madre sborsare una tampon-tax, sempreché esista ancora il ciclo. E già se andate per siti della richiamata Dea, v’accorgente, ohibò, che alcune ancelle di quella lamentano la scomparsa in età molto ma molto giovanile del ciclo catameniale (uso scientifico, no?). Disperate? Eh pare proprio di sì, poverine ché pensavano solo alla sterilità del “maschio represso masturbati nel cesso” d’antan : vero Bonino & Sodali? E mo’ che il fatto tocca esse (ci frega poco la grammatica) strillano: chi va p’ sti mari sti pesci piglia, sì, ma non producono più frutto (gravidanza come certi spot con controllo test ad hoc) certo a volerlo si capisce.
Le vedessi esse (sempre frega meno la grammatica tanto bestie sono e il pronome* ci sta giusto) in vesti colorate arcobaleno LGBT+ o vestite di (jattura) Viola contro la guerra, qui ed ora, in Palestina? Macché a telecomando le si ricorda contro Berlusconi “Se non ora quando” manifestazioni cui immagini abbiamo ad archivio, reportage qui da questa landa, come a telecomando per il Belpaese (territorio mica formaggio, forse) portarono in piazza dissero Stampa & Regime catodizzata pure un fiume donnesco : meglio sarebbe stato e tutt’ora a cert’ora del giorno: su e giù. Lato traslato e fate come vi pare, calembour o men che sia, forse.
Immagine, dunque, al fin della tenzone. Sangue a dir vero: rosso quando il giorno prima una pipetta di spot lo marcava, il pannolino, di blu o meglio “celestiale”. Senza ricordare il sangue gocciolante (!) della cicciona americana passata per le Televisioni in spot. Naturalmente con le ali, sempre i pannolini, ma senza carrello, infatti, dopo breve volo liberatorio le donzelle si fracassavano al suolo. Altre per strada (vedente voi, Manunzio, eh?) con sorriso ché basta un pannolino et voilà rien ne va plus. Dea Madre, sangue, zolfo, seduzione (era d’uso un tempo non lontano, se ne trova traccia in Letteratura del 900, che il sangue catameniale messo in bevande tout court dalle donne era “filtro d’amore” di attaccamento al beneamato. Incanto, sviamento odierno di massa: Potere della Dea Madre, si capisce


*Esso, essa, pronomi di terza persona singolare per animali e cose, seppur presenti nelle regole grammaticali, sono orami superati nell'uso. Diciamo pure lui, lei. E così nel plurale, anziché essi, esse, l'uso ci dà licenza di dire loro.
Franza Spagana purché se magna. Cesare portace arto vino che noi lo bevemo...e poi gli arisponnemoooo...ma che ce frega ma che ce ‘mporta se l’oste ci ha messo l’acquaaaae noi je dimo, e noi je famo, ci hai messo l'aqua e nun te pagamo, ma però: noi semo quelli che j'arrisponnemo 'n coro, è mejo er vino de li Castelli, e de 'sta zozza societaaa.

(Non mettiamo conto se sparisce il sottostante link, tanto tutti “spariamo” per tanto conviene leggere l'allegato Pdf)

https://www.ilfattoquotidiano.it/2016/01/13/pippo-civati-la-proposta-di-possibile-iva-al-4-per-gli-assorbenti-femminili-e-una-questione-politica-e-sanitaria/2371255/

Link Fatto Quotidiano/Civati


Ps1 In allegato il Pdf che si è preso dal Fatto Quotidiano, avessi visto che per legge dell’oblio “internettico” sparisce e buona notte ai suonatori: immaginate lo storico (!?) futuro in cerca di pompinosamente dette “fonti storiche” che se non scritte ma solo virtuali, sta mazza. Avanti alla cassa

Ps2 Possibile, movimento, di Civati, la “colazione” sociale del ex Fiom tirato su a braciole e Sangiovese odierno Ras della CGIL Landini; i Ruotolo giornalisti con giudice Ingronia, prima con Mossa del Cavallo, poi Lista del Popolo per la Costituzione, infine, Rivoluzione Civile da ossimoro perfetto, tutti disturbatori prezzolati, qui ed ora. A risalire indietro troppo lungo e a nessuno frega niente (che ci guadagno, cash, direbbe un minchiapixellisti fatto nelle vene?) i vari grupparielli di compagni e compagnucci della parocchietta famigerati catto-comunisti o una Chiesa al quadrato: compagni duri e puri, eh, Manunzio che c’era!

Ps3 E vi par poco che la “rossa” (contrapposta ai bianchi dell’allora DC) Coop romagnola nata proponga referendum sulla tampon-tax? Metti che vince: allè alla cassa che gli assorbenti, per igiene, si cambiano lesto lesto. E pecunia (catameniale) non olet!





Una lenza il Terzi, di quei affabulatori che ti prendono. E’ stato così l’assistere a lezioni di Letteratura Italiana a nome del Prof Mario Santoro da questa landa. Anch’egli una di quelle lenze che il tempo scorre, mentre narra, e non ti accorgi del fatto. Si nasce e non metto conto andare oltre.
Senonché il nostro Terzi partendo da un “banale” strumento esposimetro, un tempo fondamentale per la fotografia analogica, il digitale ci ha tolto l’incombenza e secondo certuni minchiapixellisti “Scatto in Raw tanto in Pshop” ci fa quello che sei vien da rispondere, ma si perde tempo e non ti curar di lor ma guarda e passa.
Excursus, quindi, di strumenti messi in essere (sì vabbè modo di dire sindacalese-sessantottino) per arrivare, sempre in analogico, a ottenere una buona esposizione: il famigerato cartoncino Kodak (pisola su uno scaffale insieme alla scala colorimetrica e dei grigi) pari a un grigio medio del 18%. Più che standard un fatto, diciamo tecnico, poiché poi la pellicola la sensibilità la scena la luce e chi più ne ha ne metta era il discostarsi da questa catena di piombo, ai piedi e creare il proprio stile narrativa soprattutto bianconero. In digitale si fan miracoli (tecnici) impensabili un dì. Ciò non di meno fare una cavalcata storica, questo in buona sostanza è l’incontro del Terzi ha un che di piacevole e istruttivo. E pensare che Manunzio mai Raw (eccezione per Panasonic Fz 300) fece, che il Quattro Terzi Old time (non a caso diciamo e scriviamo il sistema fotografico che resto nobile quanto vuoi ma dozzinale per chi capisce) e nella variante Micro, restituisce file Jeog già pronti per la “stampa” meniamola così. Il manico poi è altra cosa pure con foro stenopeico, applicabile al digitale terrestre!

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https://www.youtube-nocookie.com/embed/z2VJ_tTh-T0






(Fascisti & Dea Madre su Marte...no Google)


«Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato»




Repetita juvant. Beh prendere o lasciare: o di qua o di là. Bianco-nero. Acceso spento. 1 e 0 codifica binaria. Mi piace o non mi piace. E ci si lamenta dell’odierno circondario! Il più migliore (sic) dei “mondi” possibili, no? Chi si contenta...
Così come tra fine Novanta ed inizi Duemila (vicini gli dei titolava, nientemeno, la Repubblica dei grembiulini Eugenio Scalfari & Co) le trombe dell’Apocalisse annunciavano la “nuova” Era digitale, e di computer scanner stampe giganti da soppiantare le off-set pagine murali. Creato ad arte il “panico” i primi ad esserne falciati dal “progresso” pensa te furono i “fotografi” che scattavano e basta, delegando e relegando ad altri sviluppo e stampa del layout d’agenzia à la page, sebbene alcuni studi di Milano a loro interno avevano catene di processamento, ecco, del materiale diacolor appena scattato in loco.
Con l’avvento del “digitale” molto terrestre, compagni si cambia. E imparate a fare dallo scatto alla post-produzione. Amen. Molti come al solito s’affrettarono ad allestire (fretta e furia?) soluzioni volanti, mentre i più svegli s’attrezzarono formato “service” per offrire la post-produzione di “fail”. Certo oggi e ben raro che il “fottografo” (doppia s’è scritto tante vole e non ci si sofferma più) deleghi a questi servizi esterni la routine classica di Pshop, però…
Ora che l’aer maligno da requie (fuori lampi e truon’ furoreggiano, mentre verghiamo queste note mattutine d’acqua a catinelle) è un altro momento topico: compagni l’AI, che suona in ‘taliano lingua come fosse ahi: si quando ci si fa male. Male? Magnifico ché le “sorti magnifiche e progressive del Kapitale (k for killer) formato giostra acquisti non conosce tregua: checché. Insomma il classico hegeliano: problema-reazione-soluzione. Guerra (uno dei quattro Cavaliere dell’Apocalisse) a dirla tutta: Gaza docet, Ukraine docet, Yemen docet…e qui la cosa impressionate di questa landa lontana è vedere, a web figurarsi se ne dicono Stampa & Regime catodizzata, l’ennesima nave colpita dagli Huthi ed affondare di poppa in giù: impressionante per chi ha il sangue nelle vene e non liquidi cibernetici di transumano!
Tuttavia le guerre si vincono con la parola (ne uccide più la parola che spada proverbiale) come il confetto d’antan per scorreggiare Falqui (basta la parola il jingle) d’una società che ingurgita liquame e per equivalarli, eh Dea Madre, ricorre a bombardamenti intestin + anali. Lassativi distruttivi.
Sia come sia eccoti l'immagine bomba: Google a furia di scrivere righe di codice s’è presa un c...alibro nel lato B. E, sì, dagli e dagli mo’ ci sono le SS (Schutz-Staffel e non solo germaniche*) nere, e non sono immagini postume di Helene Bertha Amalie Riefenstahl, detta Leni, no. Generate al computer le nere immagini (lato traslato e fate come vi pare) riscrivono la “storia”. Naturalmente in divisa SS pure la famigerata infernale Dea Madre!
Ora un banalissimo fattariello: Berlino 1936, Jesse Owens arrivò al podio delle Olimpiadi di Berlino del 1936: nero americano. E volete voi? Hitler e suoi mica strinsero la mano al negro (scritto così come durante l'Apartheid ‘mericano antecedente e prodromo di Gaza odierno, non prima che in Sud-Africa di Mandela). Bene, anzi no, con l’AI delle mirabilia per i giovani minchiapixellisti al camerata nazifascista germanico, ecco, non gli puoi stringer mano (se non indossi un casco virtuale) però fa effetto: Sieg Heil, no? No.
Moralino, Google delle mirabilia ha buttato con furbizia il sasso nello stagno (azione-reazione-soluzione) per vedere l’effetto che fa (Jannacci, Vengo anch’io no tu no) poi le scuse via web sempre a telecomando: ci siamo sbagliati, e vabbè chi ve m...provvederemo a sistemarlo (cosa?) meglio a voi...Google Uber Alles! E non finisce qua





Ps. Nei codiciari alfanumerici gli ingegneri informatici mancano i “gialli”. Ma come Grande Oriente (massonico ben s’intende) di qua, piramide egizia di là (egizia e non egiziana per chi intende) comunque Oriente delle mirabilia, e non me ne fai uno “giallo”? Ma la Cina e resto “gialli” sono e ci vengono a prendere...arrivano i cinesi, cantava Bruno Lauzi, dice Ruggero Orlando (noto giornalista Stampa& Regime Rai da New York) che domani sono qua...Gira gira la storia che i babilonesi pensano di “governare” ad libitum con immagini fabbricate ad “arte”. Ai per l’appunto


(Copia & Incolla se vi pare)

https://it.wikipedia.org/wiki/29._Waffen-Grenadier-Division_der_SS_(italienische_Nr._1)#:~:text=1)%20fu%20la%20seconda%20unità,era%20anche%20chiamata%20%22Italia%22.

https://it.wikipedia.org/wiki/Leni_Riefenstahl





Misurare le misurazioni che misurano, a misura

Numeri (idolatria) passi centimetri millimetri inch soprannumerari, che è un fatto dei Gesuiti ma non c’entra, forse**. Cui prodest? Assolutamente a Nulla non foss’altro che esistono le “tolleranze”.
E vada in definitiva per il prima, progettazione accocchiata a la cassa. Ci spieghiamo: quanti soldi voglio fare da questo XYZ coso tout court? Ma tutto il cucuzzaro si dirà: troppa grazia Sant’Antonio! E come di quelle igieniche pubblicità che “ammazzano il 99,9% percento di cattivissimi batteri ché al resto il virus ci pensa...BigPharma & Co via Oms per il depopolamento del caso ben s’intende.
Ecco quel figlio di p...ulce solo soletto si fa beffa di tutto il novantanove etc etc etc. Ora fuor di metafora, mica tanto, questa illusione ottica (qui si parla di fotografia senza raddoppio) serve a coloro i quali, soliti minchiapixellisti, devono contare a chi ce l’ha più lungo, il pixel full-frame e che avete capito, doppio forse. Sviamento di masse amorfe e decerebrate. Vabbene ma la “fotografia”? Raddoppiata in fottografia svolge proprio la funzione appropriata, e viene dal napoletano e non solo: fottere polisemico. Avvertendo che per lo scopo “basso” sempre in napoletano e altri dialetti meridiunal’ il verbo tiene a che fare con le “chiavi” che regolarmente entrano nelle “toppe”. Mastro di chiavi...Gostbuster movie docet!
Finale, serve? No ma facciamo finta di sì: “A cosa serve una grande profondità di campo (in senso lato ndr) se non c'è un'adeguata profondità di sentimento (aggiungendo il circondario ndr)?” Eh caro Eugene Smith ce lo chiediamo ancora oggi, hic et nuc

**(San) Josemarìa Escrivà de Balaguer, Opus Dei, Massoneria Vaticano Spa

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Behind the scenes: Setting up DPReview's studio test chart
https://www.dpreview.com/articles/1316027046/setting-up-dpreview-camera-test-chart


Ps. In Quantistica il fatto di "misurare" (!?) ha già "modificato" tutto. Vai o vien' paisà?



Un anno lungo un giorno

Parafrasando, mi pare di ricordare, Francis Ford Coppola da Bernalda (papanonn’ origin si capisce) in provincia di Matera.
Tanto di tempo è passato per ritrovarsi, sistemati in scatola a prova di tutto luce e umidità compresa, dei pezzi di carta, e che supporto per bacco, passati nella Pro 200 di Canon, sì, la stampante dei “dilettanti” e noi forse non lo siamo ci vien detto da mane a sera famigli compresi? Solo che lor signori non sanno (men che mai frega) che i colori ad “acqua” sono di una luminosità che i pigmenti pigmei plebei gli fanno un baffo e dieci anni trascorsi tra dye e pigmenti di gloriose Hp printer, eh.
E dunque un anno, dopo essermi dannato l’anima per il bianconero, che su carte non convenzionale o vi accontente o vi accontentate, da ultimo alcuni provini formato A4 bianconero, da una scatola di carte Ilford inkjet, sono la prova provata di tutt’altro che libere interpretazioni. Anzi alcuni supporti, poi, sono in tutto e per tutto sovrapponibile (specie la Baryta) alla gloriosa Galery d’antan. Non la multigrade, bensì’ in gradazione fissa n. due e/o tre l’una morbidosa assai l’altra un po’ più di contrasto. Bei tempi.
Allora, di nuovo, non mi si chieda come ché manco lo so, preso un bianconero (quello stesso di trecentoepassagiorni fa poi stampato su carta non convenzionale ma materica superficie Arches ) partendo da film analogico convertito in bit, e caricato “fail” su uno di quei soft on demand per “colorare” il monocromatico supporto: aprite cielo o devo scrivere l’idiota wow? Meglio scoperchiato un vaso di buon Pandoro non già nefasta a finale.
Certo poi in Pshop Elements (siamo dilettanti, no?) al “fail” bianconero convertito in color si è dato una sistemata al tutto prima della stampa “non convenzionale”. Incredibile.
Siparietto ma non troppo, ai tempi della leva che frappoco ritorna obbligatoria per la carne da cannone e per terza (ultima?) Guerra Mondiale contro la solita Russia: Napoleone-Hitler-Mussolini han insegnato un c...arroarmato!
Dunque da militare stavamo in un castello (!) non la castellana delle fiabe, quanto più noi modesti soldiers. E in quei lunghi pomeriggi estivi, siamo nel Mezzogiorno prossimi al mare, il Maresciallo del Reparto Foto-riproduzioni (quando uno, Manunzio, è perseguitato da Madame Fotografia!) si dilettava con foglietti di velina inzuppati (acquerello?) e con pennello a “dipingere” stampe in bianconero! The must paisà. C’erano ancora in circolazione cartoline postali (alcune le conserviamo ancora) con pari tecnica...solo che la “pittura” su carta bianconero sempre "non convenzionale" è un altro universo dal “colore” vero e proprio. Un qualcosa di inenarrabile per i minchiapixellisti specie a nome Sara Munari & Co.
Quid prodest? Semplice quando si intende trasmettere "qualcosa" e i pixel uno se li mette nel luogo deputato, ogni aspetto della "trasmissione" (lei mi capisce Munari) è funzionale a "cosa" si intende mostrare al potenziale fruitore e così facciamo contento nell'oltretomba Roland Barthes; oltre al fatto che già il Medium è messaggio (McLuhan docet) eh stamani Munari siamo di buona lena...


Ps1. Non c’è immagine alcuna a corredo del post né potrà mai esistere, computer umanoidi o men che sia, l’analogico e tast’ (not eglish but for soft touch) non riproducibili sRGB, Rgb Abobe 98-99-100...sonde calibrature e chi più ne ha la Giostra per gli acquisti ne metta

Ps2. Sul balcone tre (tria sunt perfectionem, eh) stampe A3 si asciugano dopo la passata di spray che ammorbidisce la patina “grigia” intrinseca sui supporti che non beneficano del solfato di bario ed altro per stampati à la page inkjet

Ps3 Anche questo ricorre sovente ma repetita juvant, abbiamo a bordo Affinity Photo per non parlare del vecchietto versione V (Canale cinqueeee…) Lightroom, e da dove si scrive il portatile mezzo-morsicato, anche il beffardo Wilber di Gimp!




Ottiche digital (ottica 24 mm Yashica al centro, Zeiss Planar 50 mm a destra su Contax) verso analogiche e tutt'altro che sfida pro questo e quello; ricette ottiche di più di cinquant'anni l'un l'altra reggono bene per chi non ha per la testa che minchiapixel e/o risoluzioni inutili e dannose all'immagine finale. La Contax Rts (destra immagine) a mezzo secolo di distanza con suo scatto felpato di classiche tendine a scorrimento orizzontale regge benissimo l'odierno seppure necessita di batteria per funzionare. Retrostante la Yashica meccanica che simile ad Panzer macina ancora fotogrammi senza problemi. Lato opposto le telecentriche Zuiko (camera Pen F e Ep 5) milestone che han segnato e tutt'ora la storia delle fotocamere digitali insieme all'intramontabile “telecamera” Panasonic GH4, pimpante a tutt'oggi



FAMIGLIA ALLARGATA
Mondi diversi l'analogico e digitale, troppo a dirsi per chi quel mondo non sa che è esistito ed in gran prate ripreso in bianco e nero l'anima della Fotografia. Fotocamere tutto d'un pezzo, lato traslato e come vi pare. Pesanti eppure ben disegnate, anzi, per restare alle Contax pare fossero uscite dalle matite (non c'erano Cad all'epoca) della Porsche. Vero o meno anche queste macchine furono “mal comprese” ché imperava Nikon tallonata da Canon che oggi le batte l'ultimo chiodo della bara; Sony manco l'ombra, quando al suo posto la gloriosa (ne ha fatto le scarpe) Minolta cui ceneri l'odierna richiamata. E le ottiche? Era un fiorire di pezzi di vetro, poi tra cui gli Zeiss & Leica a farseli nei propri crogioli, quanto al resto vi provvedeva la Hoya soprattutto a fornire delle buone ricette, ottiche. E a queste si aggiungevano le cosiddette “sotto-marca” impossibile da ricordare tipo Cosina-Petri-Voigtlander e altre che non viene più in mente. Certo insieme l'Olimpo, lassù l'Olimpo le mitiche Ashai Pentax e loro stellari Takumar.
Certo poi la progettazione ottica teneva al fatto che era, qui, il ventiquattrotrentasei cui disegnare il vetro tout court; del tretaquaranta inquadrato per gallerie à la page quando a maggioranza bastava il ventiquattrotrenta. Tranne quella volta che insieme ad altri mattacchioni osammo sfidare le Aquile Zeiss con vetri equivalenti (stessa baionetta) Yashica. E ne tirammo in camera oscura uno stratosferico poster cinquatapersessanta, e lì si vide differenza. Eravamo giovani e mica sapevamo che per legge psico-fisica a distanza di osservazione (non il naso incollato al supporto) pari ad una volta, volta e mezzo la diagonale dell'immagine tutto era/è inutile fra i due vetri: germanico vs. nipponico. E questa regola vale anche oggi per tutto e dimostra l'imbecillità dei minchiapixellisti che corrono dietro a l'ultimo pixel.
E delle ottiche? Capitava a sera di scattare in luce ambiente di lampioni cittadini, senza Noctilux Leica, per strade e manifestazioni sicché la pellicola per di più HP5 “tirata” a milleseicento Asa “equivalente” odierno Iso la Contax & Zeiss faceva ancor bene la loro parte; certo con tempi lunghi e mano ferma. Era allora il Planar de noatri unoesette al posto dell'inarrivabile (money) unoquattro dal centro favoloso e bordi...Non altrimenti, oggi una Photoshoppata qualsiasi con o senza plug-in, eh avessi voglia a “pareggiare” i conti.
E venne il contrordine degli anni Duemila: compagni è l'ora non dei Pavesini, così la réclame d'epoca, ma del digitale terrestre, molto terrestre. Storia recente che le ottiche, c'è l'ha insegnato Olympus con sua progettazione telecentrica dei favolosi Zuiko, che la luce digitale è diversa dal quella naturale, analogica. Olympus delle mirabilie, anche questo “incompreso” a salve eterodirette, in Mondovisione.
Sicché uno dice: 'mbè? Se nonché la bajonetta Olympus/Panasonic tramite robusti adattatori consente a chi ne vuole di “resuscitare” non già Lazzaro delle Scritture, gloriosi vetri qui il Planar, insieme ad un superlativo Yashica (usavano stessa bajonetta) ventiquattromillimetri che si “raddoppia” dato il cosiddetto cropp del Micro 4/3: niente male. Certo l'inizio è un casino per fuochi manuali e diaframmi, casomai assistiti dall'automatismo di questi, però le immagini (file) sono di certo gusto: vintage? Yes very nice e niente niente male. Anzi







Backup

Cinque computer quattro della Mela cui un portatile Retina screen, un altro glorioso laptop Win 7 della Asus e bel moniterone della stessa. Troppo e bisogna mettere in ordine con Capture One da poco scelto al posto del molto obsoleto pur glorioso Lightroom 5.
Sicché nel mettere mano, spostare/copiare, file su SSD esterno e da qui al portatile Mac via Capture One, m’imbatto in un Pdf anch’esso datato: non sta scritto che gallina vecchia fa buon brodo? E allora eccoti qua, dopo il consommé, ecco, cacio sui maccheroni e scriviamo che sono le diecieventidimattino; i maccheroni!
Sia come sia la lampadina di Manunzio, che non sta mai ferma o spenta fate vobis anche di notte purtroppo, accosta il fatto a quell’altro fatterello a dimostrazione che più di minchiate di pixel...buona lettura, che così è se vi pare!

Cartellone pubblicità Audi



L’immagine di Pinna (a destra) è del 1952 presa con Rolleiflex durante i festeggiamenti della Madonna di Pierno, Santuario importante tant’è che prima di entravi bisogna percorrere e per tre volte l’intero perimetro sacro. Pierno (indagata da De Martno ed altri della sua equipe in pari epoca, la località in Provincia di Potenza) dove un tempo e adesso non sapremmo della cosa, si svolgeva il Rito e in certo senso apotropaico lungo a dirsi; rituale che affonda, naturalmente, nei precedenti secoli pre-cristiani, infatti, tutti luoghi detti antichi, come in staffetta, assurgono poi a luoghi sacri del cristianesimo che “ricicla” solo (soltanto?) le apparenze pagane



Un rovello che non trovava requie
E cosa? Lo spot di Alce Nero girato in superbo bianconero (via Premiere o DaVinci Resolve) e la camera mostra un bimbo al seno succhiare, poi allargando il campo la giovane mamma, che seduta sorseggia bevanda del Brand.
Ora sento già più che ‘mbé di rito il beeee-lare degli eterodiretti minchiapixellisti (mettiamoci pure Munari: salve, come va?) senza passato presente e figurasi futuro: zombie.
Sicché pensando al breve ma intenso spot la mente richiama analoga inquadratura ma del fotografo Franco Pinna, già di De Martino l’antropologo socialisteggiante che all’indomani della persa guerra seconda mondiale, forse anche su la scorta del famoso libro-inchiesta-autobiografico Cristo si è Fermato ad Eboli di Levi memoria, va al Sud "arretrato" di Lucania/Basilicata. Fotografo in seguito su i set di Fellini e amico di quell’altro “felliniano” Tazio Secchiaroli, fotografo paparazzo, conosciuto durante un workshop analogico su la Riviera del Conero nelle Marche.
Ma il ricordo è na brutta bestia e l’immagine di confronto (Pinna) dove sarà mai? La monografia, sfogliata dalla libreria su in alto sovrastante il computer cui si scrive e già di malavoglia, non ne fa presa. Allora? Giro per Web: manc’ pa capa venire a capo! E allora giorni e giorni fino alla “lampadina” finale: Archivio Pinna. E scrivo, e mi rispondo, e sfoglio e non trovo incazzato nerissimo. Riscrivo, mi rispondo: guardi che così e così. Vero eccola lì l’immagine, santi numi!
Nulla altro da dire...vostro onore. Fiuuu è andata pure sta vorta 'bbona grazie alla proverbiale capa (!?) tosta di Manunzio

(Copia & Incolla se vi pare)
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La realtà del cinema nel suo farsi tra Federico Fellini e Franco Pinna
https://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/la-realt-del-cinema-nel-suo-farsi/137056.html






Mammarcato a buon mercato
(arrivata la buferaaa chi sta bene chi sta maleee)


La enne Potenza del Matriarcato (malgré nous) che secondo alcuni ritorna più bella e più gaia che pria: grazie, prego di Petrolini memoria. Si, esiste un passato e non sempiterno presente per gonzi e qui che di foto tout court si (cerca) di parlare, i minchiapixellisti, crème de la crème dell’imbecillità, formato fotogragralfico per l’appunto.
A capo lato traslato o come vi pare. Immagine, ancora, simulacro piene di ossa e putredine eppure linde e pinte di fuori con tanto di fiori olezzante. Pure. Utero, placenta che tutto trattiene più che espellere secondo Natura (altra maiuscola del caso) dopo i faticosi Nove (3+3+3 di rito forse secondo Rito Scozzese, oliato retto + rificcato, mah) mesi durante il quale il neonato attraversa, fisicamente non meno che in forma psichica, lo stadio della cosiddetta evoluzione secondo Vangelo di Darwin. Falso non meno che i Canonici. Infatti dall'ovocito fecondato (!?) sebbene oggi sono funzionanti farm, che senza bisogno dell’un e dell’altro, a leggere certi gazzettieri (vocabolo tutt’altro che positivo, anzi) inglesi nei loro lab da invidiare quelli sino-americani by Covid-19, e in Rete delle mirabilia basta pazienza e proprio dagli Yankee se ne viene a conoscenza. Punto.
Un Mondo (quale?) che fa a meno della Natura, ecco il maiuscolo d’obbligo sovrastante, e si affida alla tecnica formato silicio, ossia terra:...Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris...by Vaticano Spa dixit.
Quindi sta Dea Madre, che va e “viene” ad ore, di questo si parla, forse più imbelletta di Chanel Five un che di Zolfanel, dai piedi mica tanto di Venere quanto di Caprone, e crine adorno non già di corona, e fosse pure intreccio di rami sacri alloro e affini, quanto di protuberanze notevoli: corna. Apocalittica creatura, spacciata per donna per i coglioncelli che han testa a spartir orecchi, ma che gli si arrizza solo ad immaginare u pilu di Albanese memoria pure questa. Certo de gustibus. Quand'anche l’immagine è spacciata alla lettera per buonissima o bona fate voi. Illusione prospettica quinta teatrale. Infine se siete onesti (!?) provatevi a vedere e soprattutto leggere a Web come queste sataniche creature quando si parla del loro “bel papà” del nonno “patriarcale” dello zio “matto” ma affascinante donnaiolo...Ebbene vedrete la Dea Madre andare in brodo di giuggiole. Un caso, due tre? No, forse Uno nessuno e centomila!


Ps. Da presso link, forse complottardo e spara petardo fumogeno boh, si è letto e trovato intrigante e se ne consiglia cum grano salis per chi ne vuole: siamo adusi leggere di tutto fieri e forti delle nostre idee di maschio….Oddio è scappato. Forse

(Copia & Incolla se vi pare)

E' arrivata la bufera - Renato Rascel
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Martiri del ritorno del matriarcato
https://www.renovatio21.com/martiri-del-ritorno-del-matriarcato/

Quello che non avete capito del caso montato dell'omicidio di "Giulia Cecchettin"
https://sadefenza.blogspot.com/2023/11/quello-che-non-avete-capito-del-caso.html



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